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Amami Lara, la canzone di Eugenio Finardi ispirata da Tomb Raider

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Un messaggio universalmente allarmante emerge da questo brano: la Playstation fa malissimo. Rincoglionisce completamente, stermina i neuroni, sparge il sale su quel poco che rimane nella scatola cranica e tanti saluti.

Eugenio Finardi - Amami Lara (singolo)

Non si spiega altrimenti questo caduta in picchiata di un cantautore eccellente come Eugenio Finardi (autore di canzoni splendide come Le ragazze di Osaka, Diesel, Musica ribelle, solo per citarne alcune) che, con questa Amami Lara, presentata al Festival di Sanremo del 1999, non solo tocca il fondo ma lo trapassa in direzione del centro della Terra.

Se vi state domandando il perché, è presto detto: la Lara del titolo è proprio Lara Croft, la tettonissima archeologa virtuale protagonista di Tomb Raider.

In questo brano, Eugenio Finardi racconta il rapporto tra un uomo solo che in un mondo di «anoressici sentimentali» (cit.) ha l’illusione di trovare un po’ d’amore comandando l’eroina nel gioco. Il protagonista tribola assieme a lei nel superamento dei pericoli, le grida di stare attenta, la prega di rivolgergli almeno uno sguardo. Che dire: un vero inno del sociopatico!

Lara lotta sola contro il mondo
Cerca di sentirlo meno finto
Lara vuole andare fino in fondo
Sola persa nel suo labirinto
Lei non sa che la so vedere
Lei non lo sa che le vorrei dire

Amami Lara
Amami ancora
Guardami dentro solo un momento
Fermati un poco esci dal gioco
Fatti aiutare non ricominciare
Dammi un minuto fammi salvare.

Credo nella forza dell’amore
Chiedo più rispetto ed attenzione
Ma negli occhi della gente
Leggo solo delusione
Quel che sento non vale niente
E’ solo un sogno, un’illusione.

Amami Lara
Amami ancora
Guardami dentro solo un momento
Fermati un poco esci dal gioco
Fatti aiutare non ricominciare
Dammi un minuto fammi salvare.

Soli nel tempo indifferente
A caccia di tutto ma non resta niente
Cambia la faccia degli ideali
Tutti anoressici sentimentali.
Lei non sa che la so vedere
Lei non lo sa che le vorrei dire

Amami Lara
Amami ancora
Guardami dentro solo un momento
Fermati un poco esci dal gioco
Fatti aiutare non ricominciare
Dammi un minuto fammi salvare.
Amami Lara
Giochiamo ancora.

A chi chiese come gli fosse venuta in mente l’idea di questa canzone, Finardi rispose di aver composto la musica mentre suo figlio giocava a Tomb Raider. Sì, adesso la colpa è del figlio…

Il pezzo si piazzò undicesimo su un totole di 14 canzoni in gara e venne inserito, forse non a caso, esclusivamente come bonus track nella riedizione dell’album del 1998 Accadueo.

Poco tempo dopo scempio ho avuto modo di vedere Eugenio Finardi dal vivo e voglio rassicurare tutti sul fatto che Amami Lara non era in scaletta!

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  1. Forse,se questa canzone l’avesse cantata un cantante di grido italiano,l’ avremmo risentita decine di volte alla radio, ma così non fu…peccato….della serie l’abito fa il monaco..

  2. Mah. Vado controcorrente: a me piace. Sicuramente strizza più l’occhio all’easy-listening che alla cantautorialità, ma proprio per questo risulta abbastanza trascinante -e infatti in quel Sanremo si era inizialmente piazzato ai primi posti nel voto della giuria popolare, salvo poi venire affossato dai voti della giuria di (coff, coff…) qualità-. Non sarà certo il capolavoro della discografia di Finardi, ma neanche quel punto più basso che lo si vuol far passare -per dire, non trovo ‘Amami Lara…’ concettualmente così distante da un ‘Extraterrestre portami via…’-. Credo che la maggior parte dei (pre)giudizi su questo brano, sia semplicemente dettato dall’essere sfacciatamente ispirato a un videogioco -argomento che a fine anni Novanta, quando il mondo nerd non era ancora stato sdoganato e reso per certi versi cool, veniva visto con tutto il disprezzo possibile-; se Finardi avesse reso più “sfumato” il suo testo, probabilmente questo bravo avrebbe lasciato tutt’altro ricordo.

  3. Come mi insegnava il mio professore di latino al liceo classico, ‘Aliquando dormitat Homerus’, cioè ogni tanto anche Omero, come dire il più grande, si fa la sua dormitina. Questo temo sia successo per il buon Finardi, e fra l’altro nel suo libro di memorie ‘Spostare l’orizzonte’- cito a memoria perché non l’ho sottomano al presente- non fa cenno di questo brano, così come sorvola sul suo primissimo singolo, ‘Palloncino rosso fuoco’, inciso a nove anni, o sull’album di canzoni natalizie registrato per la comunità americana di Milano- sua madre come noto è una cantante lirica americana- in cui lui figura come ‘boy soprano’!

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