Anno 2022, il mio primo esperimento sociale dopo la pandemia è stato un intimo spettacolo chiamato Sono stato indie prima di te nel quale Max Collini recita con la sua voce ipnotica e dal delizioso accento emiliano testi tratti da brani moderni più o meno conosciuti della scena indie nostrana. La sua sagacia e l’umorismo rosso (capiremo poi cosa intendo) ha reso questo appuntamento un ricordo indelebile nella mia memoria.
Ma torniamo indietro di qualche lustro, esattamente nel 2005 quando la musica indipendente italiana si arricchiva di una perla, un lavoro così vecchio da sembrare nuovo e dai temi così superati da diventare maledettamente attuali. Sto parlando di Socialismo tascabile (Prove tecniche di trasmissione), primo lavoro degli Offlaga Disco Pax, un improbabile trio di Reggio Emilia formato da due musicisti (Enrico Fontanelli e Daniele Carretti) e un paroliere (Max Collini).
Si tratta di un lavoro asciutto, analogico ed essenziale che riprende la storia e le contraddizioni muscali emiliane, il Soviet punk dei CCCP Fedeli alla Linea e la deriva religiosa del loro frontman Giovanni Lindo Ferretti, le canzoncine spensierate di Orietta Berti (famoso usignolo della vicina Cavriago), il post rock lisergico degli amici Giardini di Mirò e l’evoluzione (post) punk dei Gaznevada approdati senza vergogna all’italo disco (senza dimenticare le storie di rock’n’roll provinciale del primo Ligabue raccontate con quel forte accento emiliano). Queste discordanze vengono riprese nel disco miscelando elettronica minimale, discomusic e siparietti pop, il tutto tenuto insieme dalla voce recitante di Max Collini che racconta vere e proprie storie di vita più o meno vissuta nella provincia emiliana comunista (o “rossa”) d’inizio anni ’80. Un mix di elementi decisamente familiari e contrapposti, ma che suona tremendemente fresco e frizzante, rivitalizzando improvvisamente la scena indi(e)pendente italiana.
I pezzi raccontano di un mondo che non c’è più e che forse non è mai esistito, abbracciando racconti di vita con sarcasmo ed intelligente ironia, un po’ come nella commedia Goodbye Lenin! nella quale il protagonista s’i ‘inventa una Germania Est idilliaca al fine di proteggere la madre, gravemente malata, da qualsiasi tipo di trauma fra cui la caduta del muro di Berlino e la conseguente annessione da parte dei fratelli-nemici dell’Ovest.
I testi e la voce narrante declinano un un’exclave quasi sovietica nel cuore dell’Emilia nel quale si raccontano storie lontanissime, ma vicine di un mondo fatto di lotte di potere, adolescenza, socialismo, amore, militanza, utopie e realtà. Il tutto splendidamente romanzato e rappresentato con un raro mix di sensibilità ed ironia. A dover sceglierne uno impossibile non citare Robespierre, probabimente il loro capolavoro definitivo ed il brano più rappresentativo degli Offlaga Disco Pax, ma l’intero disco va davvero sorseggiato tutto, come una buona bottiglia di Lambrusco.
Il 2008 è l’anno di Bachelite, evoluzione più elettronica e post rock, ma sostanzialmente rimangono «fedeli alla linea» (cit.) pur cercando una progressione stilistica. Un disco importante e meno immediato rispetto al debutto. La differenza maggiore la si trova proprio nei testi, più personali; racconti incentrati sul mondo interiore di Max Collini, con i soliti riferimenti alla periferia rossa ma decisamente meno politicizzati a favore dei rapporti uomo-donna, rappresentati con cura e sensibilità grazie a quei piccoli particolari così incisivi che sembra di poter toccare e conoscere queste figure femminili.
Dei nove brani troviamo chicche quali Dove ho messo la Golf?, un racconto sulla sua auto con l’adesivo di Lula che a fine 2022 suona ancora attuale dopo la sua recente e contestata vittoria alle elezioni presidenziali brasiliane, Sensibile che racconta la storia di Francesca Mambro, un’ex terrorista di estrema destra, che racconta il suo amore con l’assassino neofascista Valerio Fioravanti e infine l’intima e commovente Venti minuti, dove l’amicizia diventa illusione e vince addirittura la morte.
Arriviamo all’epilogo con Gioco di società del 2012, forse il più debole dei tre, ma allo stesso tempo una logiac evoluzione rispetto a Bachelite. L’album è incentrato questa volta su Reggio Emilia, la loro città mentre il suono si fa algido, cristallino ed estremamente minimale, questa volta completamente affidato ai sintetizzatori.
Il suono spoglio e scheletrico fa da contrappunto ai racconti di Max Collini mai così privati ed intimi. Il tema politico è decisamente scemato e ora serve solo come scenario nel quale far muovere i vari personaggi. I brani più rappresentativi sono Tulipani in cui viene narrata la storia di un ciclista che rischiò l’assideramento durante la salita in un Giro d’Italia di fine anni ’80 e Piccola storia ultras che racconta di un coro partigiano della curva della Reggiana e che rimanda a Robespierre, quasi come a chiudere un cerchio.
La favola degli Offlaga Disco Pax si conclude tragicamente il 4 aprile 2014, con la scomparsa prematura del bassista e tastierista Enrico Fontanelli a causa di una malattia.
Li ricorderemo sempre con piacere per avere creato non solo qualcosa di originale ed innovativo, ma anche oltre le mode e fuori da ogni logica commerciale. Con naturalezza hanno avuto il coraggio di inventare e proporre un mondo parallelo nel quale i ricordi e le emozioni prendono vita celebrando ciò che sono stati e probabilmente ciò che saranno.