Davvero difficile resistere alla bellezza austera di Dalila Di Lazzaro: indossatrice prima, attrice poi e oggi scrittrice di buon successo.
Nonostante questa metamorfosi il suo ruolo di femme fatale dai tratti germanici è quello che l’ha fatta amare dai maschi italiani. Una simile sbandata deve averla presa anche Red Canzian che, tra un disco e l’altro dell’allora moglie Delia Gualtiero, trova il tempo di portare in studio di registrazione la bella attrice friulana.
Non è un caso che siano in pochi a ricordare la parallela carriera di produttore dello storico bassista dei Pooh. Diciamoci la verità, non basta suonare in una band di successo per saper smanettare al banco del mixer e le produzioni del nostro ne sono la prova: sterili sassolini pop che non hanno superato la prova del tempo o, alla meglio, sbandate rock-pop che ricordano troppo da vicino la band madre (vedi il caso delle Lipstick).
Il 45 giri in questione non fa differenza ma almeno qualche giustificazione riusciamo a immaginarla, perché probabilmente sarà stato più impegnato a guardare il culo della Di Lazzaro piuttosto che concentrarsi sul suo lavoro di produttore.
Se con il primo brano Dalila Di Lazzaro fa la magra figura della dilettante allo sbaraglio, la tragedia trova compimento però con la melliflua ballata “Cry Baby Cry” che grazie a Dio non c’entra nulla con il brano di Lennon & McCartney. Qui alla voce (voce?) incerta e imprecisa dell’attrice è data maggiore libertà espressiva con un arrangiamento ai minimi termini, probabilmente per finire il lavoro in fretta e contando sul fatto che davvero in pochi avrebbero preso la briga di ascoltare il lato B di un singolo inesorabilmente nefando come “Extra Love”. L’effetto è quello dei titoli di coda per un filmettino a basso costo.
Indossatrice, attrice e scrittire. Sicuramente non cantante.