Die Toten Hosen Azzurro

I Die Toten Hosen e la loro versione punk di Azzurro

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Se parliamo dell’estate del 1990 tutti ricordano quel fastidioso tormentone scritto a 6 mani da Giorgio Moroder, Gianna Nannini ed Edoardo Bennato: Un’estate italiana (meglio conosciuta come Notti magiche) fu l’inno ufficiale di Italia ’90, il Campionato mondiale di calcio giocato nel nostro Paese che, da trionfo quasi assicurato per gli Azzurri guidati da un inarrestabile Totò Schillaci, si trasformò in una mezza tragedia con la sconfitta ai rigori in semifinale con l’Argentina di Diego Armando Maradona (che poi perderà di misura in finale con la Germania).

Die Toten Hosen Azzurro

Forse per colpa dell’amara sconfitta (si sa che il calcio in Italia è una cosa dannatamente seria) o per quella sensazione di sfottò puramente goliardico, sta di fatto che pochissimi in Italia si ricordano della grandiosa versione punk rock di Azzurro ad opera dei mai domi Die Toten Hosen, vero e proprio nome tutelare del punk rock tedesco. Singoletto senza pretese pubblicato proprio in occasione della competizione calcistica.

L’idea non é proprio originalissima. Già Sid Vicious nel lontano 1978 aveva reinterpretato una classicone come My Way tra la blasfemia di stuprare un classico della musica popolare e l’omaggio. Certo Azzurro ci è decisamente più vicino. Una delle canzoni italiane più famose in giro per il mondo assieme a Nel blu dipinto di blu e Felicità.

La band di Düsseldorf ha avuto la geniale idea di riprendere il successo di Adriano Celentano (scritto però da Paolo Conte, Michele Virano e Vito Pallavicini) e riproporcelo in un italiano improbabile con i cinque ragazzotti tedeschi che cercano di fare del loro meglio/peggio su una scarica di chitarre grasse e unte come uno stinco di maiale arrosto, condito da un ritornello in pieno stile Oktoberfest-punk di cui i Die Toten Hosen sono maestri indiscussi.

Per completare l’opera i cinque teppisti sonori girarono anche un tremendo e allo stesso tempo fantastico videoclip, pieno zeppo degli stereotipi che hanno reso “leggendarie” le calate dei turisti tedeschi in Italia quando il Marco aveva buon gioco sulla nostra debole Lira.

Non so che cosa ne pensi Adriano Celentano o Paolo Conte ma è indubbio che si tratti di un concentrato di buonumore e allegria, e chissenefrega di tutto il resto. Prova ne è che ancora oggi è uno dei brani più amanti dai fan dei Die Toten Hosen. Assolutamente da riscoprire.

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