Chi sono questi Mod. n°4? Se provate a cercare informazioni su di loro troverete ben poco riguardo alla biografia di questo gruppo. Certo, si sa che verso la fine degli anni ’80 un giovane e non affermato Giorgio Panariello prese parte al progetto musicale ideato dal DJ e produttore Marco Bresciani, ma la cosa finisce lì, e forse tanto basta. Tutt’altra pasta se invece vogliamo arrivare al succo, ovvero la cosa che c’interessa più di tutte: la musica.
Troverete negli store digitali un disco intitolato “Judicta e Altre Storie”, ovvero l’unico LP rilasciato a nome Mod. n°4 Questo è il tipico progetto che ebbe una certa notorietà ai suoi tempi ma che col passare degli anni venne risucchiato in un dimenticatoio pari ad un buco nero, quindi ben venga anche a discapito della loro biografia.
“Mussolini Disco Dance”, brano del 1989 scritto insieme a Giuliano Crivellante dei Radiorama, ripropone la formula che era già stata esibita l’anno precedente con i singoli “Judicta” e “Judicta II” ovvero ritmica danzereccia quanto occorre, una musicalità vagamente accennata (vuoi con le linee di basso o con qualche sample di brani famosi) ed infine il tratto più distintivo: la voce di Panariello che, a briglia sciolta, si lancia in imitazioni di Vasco Rossi, Roberto Benigni, Renato Zero, Lino Banfi e addirittura Giovanni Paolo II, solo per citarne alcuni.
Stessa cosa per questo brano dove addirittura il duo prende di mira la figura di Benito Mussolini parodiando la sua dichiarazione di guerra del 1940 qua trasformatasi in una “dichiarazione di festa” su una base house. Il comico toscano più che nella voce cerca la risata nella frase in sé e per sé, imitando il modo di dirla e talvolta lasciandosi andare in battute che spiazzano nella loro buffonaggine così semplice. La migliore di tutte rimarrà “Oh Benito! Mi sono comprato una camicia”, “È nera?”, “No. È rossa!”. Seguiranno altri scambi di battute, imitazioni in napoletano sul tema di Radio Londra e quant’altro.
Onestamente, non c’è molto altro da aggiungere. Come operazione è da apprezzare perché fa parte di un qualcosa che replicare oggi sarebbe impensabile se non ad un livello prettamente underground, ma nella sostanza il pezzo non ha molto da dire. Pecca oltretutto di una lunghezza eccessiva per quel poco che propone e sembra più che altro una scusa per permettere a Panariello di gigioneggiare a suo piacimento.
Chi apprezza il comico toscano o i musicalmente più perversi non troveranno il disco né fastidioso né esagerato, così anche chi nella sua adolescenza si è imbattuto in questa “Mussolini Disco Dance”. Tutti gli altri passeranno tranquillamente oltre.