Queen 1982
I Queen nel 1982 a New York alla presentazione di Hot Space

Queen – Hot Space (1982 – LP)

Ultimo aggiornamento:

queen hot spaceConfesso che non sono mai stato un fan sfegatato di Freddie Mercury e dei suoi accoliti: di tutta la produzione Queen personalmente salverei solo due dischi, il doppio live “Queen Live Killers” (1979), vero bignami delle potenzialità live del primo periodo della band (il migliore), e l’ultimo severo “Innuendo” del 1991 (Se non contiamo – e non vogliamo contarlo – “Made In Heaven” del 1995 con la voce di Freddie “virtuale”), perfetto sipario ad una saga musicale non proprio trascendentale, soprattutto nell’ultimo periodo più mainstream. La triste fine del cantante poi, ha fatto sì che la band diventasse un culto inattaccabile, incentrato in primis sulle capacità istrioniche del suo leader e relegando in secondo piano alcuni episodi musicali, bisogna dirlo, non proprio felicissimi.

“Hot Space” è per l’appunto uno di quei passi falsi che i quattro avrebbero ripetuto qua e là negli anni a venire, soprattutto negli album solisti, ma mai in maniera così clamorosa. Probabilmente gasati dal successo planetario di un pezzo dance-rock come “Another One Bites The Dust” del 1980 (pubblicato come ultimo singolo da “The Game” su suggerimento di Michael Jackson) Freddie Mercury assecondato da John Deacon volle bissare l’inaspettato exploit commerciale del singolo con un intero album che potesse portare la band nei dancefloor senza rinnegare l’anima rock, o almeno questa era l’idea. Brian May e Roger Taylor avevano idee un po’ diverse ma assecondarono il frontman e le classifiche in un mondo dove la discomusic, seppure prossima all’implosione, dominava ancora la scena musicale.

Queen 1982
I Queen nel 1982 a New York alla presentazione di Hot Space

Come produttore fu confermato Reinhold Mack che aveva già lavorato su “The Game”, alla tragica colonna sonora del film Flash Gordon e che, guarda caso, da una parte nel mainstream ci sguazzava ormai da anni come ingegnere del suono per gli Electric Light Orchestra (che avevano realizzato un paio di singoli disco) e dall’altra rivestiva il ruolo di produttore per colossi del rock come Rolling Stones (anch’essi non immuni alla moda dell’epoca con il successo “Miss You”), Scorpions, Deep Purple e David Coverdale.

Per trainare il nuovo LP fu scelto come singolo “Body Language”, assemblato furbescamente sulla falsariga di “Another One Bites” ma ancor più teso verso un suono da discoteca. L’assenza totale della chitarra di Brian May, il testo scarno e un giro di basso filtrato su schiaffi di batteria elettronica evocano qualcosa che, più che un concerto rock, assomiglia ad una pista da ballo stracolma di maschioni a torso nudo che si dimenano sudati in un gay club. Non sorprende dunque che nel documentario Days Of Our Lives del 2011, il solito May dichiarò che la dislocazione dello studio di registrazione a Monaco in prossimità di alcuni locali notturni sadomaso influenzò molto l’ispirazione e le frequentazioni notturne di Mercury.

Più o meno lo stesso trattamento venne riservato a “Dancer”, “Staying Power” e “Back Chat” ricche anch’esse di suoni funky sintetici che sicuramente assecondano le frequentazioni notturne del cantante ma che non hanno nulla a che fare con il glam rock più o meno barocco dei Queen. Prima di chiudere il lato A c’è il tempo per la robotica “Action This Day”, una sorta di new wave-disco meccanica.

Per trovare canzoni un po’ più in linea con ciò che conoscevamo fino a quel momento bisogna aspettare il quartetto di brani che inizia sulla seconda facciata del vinile: “Put On The Fire” però potrebbe essere solo poco più che una B side dei dischi precedenti e la sensazione di un’ispirazione complessiva non ai massimi livelli viene confermata dalla scolastica “Life Is Real” (ballata dedicata all’ex Beatle John Lennon scomparso da poco) e le inutili “Calling All Girls” e “Las Palabras de Amor”. Prima dell’ultima traccia appiccicata per ragioni di marketing c’è tempo per “Cool Cat” completamente cantata in falsetto che riporta il disco sui territori black della prima facciata.

Nessuno dei pezzi contenuti nel disco resterà un classico nelle esibizioni live negli anni a venire a parte “Under Pressure” scritta e cantata in combutta con David Bowie. In questo caso si tratta di un brano pubblicato come singolo nel 1981 che ebbe una genesi autonoma dal resto dell’album e non a caso viene posta in chiusura come appendice.

David Bowie e Freddie Mercury
David Bowie e Freddie Mercury

Ascoltando “Hot Space” si ha la sensazione di qualcosa di irrisolto, forse se si fosse trattato di un one off completamente elettronico avrebbe avuto almeno un senso di divertissement che in questa confusione di momenti sintetici e gioviali armonie mainstream rock latita alquanto. Magari avrebbe fatto da perfetto contraltare ad un suo gemello totalmente rock come avvenne per i due LP “A Night at The Opera” e “A Day At The Races” usciti in sequenza (ma in questo caso simili tra loro).

I Queen furono sempre molto attenti a non stravolgere troppo i gusti dei fan, per cui il successivo lavoro in studio “The Works” del 1984 metterà più a fuoco la macchina da guerra musicale trovando una giusta quadratura tra chitarre ed elettronica nell’anthem “Radio Ga Ga” e rialzerà di netto le quotazioni e la reputazione musicale del gruppo e del suo leader, uno showman di poliedrica unicità che non smetterà di dare notizia di sé fino alla fine dei suoi giorni, sia che lo si vedesse incitare folle oceaniche con mantello e corona sul palco a Wembley nel 1986, sia che ancheggiasse in minigonna e parrucca armato di lucidatrice nel video di “I Want to Break Free”. Del resto il mito rimane il mito, con tutte le sue debolezze.

Tracklist:
A1. Staying Power
A2. Dancer
A3. Back Chat
A4. Body Language
A5. Action This Day
B1. Put Out The Fire
B2. Life Is Real (Song For Lennon)
B3. Calling All Girls
B4. Las Palabras De Amor (The Words Of Love)
B5. Cool Cat
B6. Under Pressure (feat. David Bowie)

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  1. Premetto di essere un fan dei Queen, quindi la mia analisi sarà per certi versi influenzata da ciò. Detto questo, penso che chi abbia scritto l’articolo qui sopra pecchi gravemente di incoerenza: da ciò che leggo sembra che Freddie Mercury sia un artista qualunque che è diventato famoso solo perché ha fatto una fine tragica. Già il fatto che tu ritenga Innuendo il miglior lavoro tra tutta la discografia della band è un controsenso, poiché il disco è stato registrato quando Freddie era con un piede nella fossa, mica roba da tutti… eppure per cosa c’è scritto sembra che ogni comune cantante possa farlo.
    Tornando ad Hot Space, secondo me non è un album così pessimo come molti dicono; non è di certo il solito sound dei Queen e gli stessi Brian May e Roger Taylor lo ripudiano come un figlio diseredato, ma gli spunti interessanti e la sperimentazione non mancano di certo! Pezzi come Las Palabras de Amor e Life is Real sono molto particolari e rivoluzionari per l’epoca, dopotutto i Queen sono stati sempre un passo avanti a tutti.
    Per finire, sono dell’idea che una band possa piacere e non piacere, è giusto e sacrosanto, (d’altronde non siamo tutti uguali) ma da qui a sminuire una band come i Queen ci vuole tanto coraggio. Almeno se non ti piacciono riconoscine il valore artistico, anche perché molte canzoni della band sono conosciutissime in tutto il mondo ancora oggi. Se i Queen fossero davvero quello che dici tu mica ci avrebbero fatto un film sopra!

  2. Questo album è così brutto da essere stato di ispirazione per l’album più venduto di tutti i tempi, cioè Thriller di Michael Jackson? Qualcosa non torna…
    Secondo me contiene anche dei capolavori come “Las palabras de amor”, che ho apprezzato ancor di più dopo aver visto il video tratto dalla loro apparizione a Top of the pops:
    https://youtu.be/qaeKSQUdBE4

  3. Posso?
    Puoi non essere un fan dei Queen, ma 1) trovo nel tuo testo allusioni moralistiche verso la vita privata di Freddie Mercury, un moralismo che spesso si pensa provenire solo dai “conservatori” d’ogni sorta, quando – invece – è tipico di certi ambienti “alternativi” dall’aria pseudo-intellettuale e pseudo-snob; 2) usi la parola “mainstream” come fosse il Diavolo.
    Non so, vuoi davvero far passare Jeff Lynne e la sua ELO come “una nullità mainstream”??? Non so… stai discutendo uno degli autori di canzoni più prolifico al mondo… che fa, se è “mainstream” allora fa schifo o non è degno d’ascolto??? E che mi dici di gente come Supertramp, Alan Parsons, gli stessi Genesis dopo Gabriel, ecc.?
    Basta con questa retorica post-punk che ha seppellito, purtroppo, fenomeni perfetti di gruppi-canzone, come se fare una canzone ed azzeccarne la melodia fosse l’anti-musica.
    Per me l’anti-musica è semmai il minimalismo stonato della New Wave: come la mettiamo?

  4. Premessa: sono un fan dei Queen. Sarò quindi molto parziale nei miei giudizi, proprio come voi..
    Li avete voluti forzatamente inserire in questa rubrica, a mio avviso, “giusto per”, visto che state maltrattando un disco forse non riuscitissimo sotto alcuni aspetti, ma sicuramente non brutto.
    Innanzitutto trovatemi un disco dei Queen che sia uguale all’altro: è impossibile. Sono tutti diversi e pieni zeppi di esperimenti, persino su Innuendo, l’ultimo LP (Es. Bijou, canzone “capovolta”). Il glam, da voi citato, era forse roba relativa ai primi dischi, ma certamente i Queen non ci hanno costruito su una carriera.
    Hot Space vanta alcuni pezzi storici, come Under Pressure, Las Palabras de Amor, Life Is Real, Put out the fire che da soli ne giustificano l’acquisto (o il download:))). A me piacciono anche i pezzi minori come Cool Cat. E poi i soli di chitarra!!!Sono delle perle!!Ad averne chitarristi con tanto gusto!!!!
    Gente come Nuno Bettencourt annovera HS fra le proprie fonti di ispirazione principali, mica Bau Bau Micio Micio, quindi pensiamoci bene su prima di gettarlo alle ortiche, eh…
    Ma poi questa frase assurda “…furono sempre molto attenti a non stravolgere troppo i gusti dei fan”, ma come fate a scriverla?Stiamo parlando della stessa band che nel Greatest Hits I vantava, all’epoca della pubblicazione di HS, 17 successi commerciali uno diverso dall’altro!!
    Guardatevi la tracklist: Crazy Little Thing Called love, We will rock you, Bohemian Rapsody, Another One Bites the Dust….tutte diversissime fra loro!!E non parliamo del resto della produzione Queen!!!
    Ve lo dico io cosa si aspettavano i fan dei Queen all’epoca: l’ennesimo disco diverso!!!!!E lo sapevano bene TUTTI! Ed infatti persino il disco seguente, The Works, era diverso da quelli precedenti e da quelli seguenti! …E SOPRAVVOLIAMO su quel “Opera” e “Races” simili fra loro…non vi prendete licenze solo perché una band non vi piace…

  5. Tra l’altro a quello che ha scritto questa recensione, decisamente discutibile, gli piacciono, a parte Innuendo, i veri dischi brutti dei Queen: Live Killers, che odiava anche il gruppo perché registrato in maniera ignobile, e l’imbarazzante post mortem Made in Heaven. Quindi è davvero una fonte non attendibile. Hot Space tra l’altro è un disco di pop funky elettronico decisamente interessante anche perché vira su altri lidi che non devono essere sempre e solo gli stessi, Bowie insegna. E’ poi e stato fonte di ispirazione per Thriller di Michael Jackson, contiene Under Pressure Body Language che è un gran lavoro di basso funky e sintetizzatori abilmente prodotti da Mack. Alex ti consiglio comunque di analizzarlo bene un gruppo prima di recensire un album. I dischi dei Queen sono altri, Queen 2, Sheer Heart Attack, A night at the opera, A day at the Races….ti piace Live Killers proprio perché ci sono tutti i pezzi di questi dischi, quindi tutto torna.

  6. Ahimè, anche se sono un vero fan della band, devo ammettere che Hot Space è una mezza schifezza.
    Dico “mezza” perché credo contenga un bel po’ di spunti interessanti che,purtroppo, sono stati sviluppati proprio male. Il difetto maggiore del disco è di voler essere dance e funky senza avere il minimo “tiro” ritmico, dato che il tutto è eseguito con una terribile e freddissima drum machine. Penso che Hot Space sia l’ultimo vero disco avventuroso dei Queen che, dopo aver preso la mazzata dei fans, hanno iniziato a tornare sui loro passi e, tranne qualche eccezione, a sperimentare molto poco.
    L’idea di contaminare rock e disco era nell’aria da un po’, basta pensare ai Blondie o ai Duran Duran o al futuro Thriller, ma mentre in quei casi rimaneva evidente che i brani erano eseguiti da un gruppo rock, in Hot Space la band non esiste e il povero May viene proprio zittito senza motivo.
    Anche il produttore Reinhold Mack ha le sue colpo, visto il pessimo suono generale, ma forse lavorare con delle star esaurite non dev’essere stato semplice 😉

    In ogni caso quei brani suonati live si trasformano e, pur non diventando dei capolavori, finalmente hanno il potere di farti ballare! Come questo: https://www.youtube.com/watch?v=XrGhMeqR1lI

  7. Veniamo al sodo https://bit.ly/2pka8EF, e poi https://bit.ly/2qQAz60. Due link per gente curiosa, no spam ma solo condivisione di ricerche e analisi troppo lunghe per essere scritte qui. Non è roba difficile per chi vuol capire. Si astengano i perdi-tempo. Ah, dimenticavo: chiunque abbia canzoni migliori da proporre al posto del famigerato Hot Space “scagli il primo disco”.

    Detrattori e sostenitori, due facce della stessa medaglia.

  8. Sicuramente questo è un album diverso dal sound tipico dei Queen, ma non lo trovo brutto, anzi ha notevoli spunti che influenzeranno alcuni artisti in futuro, uno su tutti Michael Jackson. Lui stesso ha dichiarato di essersi ispirato a hot space nella composizione del suo album Thriller. Nei live le trovo anche migliori. (Vedi in live at the bowl)

  9. Io sono di parte ed e’ vero che questo album è stato diverso..
    Ma rimane un album unico e fonte di ispirazione per tanti
    E con dei gran pezzi
    Ma chi ha mai fatto musica come i queen……
    Andatelo ad ascoltare dai….

    1. Io ci sono cresciuto con i Queen e li apprezzo molto (non solo le hits cantate da tutti) ma questo disco è inascoltabile, una pacchianata atroce.

  10. Non ho mai amato molto i Queen, ma qui davvero hanno voluto sembrare quello che non erano. Chissà come si sarà sentito May, con quella sua mentalità da ingegnere (materia in cui si è laureato e su cui ha scritto due libri: mica ceci!).

    1. Infatti si è laureato in fisica… d’altra parte anche wikipedia è a pagamento e non accessibile 😉

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