Noi amiamo il primo Andrea Mingardi, quello che si faceva accompagnare dai Supercircus: sghembo, anarchico e irriverente. La svolta più cantautoriale è assai meno interessante, ma ogni suo disco scatena sempre un’innata curiosità; seppur certi di non poter ascoltare più le cose magnifiche che incise ai tempi di “Zabajone” nutriamo sempre la speranza che il vecchio leone bulugnes possa farci ascoltare ancora qualche zampata della sua classe.
In Italia un album di Natale sarebbe stato innovativo negli anni ‘70 o ‘80 ma ormai quando anche da noi pare sia diventata una moda stagionale d’importazione non sembra il migliore dei modi per riascoltare la sua voce da blues man del centro Italia.
Non si dovrebbe giudicare un disco da titolo e copertina (o forse sì?) ma è davvero impossibile soprassedere a un lavoro grafico talmente dozzinale che sembra uscito da qualche etichetta discografica post sovietica dei primi anni ‘90 e poi… Andreone c’era davvero il bisogno di sfoggiare una chioma così fintamente colorata e photoshoppata? Queste cose lasciale a Gianni Morandi, suvvia!
Vabbé ad essere rompicoglioni anche il titolo “Auguri Auguri Auguri” ammorba il possibile ascoltatore ancor prima di sentire una singola nota. Va bene che il disco è solo una scusa legittima per pubblicare la colonna sonora del film “Il Peggior Natale della Mia Vita” di Alessandro Genovesi con, tra gli altri, Fabio De Luigi, Diego Abatantuono e Mingardi stesso, che non ho visto e onestamente non ho intenzione di vedere ma qualcosa di quanto meno professionale non avrebbe fatto male a nessuno.
La tragedia sembria confermarsi già nel primo atto con il brano d’apertura che dà il titolo al disco. Una ballata languida dall’arrangimento pesantuccio e dal testo irritante. Non posso concepire che dopo 50 anni di carriera Mingardi se ne esca con una roba come:
Tanti auguri
Cancelliamo gli anni duri
La vita è bella
Così com’è
Tanti auguri a te
Tanti auguri
Auguri auguri auguri
Per fortuna da qui in poi le cose cambiano completamente tanto da far pensare che questa fosse una stupida marchetta. “Black ‘n’ White Christmas” come furbescamente suggerisce il titolo è una rivisitazione di “White Christmas” impregnata di jazz e soul; idem per le versioni di “Jingle Bells” e “Silent Night – Astro del Ciel” e via dicendo tutti i classici che ben conosciamo alle volte con la voce di Rachele Amenta che fa da perfetto contrappunto. Non tutte sono versioni imprescindibili, ma comunque godibili e dotate di maggiore anima del 90% delle cover natalizie che ascoltiamo in giro.



Gli sbadigli purtroppo si ripresentano con la seconda ballatona sanremese “Natale Insieme a Te” anni luce migliore della title track ma comunque avulsa dal contesto soul-swing degli altri brani. Chiude virtualmente l’album la nuova versione di “Anche Quest’Anno è Già Natale” che nel nuovo arrangiamento più asciutto e black ne guadagna parecchio pur rimanendo un prodotto sotto gli standard del nostro. Il resto sono scarti principalmente strumentali che servono ad allungare il minutaggio e abbassare l’interesse.
Un disco davvero troppo troppo lungo e non completamente a fuoco: buono per due terzi e per il resto inutile, peccato perché Mingardi potrebbe essere una spanna sopra tutti ma dobbiamo accontentarci di cose da poco. Lasciate perdere questa roba e fatevi invece un bel regalo comprandovi una copia di “Zabajone”.
Tracklist:
01. Auguri Auguri Auguri
02. Black ‘n’ White Christmas (feat. Rachele Amenta)
03. Jingle Bells (feat. Rachele Amenta)
04. Silent Night – Astro del Ciel (feat. Rachele Amenta)
05. Have Yourself a Merry Little Christmas
06. Let It Snow! Let It Snow! Let It Snow!
07. Natale Insieme a Te
08. Sleigh Ride (feat. Rachele Amenta)
09. Jingle Bells Hully Gully
10. Anche Quest’Anno è Già Natale (nuova versione)
11. Christmas Island
12. Santa Cau Is Coming To Soziglia (strumentale)
13. Birth (strumentale)
14. Another Swing (strumentale)