Gli anni ’90 non sono stati un decennio fortunato per l’hard’n’heavy classico e molte band famose sono state gambizzate dalla moda del grunge che ha portato un po’ di aria fresca. A parte Guns N’ Roses (che poi implosero), Bon Jovi e Aerosmith (che cominciarono a svendersi entrambi) tutti i maggiori act “hair metal” (termine odiosissimo quanto efficace) del decennio precedente sparirono dal circuito mainstream.
Al contrario i Jackyl, giocando con la loro immagine di redneck del r’n’r e con un umorismo piuttosto rozzo, nella prima metà del decennio scorso ottennero ottimi consensi (un po’ come accadde agli Ugly Kid Joe) prendendo parte a Woodstock ’94 e avendo l’onore di ospitare Brian Johnson (voce degli AC/DC) in un loro album.
Il loro fortunatissimo debutto autointitolato (prodotto da Brendan O’Brien, uno dei produttori simbolo del grunge da classifica – Pearl Jam e Stone Temple Pilots tra gli altri) divenne doppio platino negli USA senza un motivo preciso: il cantante Jasse James Dupree sembrava un Brian Johnson in erba, il suono è un datato heavy-boogie dai retaggi southern quindi nulla a che vedere con le sonorità che imperversavano all’epoca, ma la loro assurdità trovò terreno fertilissimo tra la “Beavis and Butt-Head generation” che omaggiarono prendendo parte alla splendida compilation “Beavis and Butt-Head Experience”.
L’album fu guidato dalla loro canzone-manifesto “The Lumberjack” (il boscaiolo) un blues metallizzato al testosterone di scuola AC/DC, ma piuttosto standard (tra l’latro moooolto simile proprio a “The Jack” della band australiana), che sarebbe passato del tutto inosservato se non fosse stato impreziosito da una motosega “suonata” dallo stesso Dupree che la utilizza come una vera a propria chitarra sia in fase ritmica, ma soprattutto solista e che diventerà, volente o nolente, il loro marchio di fabbrica ed il climax assoluto degli spettacoli live.
Dopo un paio di album la band tornerà nell’anonimato, ma incidendo (o sarebbe meglio dire intagliando?) il loro nome nella memoria collettiva come il “gruppo che suona la motosega” anche se in realtà il loro hard rock dai ritornelli facili aveva l’unico difetto di essere uscito nel decennio sbagliato.
Colpo di di genio o cagata pazzesca? Ancora non ho capito, ma forse semplicemente una “cagata geniale”; come direbbero loro “that’s the way we like it”.