Fabio Volo

Gli inizi canterini e giustamente dimenticati di un giovane Fabio Volo

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Fabio VoloFabio Volo è un po’ come Lorella Cuccarini negli anni ’80: simpatico, belloccio, poliedrico e soprattutto amato dalle mamme.

A differenza della “più amata dagli italiani” che almeno sapeva ballare, il nostro non possiede alcuna capacità artistica particolare ma negli anni, forse grazie a un patto con il diavolo (ovvero Claudio Cecchetto) si è rivelato come una sorta di piccolo Re Mida dei media (radio, TV, libri, cinema): qualsiasi cosa faccia piace al pubblico.

Forse essere il benchmark della mediocrità, il riuscire ad arrangiarsi in molti ambiti senza eccellere in nulla, il non prendere mai posizioni nette o scomode, l’atteggiamento un po’ sfigato dell’amico del bar sotto casa, fatto sta che il nostro si è costruito una schiera di fan fedelissimi che lo seguono in ogni sua nuova avventura.

Pochi ricordano però che tra il 1994 e il 1996 Fabio, all’anagrafe Fabio Bonetti, tentò senza fortuna la carriera discografica incidendo una manciata di inutili brani dance per l’etichetta bresciana Media Italiana con il nomignolo di Fabio B. o semplicemente Fabio. Fu solo per caso che il nostro assunse il cognome d’arte che tutti conosciamo e che gli portò tanto successo, prendendolo in prestito dall’ennesima hit mancata, questa “Volo” che oggi vi proponiamo.

Ascoltando il brano si respirano a pieni polmoni le classiche atmosfere dance dei primi anni ’90 (prendete una canzone dance a caso di quel periodo e suonerà assolutamente identica) senza far gridare allo scandalo, ma non avendo neppure nulla di memorabile e con un appeal pari ad un pacchetto di salatini nel deserto.

Fabio VoloSe tralasciamo il testo che sembra scritto sotto l’effetto di funghi allucinogeni, la parte peggiore è la voce davvero opaca, incolore e anonima dell’aspirante cantante (per tacere del marcato accento bresciano che non impreziosisce l’opera).

Insomma avrete capito che sarebbe stato meglio che Fabio avesse continuato a cantare sotto la doccia, ed è esattamente quello che è successo visto che nessuno si è filato questa robaccia da cestone dell’Autogrill.

Per fortuna, una volta raggiunta la fama, ha saggiamente evitato di riprovarci limitandosi a fare il curatore per qualche compilation (e ti pareva).

Volo

E Adesso Volo
sempre più in alto fino a che
diventa cielo
ogni emozione dentro me.

Notte fonda e sto lavorando sopra questa città,
la mia strada ora è come il vento, dove mi porterà?
E la musica mi accompagna, sta suonando in un bar
pieno di gente che parla di se
domande senza un perchè.

E adesso volo
sempre più in alto fino a che
diventa cielo
ogni emozione dentro me.

E adesso volo
diventa cielo.

Da lontano una luce accesa la conosco è la tua
tu che sogni sul letto stesa stai volando anche tu,
io ti osservo e non dico niente, fai già parte di me.
Io che non riesco a parlare con te
ma non capisco perchè.

E adesso volo
sempre più in alto fino a che
diventa cielo
ogni emozione dentro me.

E adesso volo…

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