Nella vita ciò che conta davvero sono conoscenze e amicizie. Scordatevi quello che vi dicono genitori, insegnanti ed amici, tutte cazzate. La prova inconfutabile di tutto questo? Il singolo Vacca di tale Valeria, all’anagrafe Valeria Poggi Longostrevi, figlia di Giuseppe Poggi Longostrevi, noto anche come Re Mida della sanità lombarda, medico autore di una maxitruffa ai danni del Servizio Sanitario Nazionale smascherata alla fine degli anni ’90, suicidatosi nel 2000 proprio poco prima dell’inizio del processo di primo grado.
La nostra figlia di papà però non era interessata a prescrizioni sanitarie ed esami clinici, né ad una noiosa vita universitaria, ma preferiva il rock’n’roll; come darle torto? Grazie alla conoscenze di famiglia la bella Valeria entra nel “giro” di Vasco Rossi e trova l’amore in Massimo Riva, amico e storico chitarrista del rocker di casa nostra, anch’egli appassionato di siringhe e oppiacei, ma per altri motivi.



Per magia accadde quindi che nel 1999 Vasco Rossi in persona, immaginiamo colpito positivamente dal talento incontenibile di Valeria, o in un momento di scarsa lucidità, decise di produrle il singolo d’esordio intitolato Vacca. Il brano, uscito dalla penna (evidentemente guasta) del fidanzato Massimo Riva, non è altro che un pop-rap d’infima fattura su cui Valeria (che per l’occasione perde entrambi i cognomi) gorgheggia illuminanti liriche socio-bucoliche ispirate a una “poesia” di Valeria stessa: sì, avete capito bene, Vacca parla proprio di una mucca che rappresenta l’immaginario femminile.
Se l’avesse pubblicata Mondo Marcio saremmo di fronte a qualcosa da tramandare con orgoglio ai nostri figli annoverandolo tra i più grandi classici del brutto, purtroppo la vocina quasi fastidiosa da teenager di Valeria, che sembra capitata lì per caso, rende il tutto “solo” orripilante. Il singolo contiene anche un secondo brano inedito, Di testa di cuore scritta nientepopodimeno che dal mitico Andrea Liberovici ma che potete fare tranquillamente a meno di ascoltare.
Troppo sboccata per lo Zecchino d’Oro, troppo idiota perfino per il Festivalbar, troppo anonima per essere passata in radio, ma evidentemente perfetta per aprire i concerti proprio di Vasco Rossi nel ’99 e nel 2000 in una sorta di mefistofelico incesto musicale.
Nonostante le conoscenze importanti e l’appoggio della più famosa rockstar italiana e del suo clan la carriera musicale di Valeria affondò senza lasciare ricordi (per fortuna). Oggi, recuperati entrambi i cognomi, si dedica alla scrittura e a partecipare alle serate bene milanesi.
Vacca
Vacca piccola vacca stai sdraiata sul prato
muggisci serena e ti lecchi il palato
senza un’ombra di pena scuoti la coda
sei giovane e forte e no non temi la morte
un giorno tranquilla il sole scintilla
ti portano il toro, inizia il lavoro
perdi il respiro e ti prende un tremore
un forte dolore sull’osso all’altezza del culo
nel ventre uno zoccolo duro
mucca pezzata di nero
stai diventato grassa davvero
e il tuo piccolo vitello lo aspettano al macello
vacca cosa fai qualcuno ti munge e tu te ne vai
ti dice “sei bella” il tuo posto è qui sulla passerella
sei tu la stella con il tuo culo maculato
senza alcuna ombra di peccato
quest’anno molto ricercato
non c’ è memoria nei tuoi grandi occhi
che anche ai tori piegano i ginocchi
vacca cosa fai qualcuno ti munge e tu te ne vai
tranquilla,serena lontana da ogni pena
il sole scintilla, la pelle che ti brilla
ti portano il toro, per lui sei un tesoro
vacca stai per restare sola cominci a morire
nessuno ti consola, gli uomini scuotono la testa toccando le mammelle
e pensano alla festa del tuo compleanno
festeggiato da un coltello tiranno
ho avuto pietà per il tuo culo maculato
che qualcuno aveva scorticato
vivevi svaccata nel prato,vivevi serena e leccavi il palato
poi sei finita in una vetrina fra un capretto squartato e una gallina
dal piatto alla pelletteria di te restava solo la malinconia..
sulle spalle e sulla mia pelle ritroverai il prato,il sole e le stelle
per sempre ti terrò vicino come compagna del mio cammino…