Ora il simpatico Enrico Ruggeri non me ne voglia male, ma ultimamente non ne sta azzeccando molte: prima un grossolano album di cover punk-rock bolse e stanche, adesso un disco di Natale alquanto confuso.
Questo regalo di Natale realizzato assieme ad Andrea Mirò e a Quei Bravi Ragazzi, guidati dalla chitarra del fido Luigi Schiavone, serve a raschiare il fondo del barile con nuove versioni di vecchi brani e qualche cover di classici natalizi cercando di affrontare l’argomento da diverse angolazioni.
Sia gli inediti che le nuove incisioni di vecchi brani pensati originariamente per compilation natalizie non fanno certo gridare al miracolo, un pop/rock senza spunti tra alti (pochi) e bassi (molti), soprattutto per quanto riguarda i testi che sembrano poco rifiniti (alcune volte si ha l’impressione che siano stati scritti frettolosamente quando si incontrano rime baciate da quinta elementare “Piacenza, credenza, stanza, confidenza, presenza” in “Il Natale dei Ricordi”); la migliore del lotto è senza dubbio la ninna nanna “Regalo Di Natale” interpretata con dolcezza da Andrea Mirò.
Il piatto forte sono però le cover e qui il caro Ruggeri sfodera il suo vecchio spirito punk-rock mai sopito incidendo la sua “My Way” e come Sid Vicius violentò il classico di Frank Sinatra, Rrouge reinterpreta “a chitarre spiegate” i classici “White Christmas” e “Jingle Bells”; fin qui nulla di male, ma se questa scelta appare totalmente aliena al resto del disco quello che fa indignare è la pronuncia inglese davvero troppo scolastica, affettata e innaturale; pur volendo chiudere un occhio su questo aspetto le cover risultano noiose per via di arrangiamenti modello carta carbone e soprattutto prive di grinta genuina nonostante la chitarra di Luigi Schiavone in bella vista, come dimostra lo spompatissimo ritornello di “Jingle Bells”.
Ancora una volta a risollevare le sorti del disco arriva provvidenzialmente Andrea Mirò con una discreta rilettura di “Winter Wonderland” e soprattutto della vellutata e jazzata “Have Yourself a Merry Little Christmas” davvero splendida, almeno fino a quando Ruggeri non ci mette lo zampino con il suo inglese da turista.
Sapere che sono state addirittura interrotte le registrazioni del prossimo album per dedicarsi a questo progetto che il cantautore milanese aveva in mente da una quindicina d’anni fa riflettere visto che questa chance poteva essere sfruttata davvero molto meglio; purtroppo quello che rimane è una raccolta informe di ballate natalizie e svisate punk rock fuori contesto difficilmente digeribili, con l’unico effetto di far rimanere il disco sullo stomaco come il cenone di Capodanno.
“Incontri Ravvicinati A Natale” suona come una outtake del periodo “Peter Pan”, personalmente il Ruggeri che mi piace si esaurisce ad inizio anni ’80, ma sicuramente il brano è buon artigianato pop; “Il Bambino (Bianco Natale)” (scritta nel 1985) ha un piglio prettamente ottantiano con un testo che solo Ruggeri riesce a scrivere senza cadere nel ridicolo: “Fammi ancora un’altra Polaroid / aria da domestico Live Aid / no non citate ancora Freud”, ma è la soprendente “Stille Nacht” cantata intedesco il vero gioiello.
Le voci di Enrico e Andrea sono accompagnate da una semplice drum machine molto anni ’80 su cui di volta in volta si stratificano note di pianoforte, synth di matrice new wave e feedback di chitarra: probabilmente la migliore versione di “Stille Nacht” che mi sia capitato di ascoltare.
Tracklist:
01. White Christmas
02. Stella (Non Siamo Soli nell’Universo)
03. Winter Vonderland
04. C’era una Volta il Natale
05. Peace in Our Time
06. Regalo di Natale
07. Jingle Bells
08. Il Centro Luminoso
09. While Shepherds Watched Their Flocks
10. Il Natale dei Ricordi
11. Have Yourself a Merry Little Christmas
12. Piccola Lettera di Natale
Tracce aggiuntive nell’edizione 2009:
– Stille Nacht
– Incontri Ravvicinati A Natale
– Il Bambino (Bianco Natale)