Pippo Baudo Presenta le Ricette in Musica

Pippo Baudo ci presenta le ricette in musica

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Pippo Baudo Presenta le Ricette in Musicala fine degli anni ’70 segnò la definitiva consacrazione di Pippo Baudo a mostro sacro della televisione italiana che, assieme a Mike Bongorno e a Corrado Mantoni, traghettò dai grigi anni in bianco e nero agli sfavillanti anni ’80. Ma tutto questo non ci interessa, piuttosto ci piace ricordare un piccolo, insignificante dischetto in vinile distribuito nel 1979 come omaggio dalla ditta di prodotti alimentari Althea.

In un’ardita capriola di prpto-guerrilla marketing i dirigenti della società pensarono bene d’investire un buon gruzzoletto e ingaggiare la faccia più amata dalle casalinghe italiane (questo a loro dire, sia chiaro) per promuovere i loro prodotti.

Il problema era come far arrivare il messaggio nelle cucine di tutta la penisola e quale migliore soluzione se non con delle ricette musicali? Ecco pronto un bel 7” a 33 giri e per non scontentare nessuno un piatto del Nord Italia da una parte e uno del Sud dall’altra, con il presentatore siciliano a rappresentare le isole (o almeno così ci piace pensare) in una sorta di unità tricolore dannatamente camp.

Cara signora eccomi qua!
Ma eccomi qua chi? Chi sono? Sono Pippo Baudo!
Buonasera, buongiorno, buon pomeriggio!
E sono pronto a seguirla in cucina con le ricette in musica Althea.

Non poteva iniziare meglio questo “Pippo Baudo presenta le ricette in musica” che in pochi secondi dipinge lo stereotipo della famiglia italiana di quell’epoca: la donna, chiaramente casalinga, angelo del focolare domestico, passa le sue giornate badando alla casa, portando a scuola i figli, guardando la televisione e chiaramente cucinando in attesa del ritorno a casa del marito dopo una luga giornata di lavoro.

In questo piccolo mondo antico Pippo Baudo, con voce impostatissima, conduce per mano la malcapitata sulle note barocche del primo stacchetto introducendo la scialba ricetta dei risi e bisi (una specie di risotto liquido ai piselli); siamo sicuri che non ci fosse un piatto un po’ più gustoso da poter scegliere nella tradizione gastronomica veneta? Ad aumentare l’inappetenza arrivano i rintocchi di fisarmonica della nota “La mula de Parenzo”, (quella che fa “La mia morosa vecia leri-lerà / la tengo per riserva leri-lerà”) brano tradizionale del Friuli – Venezia Giulia in una sorta di concezione allargata del ricco Nord-Est. Un po’ come presentare la ricetta della cassata siciliana sulle note dei Tenores de Bitti.

Appuntati tutti gli ingredienti, tra cui una scatola di piselli surgelati della Althea (e ti pareva!) parte la musichetta del brano (questa volta veneto) “Me compare Giacometo” mentre noi rimaniamo come dei poveri mona con gli ingredienti sul tavolo. Terminato lo stacchetto finalmente il nostro Pippo si decide a istruirci su come preparare il piatto e una volta fatto, con aria beffarda, non manca di prendere bellamente per il culo la povera casalinga di Voghera (sì, perchè quella di Pordenone non ha certo bisogno della ricetta dei risi e bisi) con un improvviso scatto di piacioneria incontrollata:

Ah… Buono!
Si prepari ai complimenti dei suoi commensali!
Brava! Bravissima! Eccezionale! Buono!
Ancora! Ancora cara, ne voglio ancora!

Una reazione cosí inspiegabile per una forchettata di risi e bisi è francamente assurda a meno che la signora non abbia offerto al conduttore prova di altre specilitá della casa che, a causa delle limitazioni tecniche del supporto audio, non possiamo vedere.

A chiudere la prima facciata scoccano le note del canto alpino “Vinassa vinassa” impregnate dell’immancabile fisarmonica che ci spinge a farci un paio di bicchieri di grappa e cordiale per farci coraggio e affrontare la seconda facciata del disco.

Per fortuna sul lato B, come nella migliore tradizione degli stereotipi d’Italia, risplende il sole caldo e pacioso del Sud non appena Pippo Baudo elenca gli ingredienti per un perfetto filetto di merluzzo alla napoletana (chiaramente usando quello surgelato della Althea) e via con la ricetta. Qui le canzoni popolari hanno un ritmo più allegro rispetto alle terribili nenie venete, ma di fatto fungono solo da sottofondo essendo prevalentemente strumentali a parte quella iniziale che non siamo stati in grado di identificare (se tutte e tre siano effettivamente campane lo ignoriamo). Una volta conclusa la ricetta questa volta Pippo Baudo, stranamente, non si lascia andare a sperticate lodi alla massaia di turno. Forse non é amante del pesce o forse preferisce le donne del Nord?.

La cosa davvero interessante è invece la scoperta dell’esistenza di altre ricette disponibili su musicassette che era possibile richiedere con “appositi tagliandi”; visto che ad oggi di questa roba pare non esservi traccia, probabilmente “l’effetto Pippo Baudo” non fu così deflagrante sulle vendite come sperato della divisione marketing della Althea, forse troppo avanti per i tempi vista l’invasione di trasmissioni culinarie, chef in prima serata e youtuber enograstronomici di oggi.

In ogni caso buon appetito!

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