John Denver Please, Daddy (Don't Get Drunk This Christmas)

John Denver – Please, Daddy (Don’t Get Drunk This Christmas) (1973 – 7”)

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John Denver Please, Daddy (Don't Get Drunk This Christmas)Per alcuni, i veri Stati Uniti non sono da ricercare nelle city: la caotica New York, la corrotta Washington o la gentrificata Detroit; in realtà l’essenza americana va trovata nella provincia, nelle pianure del Mid-West o nell’Oklahoma della Dust Bowl.

La musica utilizzata per esprimere questa realtà è melodica ma allo stesso tempo ruspante, fatta di melodie calde e tematiche vicine all’esperienza di vita reale della gente (chiaramente bianca), insomma quelli che potremmo definire i real American. Il folk-rock e il country sono tutto questo.

Immancabile come un assolo di armonica a bocca, poteva in tutto questo panegirico non essere presente il tocco natalizio country-folk a stelle e strisce? Certamente no! Ad offrircelo è uno dei guru di genere: il grande John Denver, quello di “Take Me Home, Country Roads” per intenderci, mica pizza e fichi!

Nel suo primo album natalizio del 1975, dall’evocativo titolo “Rocky Mountain Christmas” (il Natale delle Montagne Rocciose) Denver alterna interpretazioni di carole tradizionali, pezzi famosi e brani propri, tra cui l’emblematica “Please Daddy (Don’t Get Drunk This Christmas)”, che in italiano suona come “Ti prego papà, non ubriacarti questo Natale”.

Uscita dalla penna di Bill Danoff e Taffy Nivert, proprio gli stessi che scrissero “Take Me Home, Country Roads”, la canzone è in realtà un brano riciclato dall’album “Farewell Andromeda” che venne accolto tiepidamente da critica e pubblico; pubblicata addirittura come singolo nel 1973 non riuscì ad andare oltre la parte bassa della top 100 di Billboard.

John Denver evidentemente credeva nelle potenzialità di questa canzone recuperandola per il suo primo disco di Natale. Nonostante il tema festivo il brano è un vero e proprio pugno nello stomaco, che cozza con lo spirito lieto degli altri pezzi dell’album.

Please Daddy don’t get drunk this Christmas
I don’t want to see my Momma cry.
Please Daddy don’t get drunk this Christmas
I don’t want to see my Momma cry.

La storiaccia è raccontata dal punto di vista di un bambino di otto anni, che ricorda al padre l’episodio natalizio dell’anno precedente, in cui questi rincasò a tarda notte completamente sbronzo, tanto da collassare sotto l’albero di Natale. Proprio un bel regalo, specialmente per la povera mamma…

Just last year when I was only seven
now I’m almost eight, as you can see
you came home a quarter past eleven
and fell down underneath our Christmas tree.

John Denver Please, Daddy (Don't Get Drunk This Christmas)
Il country boy John Denver

Probabilmente abituata alle sbornie dello scellerato marito, la mamma cerca di sdrammatizzare e invita il piccolo a ritirarsi nelle sue stanze. Al frugoletto però non passano inosservate le lacrime che rigano il volto della povera donna, beffardamente accompagnate dalle risate e dagli schiamazzi dell’ubriacone che, nel frattempo, si è ripreso ed augura a tutti Buon Natale.

Mama smiled and looked
outside the window
she told me: «son
you better go upstairs». 
Then you laughed and hollered
«Merry Christmas»
I turned around and saw
my momma’s tears.

Ancora oggi ci si interroga sulla volontà di John Denver di inserire una canzone come questa tra pezzi come “Rudolph the Red-Nosed Reindeer”, “Silver Bells”“Silent Night, Holy Night”. Alcuni sostengono di vederci un richiamo autobiografico, visti i noti problemi dell’artista nella gestione della dipendenza all’alcool. Noi di Orrore a 33 Giri crediamo invece più alla zampata del vecchio coyote, che non poteva far passare un album dal titolo “Rocky Mountain Christmas” come una raccolta di zuccherose carole da focolare. Dopotutto il country-folk è bello anche perché è brutto, sporco e cattivo, come papà che si sbronza alla vigilia e come probabilmente fece lo stesso John Denver.

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  1. Comunque “Rocky Mountain High” è una delle canzoni più famose di John Denver, ed è probabile che il titolo dell’album sia una parodia di quello

  2. Al commento fatto sopra aggiungo “Yesterday’s Wine” di Willie Nelson, e “Drinking My Baby (Off My Mind)” di Eddie Rabbitt che è un invito esplicito a sbronzarti se le tue storie d’amore vanno male. E sicuro ne dimentico.

    Del resto questi cantanti reputano il Kentucky e il Mississippi i posti più belli al mondo. Qualche bicchiere devono averlo bevuto.

    1. Ringrazio per l’integrazione e allora aggiungo ‘Wine Colored Roses’ di George Jones, lui stesso un’ottima spugna.

  3. Come noto, il tema dell’alcol e dell’alcolismo percorre tutto il repertorio country, e citiamo solo due esempi: Loretta Lynn che imperiosamente ammonisce il marito ‘Don’t Come Home ‘A Drinkin’ (With Lovin’ On Your Mind)’, ossia ‘Non tornarmi a casa sbronzo (con l’idea di fare l’amore)’, e Jerry Lee Lewis che amaramente riflette ‘What Made Milwaukee Famous (Made A Loser Out Of Me)’, cioè ‘Quello che ha reso Milwaukee famosa (ha reso me un perdente)’: in questo caso si parla della birra, uno dei cui grandi centri di produzione- stante anche la folta comunità di emigrati tedeschi- è appunto Milwaukee, nota negli USA come ‘Beer Town’.

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