Che carriera invidiabile quella di Gloriana (nata Giovanna Russo): pupilla di Mario Merola, partecipa per la prima volta al Festival nel 1976 con scarsissimo successo per poi approdare nei primi anni ’80 alla sceneggiata napoletana recitando in capisaldi del genere come “Giuramento” e “I Figli So Piezze ‘e Core”, diventandone una delle starlette.
Ritenta il successo nel 1983 con questo struggente canto “di protesta” per i disagi causati dal disservizio delle Ferrovie dello Stato. Infatti, a causa del ritardo del treno atteso, Gloriana è costretta a convivere con la folcloristica umanità presente sul binario.
Racconta quindi del calabrese che le offre un sorso di vino mentre addenta un panino o del controllore che glissa per non dirle quanto ritardo ha effettivamente il treno. Una volta salita finalmente a bordo i suoi problemi non sono finiti. Non avendo prenotato il posto a sedere è costretta a farsi il viaggio in piedi. E mentre cammina tra un vagone e l’altro ne approfitta per fare una profonda riflessione sul teorema della vita: “La vita è come una stazione, c’è chi parte e c’è chi resta” o, se preferite la buona vecchia rima, “La vita è fatta a scale, c’è chi scende e c’è chi sale”.
La mia giacca è sulla sinistra
La valigia nella destra
Tra saluti ed abbracci in stazione
C’è chi parte e chi resta
Il mio treno è un po’ in ritardo
Non ho potuto prenotare
Dovrò fare il mio viaggio in piedi
Sì, ma voglio partire
Mentre mando giù un panino
Un calabrese mi offre del vino
Dice, sto qui a lavorare
Ma anch’io voglio tornare
Sei certa, quando parti e sei felice
Che laggiù qualcuno aspetta
E di riabbracciare finalmente lui, che voglia matta
A un ferroviere chiedo se è in orario
Il treno per la coincidenza
E ritarda un altro treno ci sarà, pazienza
La mia giacca è sulla sinistra
La valigia nella destra
Tra spintoni e spallate ho trovato
Un posto più in testa
C’è chi parte per amore
E gli batte forte il cuore
C’è chi invece va lavorare
Chi a scuola o a militare
La donna quando parte è già sicura
Che laggiù qualcuno aspetta
Ed è un po’ triste sai quando saluta chi lì resta
Se poi perde un’amica ed è convinta
Di trovarla tra la gente
Si accorge in fondo poi che lei, lei non era come tante
E guardo le stelle lassù e volo via
Con i pensieri sai mi fermo a casa mia.
Il pubblico, all’epoca ancora poco sensibile all’argomento, non accolse con grande entusiasmo il pezzo, complice un grossolano errore da parte dei fonici, che fece sì che questa canzone venisse eliminata subito; l’artista napoletana avrebbe dovuto infatti cantare dal vivo mentre il risultato fu un disastro con la base preregistrata che si accavalla al cantato in diretta facendo rimanere anche in imbarazzo Gloriana stessa che è costretta a far finta di niente per tutto il brano, ma ormai il danno era fatto.
Lo stesso errore fu commesso anche per Viola Valentino con “Arriva Arriva” e per Sibilla con la sua splendida “Oppio”. Gloriana venne eliminata subito e “Il Mio Treno” non venne nemmeno inserita nell’album uscito subito dopo la partecipazione al Festival. Dopo questo secondo fallimento sanremese Gloriana, per fortuna, non ha più varcato i confini della Campania, diventando una delle più celebri interpreti della canzone napoletana. E a noi va benissimo così.