Axel Boys Quartet – Discografia

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Quando si parla di cover divertenti in chiave lounge e easy listening vengono subito in mente Richerd Cheese e The Mike Flower Pops, ma oltre a questi nomi più famosi esistono anche act di seconda grandezza ormai dimenticati nelle pieghe polverose della memoria che però non hanno poco o nulla da invidiare ad artisti più rinomati.

Oggi parlamo degli Axel Boys Quartet, combo danese che ha vissuto i suoi 5 minuti di notorietà sulla scia del successo da classifica proprio di Mike Flower Pops proponendo più o meno la stessa formula, ma con look ed arrangiamenti decisamente meno cheesy.

Everybody Else (1996)

Axel Boys Quartet - Everybody ElseNel 1996 pubblicano il loro primo album dal titolo “Everybody Else” dedicato principalmente a reinterpretazioni di successi eurodance del momento come mette subito in chiaro il singolo trainante “Dub-I-Dub” efficacissimo ramake del successo di Me & My. Ma questo è solo la punta dell’iceberg che nasconde deliziose versioni di gloriosi rempipista come “Scatman”, “Saturday Night”, “All That She Wants” e “Mr. Vain” che non perde un briciolo della sua carica anche se in tutt’altro contesto.
Gli unici momenti di rottura sono i 3 brani originali, buone composizioni, ma che non aggiungono nulla al disco, e “It Must Be Loved” di casa Roxette trasformata in una languida ballata da fine serata.

Tracklist:
01. Scatman (Ski-ba-bop-ba-dop-bob) (Scatman John cover)
02. Saturday Night (Whigfield cover)
03. Give It Up (Cut’n’Move cover)
04. Theme from the Axel Boys Movie (“Two In A Tango”)
05. Dub-I-Dub (Me & My cover)
06. Mr. Vain (Culture Beat cover)
07. It Must Be Loved (Roxette cover)
08. Theme from the Axel Boys TV Series (“Night Passenger”)
09. All That She Wants (Ace Of Base cover)
10. The Axel Boys Serenade (“A Little Romance”)
11. Dub-I-Dun (Full Length Wurlitzer Version) (Me & My cover)

Casino Royal (1999)

Axel Boys Quartet - Casino RoyalGrazie ad un discreto riscontro, nel 1999 gli Axel Boys Quartet tornano con una nuova fatica colpevolmente passata totalmente inosservata sia dal pubblico, sia dagli addetti ai lavori. Diciamo subito che la qualità ed il divertimeno, pur non eguagliando le vette del debutto, sono rimasti più che dignitosi, questa volta però il quartetto scandinavo decide di non fossilizzarsi sull’eurodance (ormai morente), ma decide di pescare a 360° dal mondo della musica perdendo però una certa identità.

A parte questo dettaglio altre sorprese non ci sono, ma nonostante questa staticità stilistica non possiamo che godere nell’ascoltare le loro versioni di “Believe”, “Barbie Girl”, la languida “Macarena” e la geniale “The Final Countdown” trasformata in un flamenco per turisti; esperimenti riusciti a metà sono “I Will Always Love You” (portata al successo da Whitney Houston, ma originariamente interpretata dalla supertettuta Dolly Parton) che richiama alla mente “It’s Not Unusual” di Tom Jones, la coraggiosa, ma bruttina versione di “Nothing Else Matters” e “Men In Black” fin troppo lontana dall’originale, mentre è da cestinare il pasticcio “Axel’s Back (Everybody)”.

Tracklist:
01. Casino Royal
02. Believe (Cher cover)
03. Axel’s Back (Everybody) (Backstreet Boys cover)
04. All About Tha Money (Shifty cover)
05. Axel B (Axel F) (Harold Faltermeyer cover)
06. Don’t Speak (No Doubts cover)
07. Barbie Girl (Aqua cover)
08. Men In Black (Will Smith cover)
09. I Will Always Love You (Dolly Parton cover)
10. Nothing Else Matters (Metallica cover)
11. Macarena (Los Del Rio cover)
12. Caramba
13. The Final Countdown (Europe cover)

Gli Axel Boys Quartet sono stati un gruppo che non aveva molto da dire, ma che ha saputo lasciarci in eredità una manciata di cover ben fatte che saranno sempre un ottimo sottofondo per un drink.
Shakerare e servire in un bicchiere rigorosamente ghiacciato.

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