Qui si parla di sopraffina roba nippo-weird, astenersi quelli che “la musica è una cosa seria” e fan di Brunori Sas.
Le You’ll Melt More sono la classica girl band giapponese di lolite senza talento, per smarcarle dai cliché del caso la loro etichetta (la Space Shower Music) tenta il tutto per tutto e produce un primo disco di filastrocche electroclash che conquista una discreta nicchia di amanti del pop psicotico, una sorta di Peaches sings Cristina D’Avena con la gonnellina corta da manga.
Purtroppo il disco risulta troppo cauto nel mischiare le influenze disparate e non conquista noi weirdos in perenne ricerca della kitschata perfetta. Nel tentativo di perdere ancora qualche fan la Space Shower chiama Hiro Hayashi a produrre il nuovo singolo delle ragazze. Hiro è il cantante e chitarrista dei Polysics, leggendaria band punk giapponese, gli unici e comprovati eredi dei Devo (con tanto di benedizione di Mothersbaugh), autori delle più pazzoidi e intricate canzonette della storia recente.
È da questa collaborazione che nasce Hamidasumo!, una sorta d’inferno prog-electro-punk che in tre minuti scarsi di canzone riesce a infilare un numero di cambi di tempo e di struttura pari a una qualsiasi suite dei Genesis, senza farsi mancare synth che defibrillano, chitarroni noise, bridge rock’n’roll, contrappunti degni di un Bach sotto anfetamine, cheerleader che inneggiano alla squadra che perde, stacchi e crescendo di assurdità.
La si ascolta un paio di volte e ancora ci si chiede quale sia il ritornello in tutto questo insieme di melodie abbacinanti, roba che un altro gruppo con tutte queste idee ci faceva un disco di trenta minuti, la pop song perfetta figlia ovviamente di Devo e Polysics ma anche teatrale come i cari vecchi Sparks e con quel gusto del pop senza riferimenti che sta facendo la fortuna di gruppi indie d’oltremanica come Django Django e Maccabees, il tutto rivestito da quella patina melodica che hanno solo in Giappone e che fa sembrare la vita un eterno spot del detersivo.
Il videoclip è un’incomprensibile riduzione di Spy Kids che vede le nostre beniamine alle prese con un malvagio trafficante di salsa di soia; fa male agli occhi ma bene al cuore.
Se dopo tutto questo avete il coraggio di addentrarvi nelle b-sides c’è ancora qualcosa d’interessante: Nan mischia synth cattivissimi a versetti e melodie da saggio di fine anno dell’asilo, il ritornello è puro zucchero ma la nervosa base ritmica invita a non fidarsi troppo di queste bimbette; Kikoeru ci porta ancora nel mondo dell’infanzia evidentemente traviata del giapponese medio, con una base di batteria a cui non guasterebbe un ctrl-alt-canc e un coretto dell’Antoniano epilettico, a impreziosire il tutto un tastierone a cui non piace molto star fermo su qualsivoglia nota per più di un millisecondo.
Se siete ancora in voi potreste avere interesse ad ascoltare il remix della title track: più che un remix pare che tal Heaven&Hell abbia semplicemente graffiato con le chiavi della macchina il CD-R su cui gli avevano mandato il pezzo da sentire, grandioso.
A chiudere l’EP la versione strumentale del singolo: ottima per il karaoke ma solo se siete dei professionisti perché la pallina del testo è costretta a raggiungere velocità ragguardevoli.
Dopo questa botta d’avanguardia dalle You’ll Melt More ci aspettiamo davvero tanto (un intero disco con Hiro potrebbe essere un piccolo sogno che si realizza) ma la cosa più bella è che probabilmente queste sei ragazzette a malapena si rendono conto di quale figata abbiano contribuito a produrre con le loro vocine monocordi.