Jackyl The Lumberjack

Jackyl – The Lumberjack (1992 – singolo)

Ultimo aggiornamento:

Jackyl The LumberjackGli anni ’90 non sono stati un decennio fortunato per l’hard’n’heavy classico e molte band famose sono state gambizzate dalla moda del grunge che ha portato un po’ di aria fresca. A parte Guns N’ Roses (che poi implosero), Bon Jovi e Aerosmith (che cominciarono a svendersi entrambi) tutti i maggiori act “hair metal” (termine odiosissimo quanto efficace) del decennio precedente sparirono dal circuito mainstream.

Al contrario i Jackyl, giocando con la loro immagine di redneck del r’n’r e con un umorismo piuttosto rozzo, nella prima metà del decennio scorso ottennero ottimi consensi (un po’ come accadde agli Ugly Kid Joe) prendendo parte a Woodstock ’94 e avendo l’onore di ospitare Brian Johnson (voce degli AC/DC) in un loro album.

Il loro fortunatissimo debutto autointitolato (prodotto da Brendan O’Brien, uno dei produttori simbolo del grunge da classifica – Pearl Jam e Stone Temple Pilots tra gli altri) divenne doppio platino negli USA senza un motivo preciso: il cantante Jasse James Dupree sembrava un Brian Johnson in erba, il suono è un datato heavy-boogie dai retaggi southern quindi nulla a che vedere con le sonorità che imperversavano all’epoca, ma la loro assurdità trovò terreno fertilissimo tra la “Beavis and Butt-Head generation” che omaggiarono prendendo parte alla splendida compilation “Beavis and Butt-Head Experience”.

L’album fu guidato dalla loro canzone-manifesto “The Lumberjack” (il boscaiolo) un blues metallizzato al testosterone di scuola AC/DC, ma piuttosto standard (tra l’latro moooolto simile proprio a “The Jack” della band australiana), che sarebbe passato del tutto inosservato se non fosse stato impreziosito da una motosega “suonata” dallo stesso Dupree che la utilizza come una vera a propria chitarra sia in fase ritmica, ma soprattutto solista e che diventerà, volente o nolente, il loro marchio di fabbrica ed il climax assoluto degli spettacoli live.

Jackyl The Lumberjack

 

Dopo un paio di album la band tornerà nell’anonimato, ma incidendo (o sarebbe meglio dire intagliando?) il loro nome nella memoria collettiva come il “gruppo che suona la motosega” anche se in realtà il loro hard rock dai ritornelli facili aveva l’unico difetto di essere uscito nel decennio sbagliato.

Colpo di di genio o cagata pazzesca? Ancora non ho capito, ma forse semplicemente una “cagata geniale”; come direbbero loro “that’s the way we like it”.

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  1. Oddio… adesso mi hai mandato in crisi.
    Preferisci forse la Cotoletta alla Milanese col Riso allo Zafferano?
    JJ

  2. a Dublino bazzico spesso un bar dove fuori dalla porta c’e’ una statua del compianto Phil Lynott.

    Per il pesto va bene, anzi benissimo, una sola cosa mi inquieta: far crescere il basilico sul balcone a Milano non gli dona un “piacevole” restrogusto al piombo? Magari non abiti in una zona trafficatissima…

  3. Caz**o, certo che la sapete lunga voi… A me piacevano i Thin Lizzy… pensa un po tè…

    Vikk, se vieni a Milano, ti preparo il pesto col basilico che sto coltivando sul mio balcone!!!

  4. bhe’ forse la risposta canadese agli AC/DC forse no (tra le due band non c’e’ neppure gara), ma come tributo canadese alla band australiana ci puo stare.

    scondo me gli Ugly Kid Joe (di cui posseggo orgogliosamente tutta la discografia) sono stati fin troppo sottovalutati l’EP di debutto ed il primo disco sono un ottimo crossover tra funk, metal e hard rock, il loro secondo disco e’ una bella tamarrata e perde quei tocchi funk, ma contiene anche canzoni che avrebbero fatto gola a piu’ quotate band piu’ quotate.

    Purtroppo quando si ha un atteggiamento ironico e di strafottenza per il genere che si suona non si viene mai presi sul serio, basti vedere band come Die Apokalyptischen Reiter o Electric Six

  5. Grandi!!!

    Questo è hard rock con le palle, rozzo ma efficace… se vogliamo la risposta canadese agli ac/dc!

    a parte tutto nutro grande simpatia per questo genere di band che come gli Ugly Kid Joe hanno picchi di genialità e poi tornano nell’anonimato… ma escono di prepotenza dal calderone anche se solo per un istante.

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