Giovanni Gigliozzi non è il chitarrista di un gruppo beat degli anni ’60 e neanche l’hammondista di una band lisergica di capelloni. Tutt’altro: è stato un giornalista e speaker radiofonico italiano (dagli anni ’40 fino agli ’80, giornalista Rai dal 1945, ideatore di Radiocampidoglio e altre trasmissioni) e candidato come consigliere comunale per il comune di Roma nella lista della Democrazia Cristiana.
Vi domanderete il motivo della sua presenza su queste pagine. Semplice, mi trovo un 45 giri fra le mani che lo riguarda direttamente: “Da Radiocampidoglio al Campidoglio”, un disco di propaganda elettorale del quale non riesco a definire con precisione l’anno di stampa. Probabilmente le elezioni comunali per cui è stato funzionalmente inciso si saranno svolte fra il 1958 ed il 1966 (chi sa qualcosa si faccia avanti). L’unica traccia di Giovanni Gigliozzi come personaggio politico, presente nell’archivio storico delle elezioni del sito web del Ministero dell’Interno, riguarda l’anno 1958 e lo vede non eletto per la circoscrizione regionale del Lazio dominata da Giulio Andreotti.
In seguito ad una intro orchestrale ha inizio il messaggio del candidato Giovanni Gigliozzi che mostra un’indubbia padronanza del mezzo di comunicazione e parla con voce estremamente rassicurante, a tratti paterna.
“Cari amici, sono vent’anni, mille domeniche che questa musica, ispirata al folklore di Roma, viene a trovarvi attraverso la radio”.
Ricorda agli elettori di essere già stato un punto di riferimento nell’accogliere la voce dei cittadini romani con i quali “insieme, mediante una critica serena e costruttiva, siamo riusciti a fare qualcosa”. Tutto ciò fa da preludio ad una serena spiegazione dei motivi che l’hanno spinto a scendere in campo. Il suo stile, con debita distanza, mi ricorda qualcuno. In qualche modo può essere anche considerato il precursore dello scempio denunciato in un altro nostro articolo (I 10 peggiori inni politici italiani).Oppure, parlando seriamente, può aver anticipato un modo di diffondere la politica su nuovi supporti.
“Ho voluto accompagnare la mia richiesta con il dono da parte delle voci che amate di antichi motivi romani, antichi e nobili perché spontanei, sgorgati dal cuore di un grande popolo”.
Questa frase del mite candidato democristiano come consigliere al Campidoglio, alla fine del discorso impresso sulla prima facciata, introduce un lato B di puro intrattenimento, offerto da Gigliozzi ai suoi elettori.
Sul secondo lato troviamo inciso per intero un brano intitolato “Echi Romani” che non è altro che il rifacimento di un brano popolare fiorentino del 1934 interpretato da Carlo Buti dal titolo “Bella Ragazza dalle Trecce Bionde” (la musica è tratta dal poema sinfonico “Capriccio Italiano” di Pyotr Tchaikovsky, 1880, e interpretata nel 1974 da Orietta Berti la quale ha avuto un gran successo in carriera nonostante stia sempre un passo indietro rispetto al resto del cosmo). La versione proposta dall’aspirante onorevole Gigliozzi è interpretata da Giorgio Onorato, collaboratore in ambito musicale dello stesso giornalista in “In Diretta dal Caffè Greco”, trasmesso da via Condotti e dalla poco nota Rosetta da Roma.
Abbiamo avuto modo di ascoltare un disco molto interessante, offertoci dalla nostra voce amica in Campidoglio.
“E ricordate: scudo crociato, numero trentasei, Giovanni Gigliozzi. Grazie, amici carissimi”.