
Il precedente e delicato “With Love”, pur non gridando al miracolo, non ci era dispiaciuto per nulla, ma questo “Brief Encounters” ci lascia davvero interdetti: un tempo regina della disco ora costretta a cercare di nobilitare materia povera o se va meglio cercare di far propri brani d’altri.
La doppia raccolta di inediti è divisa tra un disco più riflessivo “For The Heart” ed un’appendice danzereccia opportunamente chiamata “For The Feet” in pieno eurodance/Hi NRG revival che però suona come una marchetta per cercare di riaffaciarsi sulle piste da ballo come una Louise Ciccone qualsiasi.
Nonostante la qualità altamente discontinua dei nuovi brani, non sorprende che sia il lato maggiormente melodico ad essere più convincente; non lasciatevi ingannare dal pop di maniera del singolo “Someone Else’s Eyes” pechè le sonorità che dominano i brani “per il cuore” sono delicate partiture dal sapore lounge con strizzatine al jazz ed alla canzone cantautoriale.
La voce di Amanda è, nel bene e nel male, quella che conosciamo, purtroppo è la qualità del songwriting che si assesta tra il banale ed il mediocre tra sbadigli a profusione se non peggio quando la nostra mette le mani sui pezzi altrui: la versione di “Back to Black” (Amy Winehouse) potrebbe avere anche un senso nel contesto del disco, ma “I Belong to You” (Lenny Kravitz) o peggio “Perfect Day” (Lou Reed) sono peccati che avrebbero dovuto rimanere nel cassetto.
Gli unici episodi di una certa rilevanza sono l’intima “Cupidon”, “Comment Te Dire Adieu?” (portata al successo da Françoise Hardy, ma con lo zampino del solito Serge Gainsbourg), il tema si M*A*S*H* “Suicide Is Painless” e, dulcis in fundo, la suggestiva ballata “Secret Lover” che suona come “potrei, ma non voglio”.
Archiviato senza rammarico il primo disco ecco che “For The Feet” non fa che confermarci le cattive impressioni raccolte fin qua. “Doin’ Fine” (già incisa dall’australiano Peter Wilson) sembra rincorrere la scia di “Hung Up” fuori tempo massimo, con quel semple di “Daddy Cool” a sostenere il ritornello, nè le cover di “Let the Music Play” (Giorgio Moroder) e “Always on My Mind” (Pet Shop Boys) riescono a migliorare la situazione di molto.
In generale si ha l’impressione che questo secondo CD sia costruito su scarti, per di più riproposti in diverse versioni giusto per allungare il minutaggio; l’unico brano che davvero convince il pieno è “For What I Am (Radio Version)” grazie ad un quel piglio oscuro ed ossessivo, al contrario della pessima versione R’n’B.
In generale un ritorno davvero molto al di sotto delle aspettative per la sempre bella e conturbante Amanda Lear che sembra soffocata dalla sua voglia di proporsi come chansonnierre e la spinte del mercato (della casa discografica?) di cercare di riproporcela come regina della notte puntando sell’effetto memoria. “Brief Encounters” è un brutto compromesso ed una manciata di canzoni carine non riesce a giustificarne l’acquisto di un album addirittura doppio.
Tracklist:
CD 1: For The Heart
01. Someone Else’s Eyes (feat. Deadstar)
02. Back to Black (Amy Winehouse cover)
03. Cupidan
04. I Belong to You (Lenny Kravitz cover)
05. I Don’t Wanna Lose You
06. Fallin’ in Love Again (Eagle Eye Cherry cover)
07. Je m’Appelle Amanda
08. Let’s Love
09. Perfect Day (Lou Reed cover)
10. Comment Te Dire Adieu? (Françoise Hardy cover)
11. Sorrow (The McCoys cover)
12. Suicide Is Painless (song from M*A*S*H*)
13. Secret Lover
CD 2: For The Feet
01. Doin’ Fine (Radio edit) (Peter Wilson cover)
02. Someone Else’s Eyes (All Eyes on the Dance Floor Radio Edit) (feat. Deadstar)
03. This Is Not America (Obsessive Mix)
04. Let the Music Play (Long Version Remix) (Giorgio Moroder cover)
05. Always on My Mind (Radio Edit) (Pet Shop Boys cover)
06. For What I Am (Radio Version)
07. For What I Am (R’n’B Version)
08. This Is Not America (Long Vs. Remix)
09. Always on My Mind (T1’s Club Anthem Mix) (Pet Shop Boys cover)
10. Doin’ Fine (Extended Version) (Peter Wilson cover)
11. This Is Not America (808 Ketamix)