Jasmine Carola e Jai Carol Gigli, ovvero il tocco sexy del mezzogiorno in famiglia italiano. I nomi delle due avvenenti gemelle bionde forse non ci dicono nulla; il curriculum tuttavia è di prim’ordine per i canoni della televisione italiana. Figlie dell’artista Carlo Gigli, veterano del panorama musicale italiano degli anni ’60 e ’70, vantano una presentazione alla kermesse di bellezza Miss Italia e una presenza fissa nella trasmissione “Il Lotto alle Otto” in compagnia di Stefania Orlando, altra artista canterina, e Tiberio Timperi.
A sdoganarle ufficialmente nell’immaginario sexy di Mamma Rai è la partecipazione al contenitore del week end “Mezzogiorno In Famiglia”, in cui le stesse ci allietano con la loro presenza nei vari stacchetti e fungendo da vallette, con una caratteristica positiva: il presentarsi sempre con minigonne giropassera e tacchi 14.
In effetti “Il Comitato” ha sempre dimostrato di saperne una più del diavolo in quanto ai veri gusti dell’italiano medio, su tutte le mise latex di Adriana Volpe, che in fascia protetta e grazie al vento si prodigava in sinuosi giochi stile Catherine Zeta Jones tra fili di lana e labirintici zigzag, seguendo le indicazioni del fortunato (e allupato) telespettatore in collegamento telefonico. Tradizione che è stata riportata fedelmente dalle “biondone di Amadeus” nel videoclip del loro singolo di esordio musicale, “Walking Into Your Love”, un pezzo dalle sonorità acustico-dance non proprio originali, ma pur sempre orecchiabili, vista la peculiarità sempre piacevole del genere di riferimento.
Ciò che salta più agli occhi, tuttavia, sono le immagini che accompagnano la musica: gli immancabili tacchi vertiginosi con plateau fetish, un trucco pesantissimo che non rende giustizia all’oggettiva bellezza delle due cantanti, un’atmosfera da bodyguard torbida, da “ambienti che contano”, che non sfigurerebbe in un episodio di The Lady, alternata a stacchi di scosciate ed ammiccamenti da film a luci rosse. Impossibile infine giudicare la prestazione canora delle due gemelle, visto l’abuso di tecniche di editing musicali che correggono dizione e intonazione.
Un pezzo sinceramente evitabile, ma godibilissimo per chiunque sostenga di avere una cultura di TV spazzatura e di orrori a 33 giri. Un must invece per gli appassionati del feticismo da fascia protetta di Rai Uno e da televisione per la famiglia italiana.