Quando la stella di Michael Jackson brillava incontrastata nel firmamento pop il nostro non era solamente una instancabile macchina sforna-soldi, ma soprattutto un’icona che si trovava riprodotta in ogni dove: televisione, riviste, calendari, magliette, cartoline… Per i teenager di metà anni ’80 non deve essere stato facile resistere a tale bombardamento mediatico.
Per sfruttare tutto questo i produttori più scafati hanno pensato di creare una vera trappola sonora per ragazzini drogati da ettolitri di Pepsi che in preda a overdose di zucchero potessero comprare qualsiasi porcheria che portasse il nome del re del pop.
https://youtu.be/Kwy27Gsxd88
La piccola Julie in tutto questo è solo una vittima innocente. Farle cantare una roba francamente improponibile come “I’m in Love With Michael Jackson’s Answerphone” è al limite dell’abuso sui minori. Una canzoncina innocente che racconta la storia di questa bambina che cerca di parlare con Michael Jackson, ma che riesce al massimo ad ascoltare la voce del suo idolo registrata nella segreteria telefonica. In realtà nasconde mefistofeliche intenzioni coperte da un’orgia di citazioni dei brani più famosi tratti da “Thriller” e “Off The Wall”. In sostanza la musica è un’accozzaglia di samples inseriti sulla base ritmica a colpi di accetta, mentre il testo è una sorta di flusso di coscienza che prende spunto dalle liriche dei suddetti album.
Il risultato è talmente improbabile da assumere un fascino quasi sinistro, ovviamente con il senno di poi.