C’è stato un momento della mia vita (che tuttora continua con meno prepotenza) in cui il criterio di scelta del ragazzo era principalmente musicale. Il meccanismo era semplice e quasi lombrosiano: dimmi che cosa ascolti e ti dirò che tipo di relazione potremmo avere. Ovviamente questa tipologia di selezione evidenziava grandi falle e spesso succedeva che dopo un’ora e mezza di Joy Division e fantasie su una vita insieme, arrivava la dura realtà a risvegliarmi. E di solito suonava come la peggior canzone dei Lunapop.
Una delle storie più melense che io abbia mai avuto è combaciata, incredibilmente, con un’eccezionale scoperta di musica bellissima, quasi tutta punk e underground e anche se ci siamo lasciati, a me rimane sempre “Un Mondo Fichissimo”.
Siamo nei primi anni ’90, Torino era la culla e l’incubatrice della musica punk nostrana. Torino come Londra, con i Nerorgasmo da una parte e i Sex Pistols dall’altra. Con un gap di 20 anni. Torino con tanto talento ma molto meno successo (purtroppo) della gemella inglese.
In mezzo all’ondata punk e underground all’insegna del DIY torinese ci sono anche questi pesciolini: I Fichissimi, gruppo della scena che pubblica il suo primo e unico disco nel ’94. Punk sporco, grezzo, volutamente grossolano a ricordare Queers e Ramones, accompagnato da testi che si collocano tra l’odio per il potere, il disagio adolescenziale, l’impegno sociale e la figa (che non fa mai male).
“Un mondo fichissimo” è un album che ho letteralmente consumato, non che ci voglia un grande impegno visto i 19 e rotti minuti di durata, ma qui si tratta di amore viscerale, incondizionato e devotissimo. Potrei limitarmi a valutarli dal punto di vista musicale e culturale ma sarebbe come voler misurare il valore di una persona in base ai soldi che ha in tasca. Non si può e non mi interessa farlo.
“Un mondo fichissimo” è più di un disco: è l’espressione dei sentimenti provabili in una vita, magari detti con parole che non ci appartengono, ma sicuramente con un’efficacia irraggiungibile.
L’effetto che mi ha fatto la prima volta che l’ho sentito nel 2010 è quello di un ricordo atavico, come se quel disco l’avessi ascoltato già milioni di volte tanto che alcuni momenti della mia vita, precedenti alla scoperta de I Fichissimi, hanno comunque come colonna sonora un loro pezzo.
Tra gli altri meriti che riconosco a questo gruppo, oltre ad essere una personale pietra miliare del punk italiano e rappresentanti di un’ideologia naïve al limite della tenerezza, è quello di essersi autoprodotti tirando in mezzo il centro sociale El Paso di Torino e la fanzine Barocchio, Abbestia! regalandoci un concentrato di rabbia, fischi, sorrisi e timidi limoni.
Ad ogni ascolto, anche oggi, “Un mondo fichissimo” mi provoca il rimpianto di non aver vissuto quella scena in quegli anni e di esserne venuta a conoscenza in ritardo e solo grazie al mio metodo di selezione del consorte.



In questo brodo di giuggiole una menzione d’onore la conquista la cover cover di “Ricominciamo” di Adriano Pappalardo (reintitolata “Lets Begin Again”) che assieme alla loro versione di “Perdono” di Caterina Caselli sono state i cuscini musicali che ho inzuppato di lacrime quando, all’epoca della scoperta de I Fichissimi, la storia melensa finì drammaticamente.
Nel parlare di tragedie compiute, per farvi capire il cuore di questo gruppo, di seguito trovate le parole spese in occasione dello scioglimento (sì, come le migliori star hanno rilasciato uno statement): “…Noi Fichissimi non suoneremo oggi e non suoneremo più. Se del punk ti interessa solo la musica puoi guardarti MTV, comprarti i dischi da Rock&Folk o da Zapping e cacciare fuori trentamila lire per il gruppo punk in concerto. Di noi non hai bisogno, anzi noi non ti vogliamo. I Fichissimi non erano qui per portare il loro messaggio a più persone possibili. Non erano qui per intrattenere nessuno, non siamo profeti e nemmeno musicisti. […] Troppi tra voi hanno comprato il nostro disco come un qualunque altro prodotto, senza capire che prodotto non voleva e non doveva essere. […] C’è stato chi ha venduto la prima stampa del nostro 7″ a venti carte a qualche collezionista. C’è stato chi si è stupito quando gli abbiamo detto che al Rototom, alla Dracma e nelle discoteche alternative non avremmo suonato, anche se l’ingresso sarebbe costato cinquemila come in un posto occupato. […] Questa sera non vi siete divertiti, non avete consumato i pochi attimi di libertà che avevate come volevate, avete sprecato il vostro tempo libero. E domani torneremo tutti alla nostra vita di merda. Che tristezza, vero?”
“Un mondo fichissimo” è un’icona di quello che il gruppo era e rappresentava, giustamente rimasta unica produzione concetrnata in un singolo 7″ perché, si sa, bissare un capolavoro è quasi impossibile.
Questa notte ha ballato tutto quello che ha potuto,
glielo leggi in faccia tutto quello che ha bevuto
sarà come mi consolerò ogni volta che ascolterò I Fichissimi.
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Tracklist:
A1. Lisa non se ne andrÃ
A2. Come un tonno
A3. Gianni è un metallaro
B1. Mi sono innamorato della tipa di una casa
B2. Lets Begin Again (Ricominciamo – Adriano Pappalardo cover)
B3. Mi alleno contro un muro