Tutti quanti ricordiamo il compianto Gianni Boncompagni come uno dei personaggi di spicco della televisione e della musica italiana. Nessuno come lui probabilmente è stato tanto lungimirante e produttivo nel proprio campo, scopritore di talenti come Ambra Angiolini e ideatore di programmi storici della TV come Non è la Rai o Carramba che sopresa della Raffaella nazionale.
Ben prima della sua fase televisiva Boncompagni è stato tra i più importanti personaggi radiofonici italiani: la sua spiccata personalità, il suo carisma e il suo gusto per l’umorismo nonsense sono state tra le caratteristiche che lo hanno definitivamente consacrato come il migliore DJ dell’epoca tanto da contribuire con le sue trasmissioni alla moda musicale del paese (fu lui stesso col suo programma Bandiera Gialla, solo per citare il più famoso, a favorire la diffusione della musica beat in Italia a livello popolare).
Al di là della sua esperienza in cabina dietro la console della Rai non tutti conoscono i dischi in cui fu egli stesso a mettersi in azione, tra questi un paio di singoli pubblicati negli anni ’60 sotto lo pseudonimo di Paolo Paolo.
La più interessante di queste canzoni è un misconosciuto lato B del 45 giri “Il coltello“. Un brano carino e di una certa serietà ma abbastanza nella norma per non dire anonimo mentre è la seconda facciata a sfoggiare la creatività a briglia sciolta di Gianni Boncompagni: “Tre civette sul comò” è sostanzialmente una versione riadattata molto liberamente della celebre filastrocca e suonata in stile beat con tanto di basso frastornante, batteria ossessiva, organo elettrico e assolo di chitarra graffiante in stile Kinks.
Nel brano i tre volatili notturni non copulano con la figlia del dottore, ma bensì sono solo la minima parte di un bizzarro quanto variegato insieme di animali che compiono le azioni più surreali e insensate (ma dopotutto ripensandoci nemmeno nella filastrocca originale le cose sembravano avere molta logica).
Non ho esitazione nel definire il brano uno dei capolavori perduti del beat italiano: assolutamente irresistibili le strofe surreali e i versacci di questo inaspettato Boncompagni musicale, il quale non ha perso la minima occasione per mostrare il suo spirito goliardico e dadaista senza lasciarsi trascinare a tutti i costi dalla tanto pretesa serietà di molti cantanti dai toni melodrammatici dell’epoca.
In ogni caso per certi versi si può dire che questa piccola e oscura “Tre civette sul comò” ha rappresentato, a suo modo, una pietra miliare nell’evoluzione della musica demenziale italiana e anche in questo caso poco noto possiamo riconoscere, per l’ennesima volta, il genio di un grande dello spettacolo in Italia a 360 gradi. Grazie di tutto Gianni.
Tre Civette sul Comò
Biri biri biri bò
tre civette sul comò
Tre soltanto e quattro no
(uno – due – tre !)
Biri biri biri bà-à-à-à
Tre tapiri sul sofà-à-à-à
E se il quarto arriverà…
(uno – due – tre!)
Non ne voglio più di tre
(Mai più!)
(uno – due – tre)
Biri biri biri bù-ù-ù
Tre elefanti su un bambù (attenti ora!)
Non ne voglio mai di più (mai!)
(Uno – due – tre – pam!)
Biri bir bir bi-i-i-i-i
Tre giraffe su un tassì
E la quarta non salì (poverina!)
(one – two – three – bam !)
Non ne voglio più di tre (mai mai mai)
(Uno – due – tre – boom!)
Biri biri biri bo
Tre elefanti su un bambù
(eh eh eh uh!)
Non ne voglio mai di più
(one – two – three – bam!)
biri biri biri bi-i-i-i-i
Tre giraffe su un tassì
E la quarta non salì (no no!)
(one – two – three – pam !)
non ne voglio più di tre (mai più di tre!)
(Uno – due – tre!)
Eh eh eh eh
c’mon c’mon c’mon c’mon…
Ah ah ah ah ah ah…
ghe ghe ghe ghe ghe ghe ghe ghe
Tre giraff- tre giraff- tre giraff-
Ah! ah! ah! ah!
Dieci dieci dieci…
Ah-a ah-a ah-a-ah!
ah ah ah ah
cicadà cicadà cicada…