
Sul retro, una canzone chiamata “Juana”, per quei tempi non precisamente ortodossa per quanto riguarda il testo, e suscettibile di censura.
Sembra che questo padellone a 78 giri fu ritirato dal mercato poco dopo la pubblicazione, su ordine dei censori dell’epoca (che fecero altre “stragi”, spesso ridicole, durante il decennio in corso).
Tuttavia due anni dopo, “Juana” venne ripubblicata sull’EP a 45 giri di cui vedete foto in alto: foto di Van Wood ad opera di Luxardo, tengo a precisare.
Il brano viene descritto come “tango grottesco” sul retro copertina, e da alcune dichiarazioni dello stesso Peter Van Wood si evince che “Quella canzone otteneva un grande successo dal vivo, perche’ andava bene per ballare ma anche per cantare in coro. Certo, ricordo che nei night ognuno aggiungeva una rima, non sempre oxfordiana. Pero’ quello era il clima del night”.
Immaginerete, quindi, che parti di testo come:
Juana, ma non vuoi tubar come me
Juana, forse a Cuba non si tuba
Ma se poi si tuba a Cuba, dimmi tu perché ti tubi
Tubi taba tabarin
Nelle raccolte dedicate a questo artista, immagino, non troverete mai questo brano, ma non solo per ragioni censorie, semplicemente, non sarebbe molto rappresentativo per il personaggio in questione.
Perfino il grande Buscaglione cantava “Hanno Rotto il Cucù Alla Sofia” in alcuni spettacoli, ma non fu mai inciso su disco, almeno stando alle fonti ufficiali, segno che brani nazional-folkloristico-popolari come questo avevano un altro tipo di pubblico, forse più ristretto, ma legato a doppio filo alla normale attività dei vari musicisti.
Franco “FrankDee” Malatesta