Sollecitato e solleticato da un amico ho provato a dare una chance alla nuova fatica dei Pooh, soprattutto perché vedere la band alle prese con brani beat mi incuriosiva.
Sicuramente con questo album la band ha fatto tombola, prendendo canzoni solide e già note e riverniciandole con moderne sonorità da stadio rock; astuta anche la mossa di marketing di piazzare il termine “beat” nel titolo per attirare l’attenzione dei nostalgici.
Il disco da un punto di vista prettamente “professionale” è molto valido, nulla da dire: sonorità rock moderne, produzione scintillante e patinata quanto basta, senza tralasciare le buone potenzialità radiofoniche; purtroppo la musica quando diventa “mestiere” è già morta e quindi se andiamo ad analizzare il disco sotto una diversa prospettiva, le cose sono “leggermente” diverse.
Il disco di beat ha solo la scaletta (ed anche qui ci sarebbe da discutere, infatti come è possibile considerare beat “Gioco di Bimba” de Le Orme e “Eppur Mi Son Scordato di Te” (arrangiata in chiave “Eleanor Rigby”) dei Formula 3 e scritta da Lucio Battisti che può essere considerata tutto fuorché beat!), mentre per il resto è un baccanale di chitarroni che arrivano a flirtare anche con l’hard rock (“Mi Si Spezza il Cuor”, “La Casa del Sole”, “Un Ragazzo di Strada”) e anche se talvolta reinterpretano con maggiore personalità i brani (“E’ la Pioggia Che Va”) non riescono ad andare oltre il banale appiattimento degli originali ricoprendoli con uno strato di vernice musicale più vicina a Vasco Rossi che al famoso movimento socio-culturale di metà anni ’60.
Siamo ben lontani da una “regeneration” e non parlo del beat in questione, ma anche dei Pooh stessi che sembrano essersi rifatti il trucco per continuare a piacere ai vecchi fan e cercare di ammaliare i più giovani; tristemente la cosa pare aver funzionato visto che l’album ha già conquistato il disco di platino in prevendita.
Un disco perfetto per essere musica di sottofondo alla Rinascente, per il resto non salverei granché e spenderei meglio i miei risparmi per comprarmi gli originali, poi ovvio che se vi accontentate di musica da Festivalbar e di una cover band da sagra della polpetta questo disco è ottimo, ma per carità il beat non è questo.
Tracklist:
01. E’ la pioggia che va (Rokes)
02. La casa del Sole (I Bisonti)
03. Pugni chiusi (I Ribelli)
04. Che colpa abbiamo noi (Rokes)
05. Un ragazzo di strada (I Corvi)
06. Eppur mi son scordato di te (Formula 3)
07. 29 Settembre (Equipe 84)
08. Mi si spezza il cuor (Sorrows)
09. Nel cuore e nell’anima (Equipe 84)
10. Per vivere insieme (I Quelli)
11. Così ti amo (I Califfi)
12. Gioco di bimba (Le Orme)