“Superivan” del prolifico Ivan Cattaneo arriva nel 1979, periodo in cui la new wave si accingeva a dominare le classifiche di tutto il mondo, naturalmente in misura minore sul suolo italiano, musicalmente perennemente in affanno quando si tratta di rock.
Il nostro arriva al terzo album e nonostante le influenze del solito David Bowie siano ancora palpabili, la svolta è chiaramente verso sonorità maggiormente pop e radiofoniche (chiamiamole anche commerciali). Il disco vanta la collaborazione musicale della Premiata Forneria Marconi in veste di turnisti di lusso, quindi sappiamo già che ci aspetta un piattino sonoro particolarmente curato.
Le sonorità di questo “Superivan” si piazzano idealmente proprio in quel preciso periodo storico in bilico tra passato (recente) e futuro (prossimo) (David Bowie, Elton John, la discomusic che stava implodendo e la nascente new wave), allestendo un corposo strato di sintetizzatori e un basso spesso in primo piano, con un sound dal piglio smaccatamente seventies e un ritmo quasi sempre ballabile.
“Boys & Boys” in apertura riprende un po’ la tematica spaziale che si intravede nella discretamente terrificante copertina, infarcendola ovviamente di immagini omoerotiche, con una ritmica robotica che sembrerebbe quasi anticipare l’Arlecchino Elettronico di Alberto Camerini. Non particolarmente memorabile, ma di sicuro un’apertura azzeccata.
I testi di Ivan spesso si vanno a impelagare in immagini che se la giocano tra il ridicolo e il grottesco. Non che sia una critica a priori, perché a volte funzionano, ma in “Bambino Assassino” si va a inerpicare su “non crescerò mai, e bambino viziato sarò, sempre con le dita nel naso io sto…”. Vabbè.
Dopo un paio di brani non certo memorabili arriva ad accarezzarci la melodia di “Su”, momento più romantico del disco; seppure la voce a mo’ di nenia nelle strofe minaccia di far cadere il brano nel tremendamente stucchevole, fortunatamente per farci innamorare della canzone basta aspettare il ritornello dalla perfetta melodia pop, talmente ricco di doppi sensi da andarsi a schiantare in un senso unico contromano (“Dai sali su, dai vieni su, su entra e vai… in amore”).
Quella che è sicuramente la traccia più famosa del disco, però, rimane la meravigliosa “Male Bello”, un momento irresistibilmente queer in cui Ivan seduce e avvelena gradualmente le orecchie dell’ascoltatore con una storia d’amore che uccide come morfina (“parcheggia sul mio corpo, senza farlo troppo sanguinare, tu sei male bello da masticare”). Una ballata glam, curata e attenta a seguire l’andamento malato della voce del nostro. Forse solo le trombe sintetizzate la datano leggermente, ma glielo perdoniamo volentieri. Leggenda vuole che appena Patty Pravo la ascoltò, desiderò immediatamente inciderne una cover. Parere personale? Rimane superiore la versione del cantante bergamasco, se non altro per pura tecnica vocale: ascoltare con attenzione il crescendo di “Male Bello” è velenosamente affascinante, andandosi a chiudere su una semi-isteria, dei gorgheggi strepitosi, quasi come a rappresentare il bisogno incolmabile del proprio partner.
Anche la title track, intrisa fino al midollo di sonorità disco-black, sembra voler riprendere la tematica della copertina, con Ivan che ci racconta una storia di successo facile nella vita… basterà spalmarsi una sorta di crema “VIP”. In questo caso proprio il sound po’ datato è il suo pezzo forte, con tanto di cori femminili sottolineati da immancabili fiati che vi faranno muovere le chiappe nel giro di trenta secondi. Ciononostante, devo dire che certi passaggi continuano a farci alzare un po’ il sopracciglio destro (“Potrai essere superman, un superuomo… o supergay”).
Dopo la piacevole leggerezza di “Formica d’Estate”, all’epoca singolo di discreto successo, continuiamo la serie dei titoli imbarazzanti con “Sexo!”, un rock’n’roll dai richiami sessuali mai troppo spinti in un sorta di limbo tra il Rocky Horror Picture Show e il solito David Bowie periodo glam. Il disco si chiude con “Ninna Nanna (Per il Caro Armato)”, una suadente ballata pastoral-pacifista come sempre inzuppata dai vocalizzi sopra le righe e un altro mezzo quintale di doppi sensi.
Tirando le somme, pur con i suoi piccoli difetti, “Superivan” rimane uno dei migliori prodotti non solo del Cattaneo più ispirato e geniale, ma della musica pop italiana alla fine degli anni settanta, confermando il nostro Ivan come un autore attento, originale, abile nell’uso di sonorità orecchiabili ma non facilotte e, specialmente, provocatore senza scadere nell’oscenità o nella gaiezza farlocca e fine a se stessa. Da lì in poi non gli rimarrà molto da dire, quindi goderselo diventa praticamente un imperativo. Da recuperare.
Tracklist:
01. Boys & Boys
02. Bimbo Assassino
03. Bambo Bambù
04. Su
05. Señorita Torero
06. Superuomo
07. Male Bello
08. Formica d’Estate
09. Sexo!
10. Ninna Nanna (Per il Caro Armato)