Amy & Alba - Look Into My Eyes (1985 - 7")

Amy & Alba (Parietti) – Look Into My Eyes (1985 – 7″)

Ultimo aggiornamento:

Amy & Alba - Look Into My Eyes (1985 - 7")Tutto si può dire e tutto è stato effettivamente già detto su Alba Parietti: che si sia rifatta, che sia una pessima attrice, che balli come una giraffa intrappolata in un ripostiglio, che non sia riuscita a diventare una vera conduttrice (nonostante abbia popolato, in oltre trent’anni di carriera, tutti i più importanti salotti televisivi in cerca di visibilità e contatti lavorativi) e che, nonostante disperati tentativi, non sia riuscita a convincerci che sappia persino cantare.

Si perché se ci fosse ancora qualche fortunato ignaro là fuori cui sia sfuggito il fatto che Alba abbia anche cantato, beh lo avvisiamo noi: la Parietti ha “anche” una discografia. Non mi sembrerebbe giusto d’altronde non condividere questo dolore con il mondo intero e portare il fardello tutto da soli.

Negli anni ’80 la nostra Alba nazionale, dopo aver provato (inutilmente) a farsi notare con Miss Italia, con le comparsate nei film dei Vanzina, come annunciatrice di Canale 5, valletta, televenditrice, parvenu di vario genere sulle reti Fininvest, ha pensato bene di tentare la carta della musica per accedere al magico mondo della celebrità. Senza riuscirci.

La Parietti ha infatti inciso alcuni singoli italo-disco che sono passati totalmente inosservati al grande pubblico, nonostante i numerosi passaggi televisivi (anche di un certo livello, vedi alla voce Festivalbar) sia in Italia che in Europa. Anche se con risultati alterni (un brano come “Only Music Survives” meriterebbe una rivalutazione), tutto il suo lascito musicale è decisamente da dimenticare.

Il punto più basso della sua discografia resta senza ombra di dubbio “Look Into My Eyes”, brano del 1985 inciso con una certa Amy.

Tutta l’operazione è alquanto fuori luogo fin dall’inizio: Alba Parietti canta un brano pseudo-reggae praticamente plagiato dai Culture Club con una donna che prova a fare la sosia di Boy George. Solo a scriverlo proviamo vergogna per loro.

Questa non meglio conosciuta Amy si concia e balla appunto come una Boy George nostrana, imitandone le mosse, il trucco e i vestiti, indossando persino un bel parruccone simil-rasta, tentando di sfruttare in malomodo l’eco della popolarità del cantante, molto alta in quel periodo. Probabilmente l’ambizione era quella di richiamare alla memoria del pubblico la hit di quattro anni prima “Do You Really Want To Hurt Me”, sperando che fosse passato abbastanza tempo per non notare la somiglianza tra i due brani, ma non troppo da dimenticare il personaggio dei Culture Club. Il risultato è una divertentissima quanto imbarazzante macchietta in cui, nel delirio di tutto, la Parietti fa la figura migliore, o la meno peggio.

Il brano, prodotto da Roberto Gasparini per Merak Music con lo zampino dei fratelli Nicolosi (quelli dei Novecento), è uno scialbo tentativo di arrangiare in chiave pop (quindi con battere e levare) una evidente andatura reggae, un gesto troppo azzardato anche per quegli anni che, oltre a risultare inutile perché non ti fa venire voglia di ballare, è particolarmente banale e prevedibile, senza alcun guizzo, ripetitiva nel modo più irritante. Come se non bastasse la canzone si apre con un parlato pseudo-sexy pieno di “I want you, I need you… Me and you… Baby”… Che neanche il più ispirato Bernie Taupin.

Ma la parte migliore risulta essere la performance delle due: ballano con sincronia ed affiatamento degni di due sordociechi che non riescono a trovare la strada di casa (con tutto il rispetto). La Parietti poi sembra appena uscita da una televendita Annabella, avvolta da una pelliccia da escort di alto bordo.

Nonostante tutto però alla pariettona si perdona tutto… Oppure no?

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