Elio e le Storie Tese figgatta de blanc 2016

Elio e le Storie Tese – Figgatta de Blanc (2016 – CD)

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elio-e-le-storie-tese-nuovo-album-figgatta-de-blanc-2016-cover-tracklistChi ci segue lo sa che le ultime produzioni di Elio e le Storie Tese non ci sono piaciute affatto, anzi ci hanno fatto davvero incazzare. Anche volendo archiviare un mediocre “Studentessi” il tracollo vero e proprio arrivò con il pessimo “Album biango” seguito da singoletti irritanti e patetici come “Alcol snaturato” o “Il primo giorno di scuola”. Ora la terza (inutile e brutta) partecipazione al Festival di Sanremo (per chi scrive fu drammatica anche la prima volta nel 1996) rivelatasi solo uno spot pubblicitario per il disco freschissimo di stampa. Le premesse per l’ennesimo buco nell’acqua ci sono tutte.

Lo diciamo subito: questo “Figgatta de blanc” metterà d’accordo sia i fan più intransigenti sia quelli meno esigenti. Un buon ritorno quindi, con testi finalmente tornati ad essere divertenti e a tratti surreali (chi ha detto demenziali?) e siparietti comici più freschi degli ultimi dischi (anche se la cosa più divertente ce la regalano Lillo & Greg con il già noto “Radio Coatta Classica”). Un buon disco quindi? Non proprio.

“Il rock della tangenziale” con quel disperato di J-Ax, il già citato “Il primo giorno di scuola” e l’inutilmente brutta “Vincere l’odio” non si possono salvare; il resto è gradevole ma mancano le hit, mancano i classici; (quasi) tutto scorre molto meglio del recente passato tra abbuffate di disco-funk, rock progressivo e autocitazionismo (a cominciare dalla traccia introduttiva).

Sarebbe ingiusto dire che il disco non sia gradevole all’ascolto anche perché ormai arrivati ai 50 agli Elii va benissimo essere dei giullari del pentagramma rischiando poco, pochissimo. Nonostante tutto come non apprezzare “Ritmo sbilenco”, “Inquisizione”, “Vacanza alternativa”, “She Wants”, “China Disco Bar” e anche la doppia cover de “Il quinto ripensamento” (nonostante il testo non propriamente centrato).

Elio e le Storie Tese Kiss Sanremo 2016
Elio imita Gene Simmons a Sanremo 2016

Discorso a parte merita la splendida “Bomba intelligente” una bozza scritta e interpretata da un commovente Francesco Di Giacomo, indimenticata voce del Banco del Muto Soccorso e completata ottimamente da Elio & Co. con lo zampino di Mauro Pagani, ennesimo tributo alla stagione del rock progressivo italiano.

Un disco che non sposta di una virgola il percorso musicale di Elio e le Storie Tese, i quali continuano imperterriti a giocare con note e stili quasi in attesa dell’inevitabile applauso senza più cercare di creare un loro (meta)linguaggio. Solo nella folle “I delfini nuotano” ritroviamo il puro nonsense sbilenco che richiama alla mente le loro primissime cose, ma è troppo tardi e troppo poco.

Tracklist:
01. Figgatta de Blanc
02. Vacanza Alternativa
03. She Wants
04. Parla Come Mangi
05. Il Mistero dei Bulli
06. China Disco Bar
07. Il Quinto Ripensamento
08. Bomba Intelligente (feat. Francesco Di Giacomo)
09. Inquisizione
10. Ritmo Sbilenco
11. Il Rock della Tangenziale (feat. J-Ax)
12. Cameroon
13. I Delfini Nuotano
14. Il Primo Giorno di Scuola
15. Vincere l’Odio

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  1. Condivido il fatto che sia una ciofeca,a cominciare dalla copertina del CD. Del resto ormai gli Elli hanno molte primavere alle spalle…

  2. Studentessi mediocre = Plafone mediocre, Gargaroz mediocre, Parco Sempione mediocre, Ignudi fra i nudisti mediocre… Album Biango mediocre=Come gli Area mediocre, Complesso del Primo Maggio mediocre…mi sa che io non ho chiaro il significato della parola “mediocre”. Credevo fosse una cosa negativa. Comunque, tutti i gusti so’ gusti, come disse quello che mangiava la m…a.

  3. D’accordo con la recensione: gli ultimi pezzi sono veramente bruttini, ma il resto dell’album a me piace molto, tra richiami al funky (E,W&F su tutti), alla fusion e al progressive-rock. Il pezzo cantato da Francesco Di Giacomo (la musica è di Sentinelli) da solo vale il prezzo dell’album: l’omaggio più bello che una band potesse fare a quella che è stata la più grande voce italiana della musica rock.

  4. La cosa più incredibile è che gli Elii sono gli unici in Italia che trollano fan e recensori (gli esperti dei giornali di settore, come dicono in Ritmo sbilenco, magari anche Voi di Orrore).. Molte tracce di questo album-ormai per ammissione pubblica in varie interviste – erano pronte 25 anni fa, ma per ‘scazzo’ le hanno tenute per un album del futuro..Sono certo che se il Mistero dei Bulli fosse in Elio Samaga per voi sarebbe un classico, siccome lo hanno pubblicato nel 2016 allora è mediocre.. D’altronde nel gusto il radicalchicchismo ha raggiunto ogni settore, quindi trattare opere d’arte -come questo album – con snobbismo.. A contrario se Piattaforma fosse stata pubblicata oggi avreste detto ‘inferiore ai fasti del passato’.. Vabbè accontentiamoci dei Modà allora e sia fatta la loro volontà…

    1. Ah, ti pareva se chi osa toccare i mejo suonatori de noantri non è “radical chic”. Magari anche “buonista” o “politicamente corretto”?

  5. Trovo che al recensore il disco abbia donato sensazioni esattamente opposto alle mie.

    Studentessi è uno dei migliori dischi fatti da EelST, forse il loro apice.
    Dopo Studentessi c’è stato l’oblio: marchette, best of, meglio dei megli, gattini… album biango… e questo Figgatta prosegue sulla stessa china. Niente di nuovo ma 90% di roba trita e ritrita.
    Benino Vacanza Alternativa, Ritmo Sbilenco è un’occasione mancata, Bomba intelligente molto buona…. il resto nulla.

    Gli Elii hanno cinquant’anni…? Con gli Elii si DEVE essere ESIGENTI.

    Credo varrà la pena andare ai loro concerti perchè live sono uno spettacolo, ma
    di sicuro dimenticheremo presto questo album e tra qualche anno non ne parleremo proprio.

    Dispiace, ma di Elio continuo ad ascoltare album vecchi.

  6. Non son d’accordo su un paio di cose……….primo: Studentessi è un album molto buono e di tutto rispetto….. A me piace più di craccraccriccrecc ad esempio….. Secondo: Figgatta è una delle cose migliori che abbiano mai fatto sia a livello di suono (groove incredibile e vette di genialità assoluta in Ritmo Sbilenco) sia a livello di testi ( invito a contare le contare le figure retoriche che hanno usato….non ci riuscite perché sono troppe….. )……siamo nel 2016, hanno 50 anni e suonano da 30….. Vorrei mi si facesse nomi di altri gruppi che dopo trent’anni di produzione riescono a avere una fantasia creativa del genere……Terzo: sulla frase “nel 96′ sono andati a Sanremo per promuovere eat the phikys” …… Scusa uno per cos’altro dovrebbe andare a Sanremo se non per promuovere il disco?! Perché Sanremo è un Festival prestigioso? Per il gusto di andare? Boh…. Unica cosa su cui concordo, anche se solo in parte è il giudizio su I Delfini Nuotano. Dico in parte perché al parere già positiva ci aggiungo che solo con quel capolavoro si sono rifatti dei singoletti evitabili degli ultimi 15 anni.

    1. Credo che nessuna persona dotata di un minimo senso critico possa mettere in dubbio le immense capacità tecniche degli Elii. Può darsi che singolarmente in Italia vi sia un bassista migliore di Faso, un chitarrista migiore di Cesareo e via dicendo ma sfido chiunque a trovare un gruppo che al suo interno possa annoverare insieme un chitarrista del livello di Cesareo, una sezione ritmica del livello di Faso-Meyer, un tastierista del livello di Tanica (o di V. Cosma dal vivo, dato che ormai il buon Conforti pare disdegnare l’attività live per rispettabilissimi motivi personali). Dal punto di vista musicale questo album può senz’altro essere considerato il migliore tra gli ultimi dischi prodotti dal gruppo (almeno da Cicciput in poi) e, dal punto di vista di produzione e mixaggio, quello che “suona meglio” (si vede che dietro è tornata quella vecchia volpe di Dentes AKA Bolivecic).
      Però… c’è un però: rispetto ai primi dischi ,da Samaga Hukapan a Eat the Phikis compreso (Craccracriccreccr a mio avviso non va messo in rapporto con i lavori passati e futuri in quanto dobbiamo considerare che fu realizzato in un momento drammatico della storia del gruppo, e non serve dilungarsi in quanto tutti sanno a cosa mi riferisco) c’è un abisso, rappresentato dai testi. La bravura tecnica è immutata, anzi, sembra che progredisca in meglio a ogni disco, ma la cifra distintiva di Elio e le Storie Tese non era “solo” la tecnica. Per un sacco di motivi sicuramente validi, in primis, come dicevo l’altro giorno, l’età e di conseguenza il fatto che non sono più ragazzi spensierati con in testa solo la musica ma persone mature con una famiglia e le necessità e i problemi ad essa connesse, i testi non sono più al livello dei primi dischi, ma a volte sembra che si limitino a svolgere il compitino. Poi è chiaro che un disco degli attuali Elio e le Storie Tese si erge senz’altro sopra l’attuale piattume/pattume musicale italiano, in quanto anche un loro testo buttato giù in cinque minuti mentre aspettano che la pasta sia cotta è senz’altro superire alla discografia completa dei vari Modà, Negramaro, Ligabue e compagnia, ma è meglio, per loro e per noi, evitare il confronto con gli Elio e le Storie Tese degli anni 80-90.

    2. Attenzione il testo non dice “nel 96′ sono andati a Sanremo per promuovere eat the phikis” ma “[…] la terza (inutile e brutta) partecipazione al Festival di Sanremo […] rivelatasi solo uno spot pubblicitario per il disco freschissimo di stampa” intendendo dire che nel 1996 avevano partecipato non tanto per promuovere il disco nuovo (che venne pubblicato solamente qualche mese dopo) ma per raggiungere un audience più ampia riuscendo nello stesso tempo a prendere tutti per il culo.

      “La Terra dei Cachi” non mi ha mai fatto impazzire (anzi la ritenevo la canzone più brutta mai incisa dl gruppo fino ad allora), ma fece il botto tra pubblico, orchestra e critica quinid evidentemente avevano ragione loro, ma il brano continuo a trovarlo superfluo.

      “Vincere l’Odio” si è rivelato un flop in tal senso ed è servito solo a far girare il nome del Gruppo su RAI Uno e TV Sorrisi e Canzoni proprio in concomitanza con l’uscita del disco nuovo.

      1. “La Terra dei cachi” è tutt’altro che una canzonetta superflua, è una vera e propria invettiva satirica rivolta al malcustume italico (le stragi impunite, gli scandali della sanità, l’Italia che va a rotoli ma chissenefrega tanto noi ci facciamo una bella pizza in compagnia) travestita da canzoncina allegra e orecchiabile. Il tutto presentato nel luogo più “nazionalpopolare” possibile, il festival di Pippo Baudo.
        Ci credo che poi non li hanno fatti vincere.

        1. “La terra dei cachi” è una canzone ambigua: mescola magagne vere (stragi, malasanità…) con luoghi comuni sugli italiani (gente con un cuore così, il pallone, pizza e addrittura spaghetti). È quasi pericolosa e da questo deriva il suo fascino, non certo dalla musica.

    3. “invito a contare le contare le figure retoriche che hanno usato”, no, dai, non l’ho letto. E sono anche bravissimi a farsi i pipponi coi piedi a testa ingiù.

  7. Ma non è che forse dobbiamo accettare il fatto che il tempo passa, sia per noi che per Elio e le Storie Tese? Forse dovremmo renderci conto che non siamo più negli anni 90 e loro non sono più gli spensierati trentenni che mettevano in musica i due di picche ricevuti dalla tipa o lo sfogo dell’adolescente escluso dalla festa delle medie? Gli anni passano, per noi e per loro. Non possiamo pretendere che dei signori sulla cinquantina, con moglie e figli, vadano avanti all’infinito a parlare della loro gioventù. Teniamoci bene in mente che non ci sarà più una nuova Cara ti amo, una nuova Supergiovane, una nuova Servi della gleba eccetera eccetera, ma sempre più pezzi in cui verrà messa in luce le loro indiscutibili doti di musicisti, infinitamente sopra la media della musica italiota.

  8. Leggere dei mediocri che definiscono mediocri gli album migliori che abbiamo in Italia…continuate così, che alla facciazza vostra suoneranno ed incideranno more, more and more!

    1. Saretta, nel caso non te fossi resa conto qualsiasi critico assennato, a parte i peana da quotidiano nazionale, demolisce gli EelST da una decina d’anni circa. E con ottime ragioni.

  9. Condivido in pieno gli apprezzamenti del recensore, ma aggiungo purtroppo che un brano come “Parla come mangi” sembra un pezzo da cabaret anni ’90, se non ’80.

  10. Che l’Album Biango sia debole, a tratti debolissimo è verissimo. Però una parte di me aveva già smesso di leggere dopo quel “mediocre Studentessi”. Per piacere.

        1. D’accordissimo. Studentessi da un punto di vista musicale è un capolavoro: da Gargaroz a heavy samba, da supermassiccio a plafone.

  11. “i delfini nuotano” è una canzone in stile Vasco: anche in questo caso direi che non si tratta di nulla di differente rispetto alle altre tracce.

    1. Dove lo senti Vasco in quel pezzo, soprattutto nell’assurdo finale con il testo intrecciato?

      1. https://www.youtube.com/watch?v=97IbJoh7gi0 Sul finale concordo, non c’entra nulla, ma prova a sentire la prima parte: la chitarra suona nella stessa maniera. Poi Elio esaspera la frammentazione del cantato di Vasco. Ovviamente, quello che Elio fa è spingere all’iperbole il tutto – irriconoscibile del riconoscibile. Quello che intendo è che anche in questo caso ci sono riferimenti ad altro, dunque, non viene meno l’attitudine postmoderna di Elio, che ha sempre disseminato i propri album di citazioni più o meno esplicite.

  12. Sinceramente credo che il concept di “Vincere l’Odio” sia riciclato. Più che una parodia dei ritornelli all’italiana, mi sembra il classico medley che gli EELST sanno fare… Ma questa volta hanno steccato. Ascoltandola mi è tornato in mente il medley che fecero per Carosello.
    I primi tre ritornelli sono buoni e ti entrano in testa, mentre dopo scema tutto quanto. Peccato.
    Per il resto, mi fa piacere leggere questa recensione. Sono fiducioso 🙂

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