Personalmente non ho mai compreso il motivo della fama di Fabio Testi, un attore che ha vissuto della rendita di giusto una manciata di film in cui faceva la parte del belloccio dalla dizione incerta e che negli anni recenti è riuscito a toccare il fondo più volte a partire dalla collaborazione con la paragnosta trangender Nicoletta Paciaroni, passando per la politica, candidandosi nel 2007 come sindaco di Verona e riuscendo ad ottenere un ammirevole 0,4% delle preferenze, per poi passare l’anno successivo al Popolo delle Libertà nel Mondo, regalandoci altri momenti memorabili con i suoi spot elettorali.
Oggi però vogliamo proporvi un’altra perla della sua fulgida carriera che ingiustamente pochi ricordano, un “meraviglioso” 45 giri intitolato “Palma De Majorca” uscito a metà anni ’80, vera icona della cheesy music più infima.
https://www.youtube.com/watch?v=co65pyXHe6o
Il 7” dovrebbe essere utilizzato come breviario sulle cose da non fare nell’industria discografica; la copertina è un omaggio involontario alle produzioni turche di fine anni ’70 a partire dal font utilizzato per il nome, passando per lo sfondo rosa e finendo con il primo piano del nostro, truccatissimo e impreziosito da un bel paio di baffi da vero homo heroticus.
La canzone è poco più di una sigla televisiva, una easy listening estremamente artefatta e stucchevole, affogata da un romanticismo da libri Harmony:
Tornare a Palma De Majorca
su quella spiaggia innamorati
tutta una vita noi felici
su quella spiaggia io e te
Tutto questo ben di Dio viene incorniciato dalla voce di Fabio Testi, assolutamente fuori contesto, legnosa e soprattutto congenitamente incapace di beccare una nota che sia una.
https://www.youtube.com/watch?v=YxxStRGh-uo
Il lato B è altrettanto atroce, l’autobiografica “L’artista” (anche se stentiamo a crederlo) è una slow pop song che sembra uscire da qualche telenovela di serie z, regalandoci sinistre vibrazioni al basso ventre quando il nostro ci culla con le sue baggianate che non riuscirebbero a convincere neppure la donna più stolta, confidandoci quanto il suo cuore sia toccato dal sesso occasionale di una notte; ma a chi vuoi darla a bere?
Un capolavoro dell’orrido che non poteva rimanere impunito.