Di Max Pezzali e del fenomeno 883 si è già detto, ridetto, scritto riscritto, anche qui su Orrore a 33 giri. Fior fiore di sociologi ancora oggi si domandano che cosa possa aver portato, agli inizi degli anni ’90, frotte di allora teenagers ad ascoltare fino allo sfinimento i motivetti da quattro giri di synth e i testi un po’ volgari un po’ guasconi un po’ nostalgici del duo pavese. Ma loro sono ancora lì, a distanza di vent’anni ritornano imperterriti nei discorsi delle rimpatriate tra amici, o saltano fuori nelle autoradio di mezza Italia per riportare quella goccia di ignoranza e di leggerezza che era tipica dei suddetti anni, proprio come quella verruca che uno si ostina a bruciare ma che immancabilmente ritorna nello stesso punto e ci fa anche un po’ piacere “perché forse fa un po’ parte di noi”.
Per tornare alla 883ide, una delle commistioni di “maggior successo” fu quella tra la musica di Pezzali-Repetto e il genere dance commerciale, altro cavallo di battaglia dei “nineties”. Come quindi non citare, dopo il “successo” del grande album “Remix ’94”, la granitica collaborazione tra Max Pezzali e i guru della Unz Unz, gli Eiffel 65 di “I’m blue da-ba-dì da-ba-dà”?
Era il 1999, anno catartico a cavallo tra i due secoli. Degli 883 prima maniera non rimaneva ormai nulla, se non il nome. Max aveva dato alla luce l’album “Grazie Mille”, abbandonando le “repettate” per quello stile più personale e introverso che lo avrebbe caratterizzato in seguito (fino alla ricaduta ignorante degli ultimi anni). Il quarto singolo estratto dall’album tuttavia, per contenuti e ritmica mal si prestava al nuovo stile, trattando di tematiche più ignoranti quali la discoteca (il Celebrità di Pavia, ex Matisse e poi Ombelico), la cubista bona e Max e i suoi amici alle prese con il solito due di picche. Ecco allora la genialata: mixare la metrica del cantastorie pavese con la cassa dritta di un altro gruppo che reduce dai successi oltreoceano del singolo “Blue” si era stabilito come caposaldo della italodance di quel periodo, gli Eiffel 65, il trio composto da Gabry Ponte, Maury Lobina e Jeffrey Jay.
Come un mix tra Mentos mangiucchiate e Coca-Cola light, l’esplosione fu garantita: il singolo, composto da quattro tracce, uscì nel maggio 2000, giusto in tempo per il Festivalbar e per diventare un tormentone di quell’estate. Ricetta da disco di platino assicurata. Non mancava in effetti proprio nulla: le allusioni alle soavi forme della stangona e all’impacciatezza della truppa di Pezzali, l’invidia per i grandi scafati e infine la classica salvatio finale, con un Pezzali ormai famoso che in giro per negozi rivede l’idolo sexy di allora, ormai maritata e figliata, e la guarda con un mix di nostalgia e “machitelhafattofare”. A fare da cornice le inconfondibili tonalità maranza degli Eiffel 65 e un mitico intro mixato delle parole di Max di cui non si capisce nulla, ma che fece la fortuna di tutte le compilation stile Hit Mania Dance e di conseguenza dei venditori abusivi di cd tarocchi sulle spiagge. Per finire, un video stile cartone animato che deve molto a “Johnny è quasi magia”, a ribadire che in fondo eterni Peter Pan non si diventa ma si nasce. E Max questo lo sa bene…
Tracklist
1. La regina del Celebrità (Eiffel 65 Extended Remix)
2. La regina del Celebrità (Eiffel 65 Remix)
3. Viaggio al centro del mondo (Eiffel 65 Extended Remix)
4. La regina del Celebrità (Eiffel 65 Radio Edit)
La Regina del Celebrità
La prima volta che ti ho vista sai
la prima volta che andavo in discoteca di sera
sarà passata un’eternità ormai
però ricordo il casino che c’era
e io e i miei amici già impauriti da
quel mondo che conoscevamo solo
in versione light pomeridiana
d’un tratto nel buio viola del neon
il tuo sorriso splendido
Tu la Regina del Celebrità
bella magnifica senza un’età
quanto ho sognato di parlarti e di conoscerti
Un po’ imbranati e un po’ intimiditi
io e i miei amici non ti guardavamo mai negli occhi
ti guardavamo solo se ti giravi
e invidiavamo quei ragazzi più grandi
che parlavano, ridevano,
scherzavano con te che di cagarci
neanche alla lontana ci pensavi
e nel mio cuore io mi dicevo
vedrai che un giorno crescerò
Tu la Regina del Celebrità
bella magnifica senza un’età
quanto ho sognato di parlarti e di conoscerti
Tu la Regina del Celebrità
la ballerina che senza pietà
entrava nei begli incubi di noi piccoli
Un giorno che ero in giro in centro per caso
dalla vetrina di un negozio ho visto un viso noto
finta di niente mi sono fermato
ed eri tu per mano con tuo marito
e il tuo bambino che dovrebbe avere
a occhio e croce due anni o tre
che strano piacere che ho provato
chissà se qualcuno ti ha detto mai
cosa sei stata tu per noi
Tu la Regina del Celebrità
bella magnifica senza un’età
quanto ho sognato di parlarti e di conoscerti
Tu la Regina del Celebrità
la ballerina che senza pietà
entrava nei begli incubi di noi piccoli
Tu la regina del celebrità
bella magnifica senza un’età
quanto ho sognato di parlarti e di conoscerti
Tu la regina del Celebrità
la ballerina che senza pietà
entravanei begli incubi di noi piccoli