Se vi dico Betobahia probabilmente nella vostra testa comincerà a ronzare il ritornello del suo più grande successo Ciapa la galeina, la canzone che ha rivoluzionato completamente il senso del termine “tormentone”, portandolo ad estremi che nessuno mai avrebbe pensato possibili o accettabili.
Ma come dimenticare altri inni estivi come Patacca vigliacca, Ce l’ho la banana, Muovi la patata, Culo Dance, Viva la figa e La danza dei froci?
Betobahia è l’uomo dei record, sia per le visualizzazioni su YouTube, sia per le imprese promozionali dei suoi brani che lo hanno portato a vincere dei Guinness World Record (maggior numero di persone che si spalmano la crema solare contemporaneamente nella stessa spiaggia, o maggior numero di persone riunite nel fare acquagym): è un’anima divisa tra le spiagge della Romagna e il Brasile, nel «segno di un’estate che vorrei potesse non finire mai» (cit.).
Ma in realtà chi è Betobahia? All’anagrafe risponde al nome di Alberto Pazzaglia e di professione fa il bagnino, oltre ad essere musicista, fotografo e ora anche scrittore della sua autobiografia Ciapa la Galeina: Missione Romagna (Viaggio artistico tra Italia e Brasile) edita nel 2016 da Nuanda Edizioni.
Attraverso brevi racconti il nostro eroe ci rende partecipi di alcune delle tappe fondamentali della sua vita che lo hanno portato a essere l’uomo e l’artista che è diventato oggi. Passando da una adolescenza divisa tra l’oratorio e il rock «da una parte la tunica angelica del chierichetto, dall’altra la passione ruvida per l’heavy-metal», alla decisione di partire per il Brasile «[…] scelsi quella terra per via delle donne. Splendide ragazze con la pelle d’ebano, le lunghe chiome corvine e quel lato B così rotondo che sembra disegnato da Giotto», per arrivare alla scrittura di “Ciapa la galeina”, brano dichiarato nel 2014 Patrimonio Culturale del Dialetto della regione Emilia-Romagna, con tanto di targa ufficiale, dal comune di San Mauro Pascoli (FC), per i dieci anni di successo ininterrotto del brano.
In questo viaggio, perché proprio di storie di viaggio si parla, in una continua andata e ritorno tra Romagna e Brasile, scopriamo la filosofia di vita di Betobahia, quali sono i suoi miti, le sue passioni e i suoi valori.
Un libro che riuscirete a leggere in poche ore, anche grazie a una scrittura elementare e fin troppo riassuntiva, più che racconti sembrano le didascalie del tema “Come hai passato le vacanze?”, che però rendono maggiormente la vera personalità dell’autore: uno spirito semplice, libero e senza pensieri.
A tratti, però, lascia intendere un’alta considerazione di sé, facendosi trasportare in alcune esternazioni fin troppo autocelebrative come «[…] “Ciapa la galeina”, nella sua impalcatura strumentale, rappresenta un unicum nel panorama musicale contemporaneo» e «È una canzone patrimonio dell’umanità», dovute sicuramente più a un peccato d’orgoglio che a vero egocentrismo, ma come possiamo dargli torto, “Ciapa la galeina”, piaccia o no, è un vero successo che potrete ascoltare in qualsiasi villaggio turistico.
Nel libro inoltre vi sono anche degli omaggi al più grande sfornatore di tormentoni estivi alcuni amici scritti da alcuni amici come Paolo Gambi (scrittore e giornalista di stampo ecclesiastico), Gianfranco Gori (scrittore e autore teatrale), Iacopo Baiardi (giornalista del Corriere di Romagna), Miro Gori (poeta) e non ultimo Gianluigi Armaroli (giornalista del TG5) che da sempre segue le imprese di Betobahia e che nella prefazione, in un impeto di celebrazione messianica, descrive l’artista come «[…] una leggenda. Un mito esotico nazionalpopolare fatto di poesia, di musica e di passioni. […] I calzoncini a pinocchietto nascondono a malapena due gambe magre da podista, provate dal passo faticoso sulla sabbia come quelle di altri mitici camminatori dello spirito come Gandhi e Madre Teresa». Che abbia un tantino esagerato?
In allegato al libro, giusto per non farvi mancare nulla, troverete anche un CD con tutti i più grandi successi del Maestro Betobahia, da ascoltare durante la lettura, cercando di trattenere l’impulso di chiamare amici e parenti per coinvolgerli in un travolgente ballo di gruppo da villaggio vacanze.
Che la musica di Betobahia vi piaccia o meno (io lo ammetto, non ne vado matto) dovete riconoscere che sotto-sotto un po’ di invidia la provate per l’uomo che si gode l’estate infinita tra musica, caipirinhe e belle donne; quindi se dopo tutto questo se la tira un po’… fa anche bene.