Era un’altra epoca il 1994: Ancelotti non aveva ancora inventato il ruolo del regista davanti alla difesa interpretato pionieristicamente da Andrea Pirlo, nelle telecronache di Bruno Pizzul si potevano udire espressioni rinascimentali quali “converge verso il centro” e il mondo non era ancora pronto al doppio passo di Ronaldo (Luis Nazario Da Lima).
È tempo in qualche modo di affanni per la nazionale di calcio italiana che fatica a trovare una condizione rassicurante in vista dei mondiali di calcio noti al secolo come USA ’94, nonostante la guida di un Arrigo Sacchi maniaco come pochi degli schemi tattici e dell'”umiltè”, e nonostante l’indimenticabile inno “Italia Ancora (Italy Once More)” interpretato dalle Stelle Azzurre che veniva trasmesso a ruota in televisione a ridosso dell’inizio dell’avventura americana.
Eseguito in perfetto stile Publitalia ’80, il brano più che trascinare il tifoso ad incitare la propria nazionale pare debba convincerlo a votare Forza Italia. Per l’occasione densa di attesa e speranza per un’intera nazione, è stata riunita una cricca di primo pelo composta dal fido Diego Abatantuono, dal terzino milanista Paolo Maldini, da un Enrico Ruggeri già da tempo carnefice del punk e dall’eterno scugnizzo Massimo Ranieri (perché quando si deve parlare di sole e amore un napoletano ci vuole sempre).
Il video è introdotto da una serie di immagini confuse, montate ad arte da una sapiente regia, che ci accompagnano fino al momento in cui notiamo i nostri protagonisti intenti nella preparazione per la registrazione in studio. Ruggeri è l’unico che fuma: irriverente come sempre! Comunque, la base musicale è già avviata da un pezzo e si presta a concludere il giro introduttivo quando, all’inizio della seconda tornata, parte Paolo Maldini e non è affatto un bel sentire:
Come si fa poi quando tutto attorno crolla,
dimmi tu come si fa a far scattare la molla,
a continuare a lottare, a costruire,
a lavorare senza mai lasciarsi abbattere,
senza mai lasciarsi andare.
Lasciamo stare e passiamo ad Abatantuono che tira in causa la straordinaria varietà di combinazioni presente nel nostro territorio e invoca l’amore reciproco anticipando un gasatissimo Enrico Ruggeri, imperatore assoluto di un ritornello condiviso in botta e risposta col coro:
Italia ancora, col sorriso e con il pianto,
Italia ancora, con la forza del tuo canto.
Questo è il paese del sole, mare ed amore,
sempre con te sarò.
Italia ancora, si risveglia ogni mattina,
Italia ancora, hai l’America vicina.
Questo è il paese del sole, mare ed amore,
sempre con te sarò.
L’autore avrebbe potuto citare gli spaghetti e il mandolino perché forse non si capisce bene che sta parlando dell’Italia. A scanso d’equivoci, ci pensa Massimo Ranieri a cementare il concetto con una frase inaspettata: “Questo è il paese del sole, questo è il paese d’amore”. Intanto, da sfondo a tutta questa poesia, le immagini degli “azzurri” nella storia.
C’è ancora spazio per l’ultima sgasata di Ruggeri che ruggisce così:
Vai, vai ancora nella mente, della gente.
l’Italia ce l’ha tutto il mondo lo sa,
questa voglia di essere unita e vincente.
Vai ancora nella mente, della gente.
l’Italia ce l’ha tutto il mondo lo sa,
questa voglia di crescere.
Severo ma giusto.
Il brano è stato inserito nella sua versione integrale nella compilation “Gloryland – World Cup USA ’94” ed è prodotto da un trittico di DJ capitanati da DJ Ringo ovvero sinonimo di belle cose. Comunque gli altri due sono Tex e Zippo.
Al mondiale giocammo male gran parte delle partite ed arrivammo in finale per miracolo, perdendo soltanto ai rigori al termine di una partita svoltasi sul filo dell’equilibrio, giocata contro il Brasile. Con un inno come “Un’Estate Italiana” (Giorgio Moroder, Gianna Nannini ed Edorado Bennato) di sicuro avremmo vinto, o forse saremmo arrivati solo terzi.