Nei primi anni ’90, con la fine della Democrazia Cristiana e prima dell’avvento delle Authority, probabilmente non c’era un garante che controllasse la legalità delle canzoni presentate al Festival di Sanremo.
Questo è l’unico motivo plausibile per cui il brano Caramella ce l’abbia fatta sino alla prima serata: nessuno se n’è accorto.
Leo Leandro, al secolo Leopoldo D’Angelo, con voce e vestiti da inguaribile maniaco, racconta della sua cotta per una minorenne. Da notare che all’epoca lui aveva solo 24 anni anche se dimostrava 40. Citiamo testualmente: «Hai sedici anni, ma guarda tu / ormai io li ho passati da un po’ / ma tu mi piaci troppo però / mangi troppe caramelle, gnam gnam gnam / scappi e lasci i brividi a pelle».
Parliamo poi dell’infallibile ritornello? «Caramella all’albicocca, guarda che bocca / caramella alla mora, guarda che bona / caramella stammi stretta, ma quanta frutta / ti chiedo un bacio e ti fai brutta / caramella alla pera, che merendera / caramella anche alla mela, che seno a pera / vieni a casa mia stasera / ma vieni sola, mi ridi in faccia e scappi via». Chicca finale, il mini assolo di oboe che esce sbagliato per la troppa emozione.
Sul lato B del 45 giri troviamo una versione “Techno Mix” che aggiunge assurdità all’incredibile. In casi come questo vorrei conoscere il DJ che abbia avuto il coraggio di mettere questo remix ad una sua serata e stringergli molto forte la mano.
Senza dubbio la canzone più brutta della storia di Sanremo. Soprattutto perché nessuno se n’è accorto. Volete la riprova di quanto scriviamo? Ecco che cosa ne pensava nel 1993 il Corriere della Sera riguardo a Leo Leandro: «Al secolo Leopoldo D’Angelo, napoletano, classe ’69, oboista diplomato al Conservatorio, un tour con De Crescenzo, voce un po’ velluto un po’ vetriolo. Gioca la carta dell’ironia con un brano su una “sventola” sedicenne che “mangia troppe caramelle, ride e scappa via” lasciando “brividi a pelle”. Il ritmo dai colori fine anni 60 fa venire voglia di ballare.»



Leo Leandro si è poi trasferito a New York sparendo dai palcoscenici italiani, di lui ci rimane qualche raro video in cui canta al bar del paese ma soprattutto un canale Youtube con brani ricchi di pathos.
Caramella
(S. Jovine, Leopoldo D’Angelo e S. Jovine)
Esco dal portone e poi via
Sei sempre sotto lì casa mia
Che sventola, mi guardi e vai via
E poi ti giri, mamma mia
E mastichi qualcosa, cos’è, cos’è
Andiamo al bar, mi prendo un caffè
Tu prendi tante caramelle
Ti guardo e sento brividi a pelle
Caramella all’albicocca, guarda che bocca
Caramella alla mora, guarda che bona
Caramella stammi stretta, ma quanta frutta
Ti chiedo un bacio e ti fai brutta
Caramella alla pera, che merendera
Caramella anche alla mela, che seno a pera
Vieni a casa mia stasera
Ma vieni sola, mi ridi in faccia scappi via
La sveglia ormai non mi serve più
Uno squillo, e già io so che sei tu
Mi pensi, io ti penso di più
Hai sedici anni, ma guarda tu
Ormai io li ho passati da un po’
Ma tu mi piaci troppo però
Mangi troppe caramelle, scappi e lasci i brividi a pelle
Caramella all’albicocca, guarda che bocca
Caramella alla mora, guarda che bona
Caramella stammi stretta, ma quanta frutta
Ti chiedo un bacio e ti fai brutta
Caramella alla pera, che merendera
Caramella anche alla mela, che seno a pera
Vieni a casa mia stasera
Ma vieni sola, mi ridi in faccia scappi via
Caramella all’albicocca, guarda che bocca
Caramella alla pera, che seno, che merendera
Caramella stammi stretta, ma quanta frutta
Ti chiedo un bacio e ti fai brutta
Ma vieni sola, mi ridi in faccia e scappi via
Ma vieni sola, mi ridi in faccia e scappi via.