Pensate un grande successo di Gianni Morandi dei tempi d’oro. Fatto? Bene.
Pensate poi se fosse reinterpretato in chiave rap, anzi trap, come va di moda adesso. Fatto? Ottimo.
Se il risultato vi sembra troppo terribile per essere concepito da umano intelletto e dunque non vi sovviene niente, non vi preoccupate: ci ha pensato Fiorello nel 2017.
Incredibile ma vero, lo showman siculo più amato dagli italiani, ancor di più delle cucine Scavolini, ha tirato fuori dal suo prolifico cilindro una cover di Fatti mandare dalla mamma in stile trap. Per farsi aiutare nell’ardua (?) impresa, ha chiamato al suo fianco Danti dei Two Fingerz, col quale ha rimaneggiato il classico scritto da Luis Bacalov e Franco Migliacci e interpretato dal buon Gianni Morandi nel lontano 1962.
In realtà la cosa sembrava essere già nell’aria da un po’ di tempo, precisamente dallo scorso ottobre quando, all’interno di uno show teatrale, Fiore si era lanciato in un’imitazione del musicista rap italo-tunisino Ghali, intonando proprio Fatti mandare dalla mamma. La performance era stata ripresa da Claudio Cecchetto, un altro che se ne intende e prontamente postata su Twitter, diventando in poco tempo (e immancabilmente) virale.
Un colpo di genio? Una vaccata immane? Entrambe le cose? Difficile dirlo, mentre si ascolta Rosario Fiorello e il suo compare rappare da veri ragazzi del ghetto ameni fraseggi che ben conosciamo tipo «Fatti mandare dalla mamma a prendere il latte, devo dirti qualche cosa che riguarda noi due». Il tutto si fa via via più surreale col procedere del pezzo e alla verso «Dai vieni giù!» si sente rispondere un deciso «Non vengo!» che strappa immancabilmente una risata.
Una menzione va fatta anche al video abbinato, una sorta di making of in cui si vedono Danti e Fiorello registrare il brano e mimare anche la famosa scena “del balcone” in esso contenuta, naturalmente abbigliati da veri rapper con felpazze e occhialoni, in un risultato più che comico, ridicolo.
Certo, per le fanciulle come me cresciute negli anni Novanta nel cui cuore alberga ancora Fiorello col codino che intona Si o no, tutto questo non è neppure paragonabile a quegli antichi fasti. Tuttavia se si prende l’operazione per quel che è, dunque la parodia di un brano (quello di Gianni Morandi) e di un genere (la trap) e non si hanno gusti troppo raffinati, alla fine della fiera il tutto non è niente di eccelso ma comunque divertente (almeno per un ascolto).