Se eravate adolescenti attorno all’anno 2000 quasi certamente ricorderete una canzone che faceva «You and me, baby, bla bla bla… Discovery Channel», con un bizzarro videoclip in cui dei tizi vestiti da scimmie giravano per Parigi e mettevano in gabbia degli stereotipi di francesi. La canzone è The Bad Touch dei Bloodhound Gang e, a differenza di quanto molti credono, non si tratta affatto di una one-hit wonder (almeno non da noi), dato che la formazione è nata nei primi anni ’90 e per quasi un quarto di secolo è andata avanti con i suoi testi goliardici zeppi di giochi di parole e doppi sensi.
Il frontman della band James Moyer Franks, meglio noto come Jimmy Pop, esordisce in un gruppo studentesco chiamato Bang Chamber 8 che suonava cover dei Depeche Mode. Dopo un paio d’anni nel 1990 Jimmy assieme al bassista Mike Bowe alias Daddy Long Legs decide di cambiare identità al gruppo dando vita a un ensemble hip hop dal bizzarro nome di Bloodhound Gang (“la banda dei segugi”). L’ispirazione viene da un segmento del programma contenitore per ragazzi 3-2-1 Contact in cui compariva un gruppetto di giovani investigatori in erba, la Bloodhound Gang appunto.
I Beastie Boys demenziali e la svolta rap-rock
Dopo una serie di demo e un EP (Dingleberry Haze del 1994) nel 1995 arriva il primo album dei Bloodhound Gang: Use Your Fingers venne originariamente pubblicato per Columbia, ma il contratto fu rescisso alla fine del tour promozionale negli USA anche per via di alcuni screzi interni; il disco fu poi ripubblicato dalla neonata etichetta indipendente Cheese Factory Records, che ben presto cambiò il nome in Republic Records.
Use Your Fingers non fu un successo commerciale, però in anni più recenti è stato rivalutato dalla critica che arriva a paragonare i nostri ai Beastie Boys (in versione molto più grezza e demenziale, naturalmente) per il loro flow e l’uso interessante di sample ripresi dalle fonti più svariate come film e serie TV oltre che canzoni.
Basti pensare al loro singolo di debutto Mama Say che contiene, tra gli altri, campionamenti tratti da Wanna Be Startin’ Something di Michael Jackson e Save A Prayer dei Duran Duran. Tra tutte le canzoni spicca però Kids in America non solo perché è la cover di Kim Wilde, ma perché è una sfuriata punk rock che indicherà la strada futura della band in cui chitarra, basso e batteria assumeranno un ruolo molto più rilevante.
Qui il singolo di punta Fire Water Burn è basato su un sample di The Roof Is On Fire, pezzo rap old school di Rock Master Scott and The Dynamic Three del 1985. Il ritornello «burn motherfucker burn» si stampa nelle orecchie degli ascoltatori e permette al brano di entrare in classifica in diversi paesi (qualche anno dopo verrà anche incluso nella colonna sonora di Fahrenheit 9/11 di Michael Moore).
Il loro stile autoironico e offensivo è sicuramente vincente: la citata Fire Water Burn prende per il culo i bianchi ricchi che assumono atteggiamenti da rapper neri del ghetto, una perfetta autoparodia, dato che loro adoperano una canzone rap (quindi nera) come base per un pezzo rock (generalemte considerato bianco); I Wish I Was Queer So I Could Get Chicks fa il verso alla credenza che tutte le ragazze vogliano amici gay intorno perché più sensibili, mentre la jazzata Why’s Everybody Always Pickin’ On Me?, con tanto di crocifissione in copertina e samples degli amati Depeche Mode fra gli altri, ironizza sulla fobia (autentica) che ha Jimmy Pop di essere oggetto di scherno, da quando veniva bullizzato a scuola.
Le scimmie a Parigi conquistano il mondo
Non male per un disco in cui quasi metà delle tracce sono degli sketch comici (The Ten Coolest Things About New Jersey non è altro che 10 secondi di silenzio), ma il merito va tutto a The Bad Touch, diventato un perfetto tormentone per MTV che all’epoca era sbarcata in tutta Europa: melodia eurodance-pop ispirata a In The Night, misconosciuta B-side dei Pet Shop Boys, accompagnata da un video divertente e accattivante.
Per circa 4 minuti Jimmy Pop sciorina rime con numerosi riferimenti, anche piuttosto elaborati, a ogni genere di oggetto e fenomeno culturale, il tutto al solo scopo di fare allusioni sessuali: se non altro ammirevole per la costanza con cui porta avanti il suo spirito da rapper goliardico affinato nel corso degli anni. Con il successo fioccarono i vari remix tra i quali il più noto è certamente quello ad opera degli Eiffel 65, allora all’apice della fama.
Oltre al tormentone vennero estratti anche altri singoli che restano fedeli a quanto fatto dai Bloodhound Gang fino ad allora, tra citazioni anni ’80/’90 e scioglilingua scurrili: The Ballad of Chasey Lain riprende la melodia da un B-side dei Depeche Mode (sempre loro!), Sea of Sin, per descrivere il delirio di un fan ossessionato dall’omonima pornostar; Mope è uno stravagante esempio di rap-rock costruito su una serie di campionamenti schizofrenici di For Whom The Bell Tolls dei Metallica, Rock Me Amadeus di Falco, il tema di Pac-Man e il ritornello di Relax dei Frankie Goes To Hollywood brutalmente incollato così com’è; The Inevitable Return of the Great White Dope entra a far parte della colonna sonora di Scary Movie (con tanto di clip in cui Carmen Electra elimina uno per uno Jimmy Pop e gli altri) ed è un altro esempio di come il cantante non abbia nulla da invidiare a tanti rapper blasonati, per la velocità con cui sputa riferimenti e rime a raffica.
L’inizio della fine
Hefty Fine vede la luce nel 2005 e viene ricordato per essere l’album con il ciccione nudo in copertina (scelto perché mandò una sua foto mentre praticava una fellatio ad un altro uomo) e per essere stato per lungo tempo il secondo disco con la peggior media su Metacritic (28/100), certo, le recensioni online non sono il vangelo, ma se è stato giudicato pessimo da quasi tutti qualcosa avrà pur voluto dire.
Tra i singoli estratti abbiamo la parodia delle canzoni dance da discoteca Uhn Tiss Uhn Tiss Uhn Tiss, che ne imita fin troppo bene la struttura (nel senso che è parecchio ripetitiva), e Foxtrot Uniform Charlie Kilo, nient’altro che una sequela di eufemismi su sesso e genitali (date un occhio alle iniziali del titolo, riprendendo uno scherzetto già fatto dai Van Halen nel 1991) che sarebbe andata bene forse per un album dei Gem Boy.
Gli altri pezzi comprendono le solite canzoni electro-rap-metal in 4/4 fissi, più Something Diabolical, un’incomprensibile rock gotico in collaborazione con il cantante degli HIM Ville Valo (amico di lunga data del gruppo), che non c’entra nulla col resto dell’album e Ralph Wiggum, con il suo testo composto da diverse battute del figlio del commissario Wiggum (“Winchester” secondo l’adattamento italiano) de I Simpson.
Forse perché si trattava sempre delle stesse battute, forse perché i loro fan erano semplicemente diventati adulti e volevano qualcosa di più rispetto alle solite parolacce e volgarità assortite (South Park nel frattempo aveva abbattuto molti più tabù), forse perché era passato troppo tempo da quando giravano su MTV vestiti da scimmie, fatto sta che il disco fu un flop commerciale e dopo un paio di settimane sparì dalle classifiche. Gli unici tiepidi riscontri arrivarono solo in Germania, Austria e Paesi Bassi forse per una maggiore presenza di sonorità elettroniche, e anche per una certa propensione dei loro abitanti all’umorismo scatologico.
Le ultime tristi cartucce
Per quest’ultimo è stato girato un videoclip che mostra Jimmy Pop nei panni di un timido vampiro a Berlino; la scelta della città non è casuale, in quanto la Germania sembra essere l’unico paese che ancora trattava i Bloodhound Gang come delle star. Prova ne sia il fatto che, mentre l’edizione USA del disco ha 12 tracce, l’edizione tedesca ne ha 15, contando anche la traccia bonus Disco Pogo, un featuring con il duo tedesco dei Die Atzen.
L’album fu preceduto dai singoli American Bitches, Chew Toy, Dimes, Clean Up in Aisle Sexy e Uncool as Me con l’autoironica collaborazione di Joey Fatone ex-N*SYNC (per restare in tema di gente dimenticata). Come prevedibile non ottennero il minimo airplay perché sentire dei quarantenni che cantano ancora di merda, puttane e di quanto siano sfigati risulta più triste che altro; anche la volontà di rimanere quanto più offensivi possibile (con battute su neri, gay e donne viste solo come oggetti sessuali) in un clima culturale assai diverso dai primi anni ’90 non aiutò di certo.
Questa volta rock e rap lasciano ampio spazio all’elettronica, con sonorità che guardano a new wave, house e synth-pop, in una sorta di ritorno a quegli anni ’80 da loro tanto omaggiati (Depeche Mode su tutti, ovviamente), perccato che anche su queste sonorità revivalistiche siano arrivati con diversi anni di ritardo.
Con questo disco tutto sommato blando, dai testi ripetitivi, basilari e scurrili giusto per il gusto di esserlo, si conclude (probabilmente) l’avventura dei Bloodhound Gang. Un gruppo rap-rock-punk comico che seppe intercettare lo spirito del tempo a cavallo tra i due millenni, ma che non è riuscito a capire quando fosse ora di finirla, o perlomeno di passare ad altro, dato che da irriverenti intrattenitori si sono rapidamente trasformati in un imbarazzante rimasuglio degli anni ’90 più beceri. Non sempre la coerenza paga.
Discografia
Dingleberry Haze EP (1994)
Tracce:
01. Go Down
02. Cheese Tidbit
03. Legend In My Spare Time
04. Neighbor Invasion
05. Mama Say
06. Rang Dang
07. Earlameyer The Butt Pirate
08. One Way
09. Record Offer
10. Coo Coo Ca Choo
11. Live At The Apollo
Use Your Fingers (1995)
Tracce:
01. Rip Taylor Is God
02. We Are The Knuckleheads
03. Legend In My Spare Time
04. B.H.G.P.S.A.
05. Mama Say
06. Kids In America (Kim Wilde cover)
07. You’re Pretty When I’m Drunk
08. The Evils Of Placenta Hustling
09. One Way
10. Shitty Record Offer
11. Go Down
12. Earlameyer The Butt Pirate
13. No Rest For The Wicked
14. She Ain’t Got No Legs
15. We Like Meat
16. Coo Coo Ca Choo
17. Rang Dang
18. Nightmare At The Apollo
19. K.I.D.S. Incorporated (Previously Unreleased Bonus B-Side Independent European Import Bootleg Outtake)
One Fierce Beer Coaster (1996)
Tracce:
01. Kiss Me Where It Smells Funny
02. Lift Your Head Up High (And Blow Your Brains Out)
03. Fire Water Burn
04. I Wish I Was Queer So I Could Get Chicks
05. Why’s Everybody Always Pickin’ On Me
06. It’s Tricky
07. Asleep At The Wheel
08. Shut Up
09. Your Only Friends Are Make Believe
10. Boom
11. Going Nowhere Slow
12. Reflections Of Remoh
Hooray For Boobies (1999)
Tracce:
01. I Hope You Die
02. The Inevitable Return Of The Great White Dope
03. Mama’s Boy
04. Three Point One Four
05. Mope
06. Yummy Down On This
07. The Ballad Of Chasey Lain
08. R.S.V.P.
09. Magna Cum Nada
10. The Bad Touch
11. That Cough Came With A Prize
12. Hell Yeah
13. This Is Stupid
14. A Lap Dance Is So Much Better When The Stripper Is Crying
15. The Ten Coolest Things About New Jersey
16. Along Comes Mary
Hefty Fine (2005)
Tracce:
01. Strictly For The Tardcore
02. Balls Out
03. Foxtrot Uniform Charlie Kilo
04. I’m The Least You Could Do
05. Farting With A Walkman On
06. Diarrhea Runs In The Family
07. Ralph Wiggum
08. Something Diabolical
09. Overheard In A Wawa Parking Lot
10. Pennsylvania
11. Uhn Tiss Uhn Tiss Uhn Tiss
12. No Hard Feelings
Show Us Your Hits (2010)
Tracce:
01. Altogether Ooky (inedito)
02. Fire Water Burn
03. Along Comes Mary
04. Foxtrot Uniform Charlie Kilo
05. The Bad Touch
06. No Hard Feelings
07. A Lap Dance Is So Much Better When The Stripper Is Crying
08. Kiss Me Where It Smells Funny
09. The Ballad Of Chasey Lain
10. Screwing You On The Beach At Night (inedito)
11. Three Point One Four
12. You’re Pretty When I’m Drunk
13. Uhn Tiss Uhn Tiss Uhn Tiss
14. I Hope You Die
Hard-Off (2015)
Tracce:
01. My Dad Says That’s For Pussies
02. Dimes
03. American Bitches
04. Chew Toy
05. Uncool As Me
06. Clean Up In Aisle Sexy
07. Diary Of A Stranger
08. Socially Awkward Penguin
09. Think Outside The Box
10. We’re Gonna Bring The Party To You
11. Bumblebees