C’è un grosso mistero attorno alla figura di Maria Teresa Ruta: da sempre ci si chiede come sia possibile che una donna come lei non sia mai riuscita nel corso della sua carriera ad esaltare il potenziale di sex appeal insito nel ruolo di biondona della TV.
L’abbiamo vista in molte sfaccettature: presentatrice, valletta, fotomodella, attrice di commedia sexy, ma l’impressione è sempre stata quella di un “potrei ma non voglio” che un po’ ci lascia sempre a bocca asciutta e piuttosto amareggiati…
Non parliamo poi dell’esperimento canoro che ci accingiamo a recensire: “La focaccia”, lato B del primo 45 giri inciso dalla bella torinese nel 1987, intitolato “Avessi un istante”.
Come accade per molti altri lati B, le pretese non sono esigenti: ciò che però lascia costernati è la qualità del risultato finale. Parliamoci chiaro: di canzoni “riempidisco” ne abbiamo sentite tante, più o meno interessanti, ma “La focaccia” appartiene a quella categoria che definirei del “triplo perché”.
Perchè infatti incidere una canzone con una base pateticamente stile pianola da balera e con sonorità che già nel 1987 suonavano ampiamente vetuste? Perché insistere per l’ennesima volta su ritmiche latine-spagnoleggianti, quasi a voler confermare lo stantìo teorema celebrità della TV canterina = canzone latino-americana? Soprattutto, perché dare alle stampe una produzione che invece di esaltare le presunte doti canore di un’artista le affossa inesorabilmente?
Per buon tacere dei classici doppi sensi pierineschi («la focaccia con la salsiccia»?): un condensato di topoi triti e ritriti che non giustificano a nessun titolo la teoria del “tanto è il lato B”.
A fare da cornice (tristissima) una copertina in puro stile “parrucchiera anni ’80” che esalta sicuramente i voluminosi boccoloni di Maria Teresa Ruta, ma non la sua oggettiva bellezza: una scelta grafica e artistica che mette cover e disco sullo stesso livello delle produzioni amatoriali tanto in voga sulla riviera romagnola.
L’insuccesso de “La focaccia” è rimasto nell’immaginario comune, minando anche il potenziale del lato A, “Avessi un istante”: una canzone di livello sicuramente più elevato, che ben si inserisce nel continuum musicale del panorama italiano di quegli anni.
Povera Maria Teresa! E dire che te lo abbiamo sempre detto: valorizza di più il lato B! Ne avremmo giovato sia noi che tu stessa.