Katerine – Philippe Katerine (2010 – CD)

Ultimo aggiornamento:

Philippe Katerine 2010Solitamente i dischi omonimi sono da evitare come la peste, sanno subito di autoreferenzialità, seriosità e di paura di non essere ricordati tipica dei fuoriusciti dai talent show; una bella foto in primo piano in copertina, canzoni d’amore toccanti, profondità d’accatto e il gioco è fatto: al 90% siamo di fronte a un disco terribile.

“Philippe Katerine” è il disco omonimo che non ti aspetti, fin dalla copertina: il quarantenne cantautore vestito come un seienne di ritorno dalla partita di pallone, con lui mamma e papà, eleganti e protettivi, praticamente una di quelle cartoline che si mandano ai parenti lontani a natale.

Katerine si presenta così; la pietra miliare della sua produzione ha la copertina più brutta della storia. E dire che il nostro, francese, classe 1968, in patria è ben conosciuto: cantautore sopra le righe, produttore, attore e regista, sulla scena dai primi anni ’90, genero di Gerard Depardieu, nel 2007 col singolo “Luxour J’Adore” piazza una delle sue hit più clamorose che lo trascina in un lungo tour per tutta la Francia coi suoi amati The Little Rabbits ed è proprio in tour che scrive il suo omonimo album del 2010.

Album omonimo che ovviamente sarà una toccante riflessione sulla vita lontano da casa? No. Un’arguta satira politica sulla situazione della classe media francese? Macchè. Il compendio emotivo di una vita di eccessi? Sia mai.

“Philippe Katerine” è l’album più squisitamente dadaista degli ultimi anni, un insieme di canzoncine concettuali che ti attirano con una bella idea e si fanno apprezzare per l’orecchiabilità estrema e la realizzazione perfetta. I testi striminziti ed elementari aiutano la comprensione anche a chi sa poco di francese e come se non bastasse ognuna delle 24 canzoni del disco ha il suo videoclip (tutti diretti da Gaëtan Chataigner, bassista dei Little Rabbits). Questi semplici ma curatissimi video aiutano a comprendere il concetto dietro la canzoncina che state ascoltando, quindi il consiglio spassionato all’ascoltatore non francofono è di ascoltare il disco dall’amato YouTube.

Avete schiacciato play? Vediamo un po’ che cosa abbiamo qui.

Si parte con “Bla Bla Bla”, geniale canzoncina che ricorda la fondamentale “Da Da Da” e avvicina al mood del disco, a seguire “La Reine d’Angleterre”, un pezzo dall’incedere vittoriano dove abbiamo una regina dispettosa che defeca sulla testa dei suoi sudditi, successo clamoroso tra quegli sciovinisti dei francesi.

Cercavate qualcosa di più dadaista? “Le Dernieres Seront Toujours les Premierés” applica il motto biblico all’alfabeto, “Bien Mal” è un pezzo schizofrenico costruito su una rigorosa alternanza tra accordi maggiori e minori, la fastidiosa “Philippe” vi farà desiderare di non avere figli, mentre “A Toi – A Toi” è un delizioso duetto con la figlia Edie che vi farà venir voglia di farne tanti per giocarci a palla, poi la metafisica “La Musique” vi eviterà di cercare gli accordi del pezzo su internet. Ma la più dada di tutte è “Musique d’Ordinateur” che partendo da un noto stacchetto di Windows imbastisce una bossa nova quasi pinkfloidiana dall’arrangiamento superlativo.

Sì, perché dietro la maschera da geniale pagliaccio di Katerine si nasconde un musicista preparatissimo ed elegante e qui non mancano le occasioni per notarlo, c’è “Sac en Plastique” che sembra una ballata dei Sonic Youth, oppure “Vielle Chaine”, tristissima e affascinante, “Te-Lé-Pho-Ne” è un pezzo degno del miglior Beck, mentre il lentone “Parivelib’” è elegante come la città che omaggia. Ovviamente anche in Francia la bella musica da sola non basta e questi sono i brani meno popolari (il contatore di YouTube non mente mai), a decretare il successo clamoroso di questo disco in madre patria sono stati un pugno di pezzi incredibilmente immediati ma di qualità come “Libertè”, l’unico accenno politico del disco, accompagnato da un significativo videoclip dove il nostro straccia senza pietà due bimbette ad una partita di pallacanestro.

Philippe Katerine

Altro bestseller è “Des Bisoux”, un nevrotico pezzo d’amore con un video corale e divertentissimo mentre “J’Aime Tes Fesses” (fesses vuol dire chiappe) è un programmatico duetto con l’attrice Jeanne Balibar, “Juifs Arabes” invece nasce da un’osservazione fatta in tour: gli ebrei applaudono con le mani in basso e gli arabi alzandole, da questo si origina una versione super-dance e politicamente scorretta del caro vecchio “sacco pieno/sacco vuoto”, il video ritrae Katerine vestito da vescovo in una sorta di party sado-gay, l’intelligente mossa di far uscire il singolo in concomitanza con la discussione in parlamento sulla laicità dello stato francese ha portato molta fortuna al pezzo.

La canzone più gettonata è l’allegrissima “La Banane”, molto settantiana e non troppo lontana dai temi di hakuna matata, il video vede la partecipazione di una moltitudine di persone attirate da un annuncio su un quotidiano locale e ha vinto diversi premi di settore, il pene di Philippe in controluce in alcuni momenti del video ha avuto solo qualche nomination ma nessun riconoscimento, che paese bigotto.

A chiudere il cerchio poco logico di questa raccolta di follie si può idealmente porre “Il Veut Faire Un Film”, delirante duetto coi genitori dove papà proprio non si capacita del perché il figlio voglia girare un film “con una donna nuda e due handicappati”, film che vedremo realizzato al termine del videoclip, la colonna sonora del corto è del simpaticissimo signor Katerine.

Dopo ben ventiquattro tracce di questo carnevale si esce quasi spossati dalla quantità di idee e divertimento, è un disco cantautoriale ma universale perché le sue soluzioni concettuali possono piacere a grandi e piccini e persino la copertina diventa meno brutta: un fanciullino troppo cresciuto può fare cose incredibilmente creative ma guai a separarlo da mamma e papà.

Tracklist:
01. Je M’Eloigne D’Autant Que Je M’Approche
02. Bla Bla Bla
03. La Reine D’Angleterre
04. Les Derniers Seront Toujours Les Premiers
05. Des Bisoux
06. Bien Mal
07. Liberté
08. La Banane
09. J’Aime Tes Fesses (feat. Jeanne Balibar)
10. Philippe
11. Il Veut Faire Un Film (feat. Mes Parents)
12. Moustache
13. Sac En Plastique
14. Té-Lé-Phone
15. A Toi – A Toi (feat. Ma Fille Edie)
16. Parivélib’
17. La Musique
18. Vielle Chaine
19. Morts-Vivants
20. Cette Mélodie
21. Le Rêve
22. Juifs Arabes
23 Musique D’Ordinateur
24 Le Champ De Blé

SUPPORTACI

Ti piace Orrore a 33 giri? Abbiamo voluto essere sempre indipendenti e per questo non abbiamo pubblicità sul sito. Se vorrai puoi aiutarci a sostenere le spese di hosting con una piccola donazione su Ko-Fi o PayPal. Grazie!

SEGUICI QUI

SUPPORTACI

Orrore a 33 giri è sempre stato un progetto indipendente e per non avere padroni non abbiamo pubblicità sul sito. Per questo, se ti piace quello che leggi, ti chiediamo una mano, se vorrai, con una piccola donazione per sostenere le nostre spese di hosting. Potrai farla su Ko-Fi o PayPal.

GRAZIE MILLE