
A oggi non c’è dato sapere perché questo culturista sia finito nella gang di Antonio Ricci e quale fosse il suo ruolo preciso, ma tanto è bastato perché in piena tangentopoli il nostro decise di incidere un disco per additare i ladri venuti improvvisamente allo scoperto grazie alla magistratura.
Il brano non poteva evitare di tirare in ballo il magistrato italiano più famoso del secondo dopoguerra, all’epoca figura chiave del pool investigativo di Mani Pulite. Curiosamente il titolo “Vai Di Pietro Vai!” è la traduzione italiana di “Di Pietro Let’s Go”, altra perla sonora figlia della nascente seconda repubblica regalataci dall’allora sconosciuto Pino Campagna.
https://www.youtube.com/watch?v=ia6Vondc1ho&feature=youtu.be
Sotto l’ala protettrice del concittadino Slang, sfigatissimo social-rapper della provincia di Padova, che ricordiamo per averci regalato un disco di rara bruttezza come “Autodifesa Mentale”, il nostro Edoardo “Edo” Soldo si getta nella mischia con un 45 giri confezionatogli da Tj Crash, stretto collaboratore proprio di Slang, che non trova di meglio se non scopiazzare a piene mani dal suond dei Black Machine: base eurodance con forti innesti funk e immancabile parte rappata.
Una cosa è sicuramente ammirevole: il ritornello affidato a voci femminili, che noi vogliamo immaginare siano le “veline” Cecilia Belli e Laura Valci in copertina, che ripete insistentemente “Vai Di Pietro, tu ce la farai! / Vai Di Pietro che li inchiapperai!”; una rima di tal caratura non era davvero facile da concepire.