Georgia Lepore Tyltyl Mytyl e l'Uccellino Azzurro

Georgia Lepore – Tyltyl, Mytyl e l’Uccellino Azzurro (1983 – 7”)

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Georgia Lepore Tyltyl Mytyl e l'Uccellino AzzurroL’infanzia dei bambini di fine anni ’70 e buona parte degli anni ’80 si porta appresso indelebili tracce nefaste, fatte di cartoni animati perlopiù di una tristezza pazzesca e dai loro protagonisti, tutti accomunati dalla stessa ria sorte che faceva di loro i ragazzi più sfigati della Terra; tanto da far sorgere  il legittimo dubbio che in Giappone fossero davvero tutti senza mamma (defunta o ammalata è un particolare irrilevante, perché la poveretta qualcosa di spiacevole lo doveva comunque avere).

La voce che ha accompagnato quei tristissimi pomeriggi davanti alla televisione, quando beati della nostra innocenza, scodellavamo tè e biscotti in lacrime davanti alla malcapitata di turno, era quella di Georgia Lepore.(doppiatrice, dialoghista, attrice e cantante).

A lei indiscutibilmente, prima ancora che a Cristina D’Avena, va la palma della cantante per nenie infantili, perché le sue non erano canzoni, ma vere e proprie stilettate nel cuore al pensiero della disgrazia imminente.

Georgia Lepore

Personalmente, il mio ricordo più atroce è legato all’anime di Peline Story che narrava le vicende di una bambina sfigatissima che vagò per mesi con la mamma poi defunta per finire a fare la schiava del nonno.

Non sfugge alla regola neppure L’uccellino azzurro, anime che di fatto riprende tutti i topoi sopra citati, con forse l’unica differenza che qui la mamma è moribonda e i figli, anziché prestarle le cure del caso, si avventurano dentro un televisore alla ricerca del magico pennuto celeste che avrebbe dovuto guarire la madre, salvo poi rivelarsi niente più che un comune passerotto;. in compenso grazie a questo viaggio i due ritrovaranno la felicità perduta.

https://youtu.be/Rf-intNGFUA

Tyltyl, Mytyl e l’uccellino azzurro merita comunque una menzione, sia per gli impronunciabili nomi dei protagonisti sia perché è davvero una palla colossale! Scritta da Lucio Macchiarella su musica di Douglas Meakin e Mike Fraser, non fatichiamo a comprendere perché fu scartata come sigla di Lupin III a favore del mitico brano interpretato dall’Orchestra Castellina-Pasi. Solo in seguito venne recuperata e riarangiata dai Rocking Horse e affidata alla voce di Georgia Lepore per musicare la sigla di questo triste anime; roba da star svegli di notte mentre il coro ti ronza in testa: «Se non fai da bravo, stanotte vengono Tyltyl e Mytyl e ti portano via» …altro che Babau!

Tyltyl, Mytyl e l’uccellino azzurro

Dove sei, uccellino azzurro?
Che darei per averti non sai.

Dov’è, dov’è quell’uccellino che chi lo trova felice sarà.
Tyltyl, Mytyl, quanto cammino dovranno fare chissà.
Tyltyl, Mytyl, poveri e belli, sotto la neve che bianca va giù.
Senza mamma sotto gli ombrelli e col nasino all’insù.

C’è un mistero che vola nel cielo, sui tetti della città,
l’uccellino azzurro che porta la felicità.

Tyltyl, Mytyl, stretti a braccetto, sulla ciabatta spaziale che va.
Kirol, Shanet, un cane e un gatto, che viaggio matto sarà?

Nel paese delle meraviglie, dove la vita è magia,
l’uccellino azzurro nell’aria scivola via.

Dove sei, uccellino azzurro?
Che darei per averti non sai.

Tyltyl, Mytyl e una fatina, sopra una scopa nell’immensità.
Di qua, di là, e sulla Luna, dove il destino vorrà.

Nella notte coperta di stelle, forse qualcosa accadrà,
l’uccellino azzurro a bussare alla porta verrà.

Dove sei, uccellino azzurro?
Dove sei, uccellino azzurro?
Dove sei, uccellino azzurro?
Dove sei, uccellino azzurro?
Dove sei, uccellino azzurro?

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  1. C’è poco da sfottere, queste serie anime dai protagonisti sfigati erano tratte da romanzi della letteratura occidentale, si chiamano Meisaku e ancora oggi vengono considerate opere di pregio in tutto il mondo. Non proprio tutte erano riuscite, ma la maggior parte sì. Una di esse, il celeberrimo Heidi, è stato uno dei primi lavori a cui ha preso parte il Maestro Hayao Miyazaki.
    Però è vero che questo pezzo è un po’ una lagna effettivamente, lol.
    E comunque all’epoca a dominare DAVVERO erano i mitici robottoni, non gli orfanelli sfigatelli. xD
    Vabbè, voi boomer godetevi pure i vostri ricordi dei noiosi (televisivamente parlando) anni 70 dove c’era solo il Carosello, che noi Generazione X negli anni 80 ci godevamo cartoni fantastici (oddio non sempre, ma ai nostri occhi lo erano) dalla mattina alla sera su tutti i canali (tranne Suor Rai, dopo Goldrake e Mazinga se la presero a male non tanto perchè qualche ciarlatano cattobigotto disse che erano “diseducativi”, ma perchè facevano più ascolti di tanti programmi), con sigle quasi tutte bellissime.

  2. Grandi! Ma cosa siete andati a recuperare! 😀 Ricordo con grande affetto questo anime (nb: disegni di Reiji Matsumoto, “quello di Harlock e GE 999”), e la sua angosciante (e azzeccata) sigla, con tanto di video “simil acquerello”, molto appropriato. Oltre al ricordo in sè, quell'”angoscia creativa” infantile fu un punto di partenza artistico molto importante… Vabbè, storia lunga 🙂 … Comunque l’autore ha descritto bene l’effetto spaventoso notturno.

    Riguardo i nomi abbastanza strani dei protagonisti, va detto che Maeterlinck fosse nativo di Gand (o Gent), nella parte di lingua fiamminga del Belgio. Oppure potrebbero essere dei vezzeggiativi per bambini tipo, boh, Marie Thérèse (M.T., per Mytyl) e… Tylty, uhm, Thierry? Sarà una forma comune, dato che pure Tintin è un fumetto belga.

  3. Per motivi di completezza, aggiungo che questo anime è ispirato al lavoro teatrale ‘L’uccellino azzurro’ di Maurice Maeterlinck, lo stesso autore simbolista del ‘Pélleas et Melisande’ diventato opera per Debussy; dallo stesso lavoro fu tratto un film caratterizzato dalla presenza di Elisabeth Taylor, incongrua come il parmigiano sugli spaghetti allo scoglio.

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