Nonostante siano passati più di 30 anni fino ad oggi non c’è una traduzione del brano portato al successo da Afric Simone che metta d’accordo tutti.
Tutti ma proprio tutti avranno sentito almeno una volta questa celeberrima melodia che nel lontano 1975 si posò sulla vetta di ogni classifica.
Il successo fu talmente socio-culturale che il brano divenne presto buono per ogni occasione in cui c’erano almeno 3 bambini e una chitarra: asilo, scuola, colonia, la colonna sonora era sempre quella.
Sembra però che mai nessuno, però, si sia preso la briga di cercare di tradurre quello che il buon Afric Simone canticchiava. Addirittura ad oggi ancora non è chiaro in che lingua sia stata cantata: si parla di swahili, ma il nostro eroe è originario del Mozambico, dove oltre al portoghese si parlano anche le lingue Bantu… Alla fine poco importa, la canzone è ancora viva nell’immaginario popolare senza pensare troppo a cosa diavolo significhi il testo di questa canzone.
Menzione speciale per le esibizioni pubbliche di Afric Simone, in cui si prodigava in ogni tipo di acrobazie anche con l’ausilio di una sedia, cosa non particolarmente facile se consideriamo le zeppe che indossava senza soluzione di continuità. Altro che il le mossettine di Rodolfo Banchelli al Festival di Sanremo!
Ramaya
Ramaya Bokuko Ramaya abantu Ramaya
Miranda tumbala Ho Ho Ho
Ramaya bokuko Ramaya abantu
Ramaya Mitumbala
Aricki Brr Mutuana Gipelile La la la la la la
Aricki Brr Kewana Gipelile La la la la la la
Aricki Brr Tatana Bitonga La la la la la la
Hey Jamboji Bara Bara
Hey Jamboji Bara Bara
Mulangati Chilungati
Ramaya Bokuko Ramaya abantu Ramaya
Miranda tumbala Ho Ho Ho
Ramaya bokuko Ramaya abantu
Ramaya Mitumbala
Aricki Brr Mutuana Gipelile La la la la la la
Aricki Brr Kewana Gipelile La la la la la la
Aricki Brr Tatana Bitonga La la la la la la
Hey Jamboji Bara Bara
Hey Jamboji Bara Bara
Mulangati Chilungati