Non ci sono più le mezze stagioni. Ai miei tempi sì che si stava bene. Si stava meglio quando si stava peggio. Tutti luoghi comuni più o meno fondati che fanno leva sulla classica nostalgia per il passato che caratterizza ciascuno di noi man mano che il tempo passa.
Personalmente non saprei giudicare se nel lontano 2000 si stesse meglio di adesso, ma una cosa è certa: quindici anni fa ad ogni estate corrispondeva un tormentone e, lasciatemelo dire, a quei tempi i tormentoni li sapevano fare bene!
Oggi parliamo di “Frena” di Carlotta, canzone che sicuramente ognuno di noi ha canticchiato di malavoglia e ossessivamente nella propria mente, magari dopo averla captata per caso sull’autoradio o facendo zapping in TV.
Gli ingredienti da tormentone c’erano tutti: Una cantante belloccia, un video un po’ anime tutto colorato, un motivetto strimpellato in maniera molto semplice ma vivace ed accattivante (diciamo così); un testo di una semplicità lessicale imbarazzante e una leggerezza adatta al tema, che richiamava luoghi comuni del viaggio, come il maggiolone un po’ scassato («Maggiolone terza mano messo a nuovo da te / di benzina ce n’è»), il traffico («Attenzione deviazione c’è una frana o chissà / lavori in corso più in là»), i bisognini da fare all’autogrill («Guarda che c’è un bar aperto dai fermiamoci qui / devo fare pipì»), il conseguente pit-stop tecnico con rifornimento («Togli intanto i moscerini al parabrezza se vuoi / io prendo dei pop corn per noi»), il fidanzato «che guarda il culo di quella dietro», per parafrasare Jake la Furia («Là c’è una ragazza quasi nuda e tu cosa fai / guarda la strada ma dai»), la love story che fa da contorno («non lo so com’è / ogni cosa prende senso se tu stai con me»).
in effetti detta così sembra quasi la recensione di un racconto alla Jack Kerouac e non di “Frena” , ci pensa però il ritornello a riportare tutti in una dimensione più prosaica: composto mescolando citazioni colte da Gino Paoli e topoi dell’estate media italiani, tenendo fede alla tradizione dei tormentoni si imprimeva nella testa in maniera ossessivo-compulsiva, portando lo sciagurato uditore a ripeterlo mille volte in qualunque momento della giornata, da mane a sera.
Frena,
che voglio andare al mare frena,
dai gira per il mare ho voglia di sentire sulle labbra il sapore
del sale far l’amore con te
frena,
che voglio andare al mare frena,
dai frenami sul cuore ho voglia di nuotare e di sdraiarmi sulla
sabbia col sale sotto il sole con te
Forse non siamo ai livelli di “Dammi tre parole”, ma ci andiamo molto vicini; non a caso, nell’estate del 2000 il pezzo spopolò: Carlotta (carla Quadraccia) si aggiudicò il premio giovani di Un disco per l’Estate, battendo l’agguerrita concorrenza di Mariadele e dei carneadi Stragà e Quattrocentocolpi, catalizzando l’attenzione della Citroën per uno spot televisivo ma, soprattutto, del Ministero per la Salute, che scelse il ritornello come jingle di una pubblicità progresso sui rischi della guida spericolata.
Tutto questo accadde nel 2000; quindici anni più tardi, il tormentone (se così lo possiamo chiamare) è stato il brano di un quarantacinquenne che dopo 20 anni sta ancora in televisione a chiedere di legalizzare la ganja, accompagnato da un ritornello che fa «Tetraidro-rivoluzione». Con tutto il rispetto che ho per J-Ax, forse i luoghi comuni avevano ragione…