Aguzzate la memoria e godetevi il ricordo di quando da ragazzini volevate formare una band, ammaliati dai Bee Hive di Mirko e Satomi e perché no, anche dai Kidd Video, protagonisti di uno di quei cartoni non proprio mainstream come invece erano Jem e le Holograms o Kiss Me Licia. Mi rivolgo a chi è nato intorno ai fine ’70/inizio ’80 e nello specifico a chi il ricordo ce l’ha sulla punta dell’ippocampo.
Per molti altri, per i più giovani soprattutto, sarà una scoperta interessante.
La particolarità del fenomeno Kidd Video rispetto agli altri cartoni animati con soggetti musicali, sta nell’audace struttura a tre dimensioni, intese come tre universi belli e buoni.
La sigla iniziale di ogni episodio ritrae quattro teenager in carne e ossa che si danno appuntamento nel loro garage adibito a sala prove (sulle note della loro Video To Radio), quando, ad un tratto, da dentro uno specchio appare un omino poco raccomandabile dalle sembianze di boss mafioso in formato cartoon che li trascina in un’altra dimensione, conosciuta come Mondorock nella versione italiana (nell’originale Flipside). Il malandrino in questione è Mr. Brutto Ceffo (Master Blaster nella versione originale) intenzionato a trasformare la band in suoi schiavi musicali (!), supportato dai suoi scagnozzi Copia Gatti (Copy Cats, cioé i copioni delle idee musicali altrui). I quattro ragazzi saranno aiutati da Lucciola, l’immancabile fatina che inspiegabilmente diventa fortissima quando starnutisce.
Avevamo detto tre dimensioni: il videoclip come sigla del cartone, la dimensione Mondorock (un mondo a cartone animato) e la terza? Semplice, i Kidd Video come band nel mondo reale, creata appositamente per lo show. Beh, mondo reale… Insomma, nel mondo discografico, con tanto di concerti e LP.
Andando con ordine, è il caso che vi presenti i protagonisti che sono ovviamente quattro ragazzi americani assortiti, seguendo il classico stereotipo dell’epoca. Troviamo quindi Kidd come frontman figo, Carla è la batterista, anche lei di bella presenza, Whiz il nerd sfigato alle tastiere e Ash lo strambo ma simpatico che si divide fra basso e sax (interpretati rispettivamente da Bryan Scott, Gabriele Bennet, Robbie Rist e Steeve Alterman, i quali nella versione originale prestano le voci ai protagonisti).
La serie, trasmessa da noi sulle frequenze di Italia 1 fra gli anni ’80 ed i ’90, descrive le avventure di questi quattro giovani malcapitati che lasciano la loro America reaganiana, perché trasportati coattivamente in un discutibilissimo universo di cartoni animati, abitato da strani individui, i quali, non si sa perché, nutrono una profonda ammirazione per la band. Un mondo tipo gli Stati Uniti d’America appunto. Qual è il problema? Il tema del “go home” innanzitutto e poi Mr. Brutto Ceffo che vuole farne degli schiavi e avere il monopolio su di essi. Tutto sommato poteva andare peggio, tipo finire a Mondoneomelodico.
I malcapitati riescono comunque a sfuggire dalle grinfie dei cattivi, essendo tuttavia impossibilitati ad abbandonare Mondorock se non, idealmente, durante il finire degli episodi dove entra in gioco un’altra particolarità: di volta in volta viene mandato un videoclip diverso dei Kidd Video in carne ed ossa.
E come non ricordare i clip musicali, inseriti all’improvviso nel corso degli episodi, roba tipo Beat It di Michael Jackson, utilizzati per mandare in trance i nemici dai quali fuggire. Che classe ragazzi!
Stranamente, nonostante gli ottimi presupposti, la band non ebbe poi così tanto successo in America e neppure dalle nostre parti: infatti non si capiva bene se fosse una band reale o meno.
Una piccola curiosità: durante i concerti, richiesti a gran voce dai fans, Carla, la batterista ufficiale, veniva sostituita da un session man più avvezzo all’uso dei tamburi; segno inequivocabile, se ce ne fosse stato bisogno, che il progetto artistico era totalmente di facciata. Della serie televisiva restavano il bassista, sassofonista e tastierista (all’occorrenza) pragmatico come un Satomi, ma molto meno affascinante del fortunatissimo omologo e alla voce, alla chitarra ed alle occhiate ambigue il Billy Idol formato famiglia di turno (Kidd), anche se ancora troppo acerbo.
Eccoli qui, alle prese con un’esecuzione dal vivo di Where Did Our Love Go di Diana Ross and The Supremes, già coverizzato da Mark Almond ed i suoi strepitosi Soft Cell.
Il tipico cyber pop (se mi posso permettere) in linea con quegli anni, neanche troppo malvagio, soprattutto se consideriamo la musica infame e indegna alla quale oggi siamo esposti senza filtro.
I Kidd Video non sono mai sbocciati; anzi, direi che si sono proprio dissolti parallelamente alla serie a cartoni, perché troppo legati ad essa (compresi produttori ed arrangiatori).
La serie fu interrotta bruscamente durante la seconda stagione senza un motivo plausibile. Mi auguro che possa essere indetto un bel referendum propositivo, fatto bene, per dare una fine a questa e a tutte le serie televisive rimaste monche da ormai troppo tempo.
The TV Show Hits (1986, LP)
Tracce:
A1. Video To Radio
A2. Where Did Our Love Go
A3. It’s Over When The Phone Stops Ringing
A4. A Little TLC
A5. We Should Be Together
A6. Come Back To Me
B1. You Better Run
B2. Video Romeo
B3. Time
B4. Turn Me Up
B5. Easy Love