tricarico io sono francesco

Io sono Francesco, il tormentone autobiografico di Tricarico

Ultimo aggiornamento:

tricarico io sono francescoÈ vero, lui è Francesco. Ma se andiamo a cercare i suoi dischi, sulle copertine vedremo troneggiare solamente il suo cognome, Tricarico. Indubbiamente uno dei cantautori più originali degli ultimi anni ma mai fino in fondo criptico od ostico. Una bella via di mezzo tra ricerca di un proprio linguaggio espressivo, orecchiabilità e leggerezza.

Ovviamente trattandosi di un musicista di musica pop un po’ atipica troveremo il nostro Tricarico confinato ingiustamente in una nicchia di popolarità inferiore a quella che in realtà meriterebbe, benché nel corso della sua carriera momenti di maggiore visibilità non siano mancati, a cominciare dalle sue partecipazioni al Festival di Sanremo nel 2008, 2009 e 2011 e la vittoria del premio della critica con il brano Vita tranquilla che presentò al suo debutto all’Ariston in un’esibizione a suo modo memorabile: impacciato, spaesato, silenzioso, talvolta stonato. Un autentico alieno piazzatosi davanti al microfono a raccontare in musica se stesso e la sua visione della vita. Essenzialmente, Tricarico è questo.

Tuttavia, mai momento di gloria fu più grande di quello che seguì il suo esordio discografico nel 2000 con il brano Io sono Francesco e i suoi 7 mesi in classifica cui seguì un’intensa attività tra la partecipazione al Festivalbar, l’apertura ai concerti di Jovanotti e la pubblicazione nel 2002 del primo album omonimo, ma che vide inesorabilmente scemare l’interesse del popolino interessato solo al tormentone di turno.

Io sono Francesco fu indubbiamente una delle canzoni più popolari del 2000 e degli anni zero della musica italiana anche se non è affatto il brano migliore di Tricarico, come spesso è destino delle canzoni divenute popolarissime.

Si tratta di una storia autobiografica, per quanto raccontata in uno stile da filastrocca per bambini, quando da piccolo la maestra assegnò il classico tema sul papà ignorando il fatto che il piccolo Francesco fosse orfano di padre dall’età di 3 anni (era un aviatore morto in servizio) e nonostante tutto lo obbligò a farlo lo stesso. Un evento traumatico che segnò Tricarico fino all’adolescenza e che superò anche grazie all’aiuto di un padre non biologico cui fa riferimento il bellissimo verso «il padre è solo un uomo / e gli uomini son tanti / scegli il migliore / seguilo e impara».

Un tema affatto leggero affrontato con un testo semplice ma non banale, su una melodia orecchiabile, immediata e apparentemente spensierata, tutta farina di Tricarico che si rivelerà un compositore eclettico, sperimentando soluzioni musicali differenti, frutto del suo background jazz.

Un artista da (ri)scoprire e da cui lasciarsi incantare, per quanto, dopo la prima partecipazione al Festival di Sanremo e l’uscita del suo terzo disco, il suo stile si sia un po’ annacquato tra eccessiva melodia e qualche banalità di troppo, senza più o quasi quelle scintille surreali che rendevano la sua musica davvero personale.

Ad ogni modo affacciatevi a ciò che sono le canzoni di Tricarico e vi possiamo assicurare che non ne rimarrete affatto delusi, ma scoprirete un cantante ingiustamente snobbato e meritevole di ascolto, più di tanti altri suoi colleghi che appestano le classifiche con le loro canzoni fatte di niente assoluto.

P.S. Non abbiamo fatto nessuna menzione a quel «puttana la maestra» che fa capolino nei versi della canzone e che tanto scandalo fece all’epoca, perché non volevamo che una facezia del genere fosse il motivo d’interesse della canzone, mentre il vero interesse è in tutto il resto.

Io sono Francesco

Buongiorno buongiorno io sono Francesco
io ero un bambino che rideva sempre
ma un giorno la maestra dice oggi c’è tema
oggi fate il tema, il tema sul papà.
Io penso è uno scherzo sorrido e mi alzo
le vado vicino ero contento
le dico non ricordo mio padre è morto presto
avevo solo tre anni non ricordo non ricordo.
Sai cosa mi dice neanche mi guardava
beveva il cappuccino non so con chi parlava
dice “qualche cosa qualcosa ti avran detto
ora vai a posto e lo fai come tutti gli altri”
puttana puttana, puttana la maestra
puttana puttana, puttana la maestra
Io sono andato a posto ricordo il foglio bianco
bianco come un vuoto per vent’anni nel cervello
e poi ho pianto non so per quanto ho pianto
su quel foglio bianco io non so per quanto ho pianto.

Brilla brilla la scintilla brilla in fondo al mare
venite bambini venite bambine e non lasciatela annegare
prendetele la mano e portatela via lontano
e datele i baci e datele carezze e datele tutte le energie.

Cadono le stelle è buio e non ci vedo
e la primavera è come l’inverno
il tempo non esiste neanche l’acqua del mare
e l’aria non riesco a respirare
e a dodici anni ero quasi morto
ero in ospedale non mangiavo più niente
e poi pulivo i bagni, i vetri e i pavimenti
per sei sette anni seicento metri quadri.

E poi io, io mi son salvato
li ci sono giochi se vuoi puoi giocare
il padre è solo un uomo e gli uomini son tanti
scegli il migliore seguilo e impara.

Buongiorno buongiorno io sono Francesco
questa mattina mi sono svegliato presto
in fondo in quel vuoto io ho inventato un mondo
sorrido prendo un foglio scrivo «viva Francesco».

Brilla brilla la scintilla brilla in fondo al mare
venite bambini venite bambine e non lasciatela annegare
prendetele la mano e portatela via lontano
e datele i baci e datele carezze e datele tutte le energie.
Venite bambini venite bambine
e ditele che il mondo può essere diverso
tutto può cambiare la vita può cambiare
e può diventare come la vorrai inventare.
Ditele che il sole nascerà anche d’inverno
che la notte non esiste guarda la luna
ditele che la notte è una bugia
che il sole c’è anche c’è anche la sera.

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  1. la millesima canzone triste mascherata da allegra, per fortuna la Premiata Ditta ne fece la parodia

  2. All’epoca in cui usci’ la canzone non pensavo che fosse autobiografica,
    sembrava semplicemente un tormentone allegro ed orecchiabile senza una storia di fondo.
    Adesso che ho scoperto la verita’, pero’, mi accorgo che dietro quel testo apparentemente banale e allegro c’era in realta’ un dolore, lo sfogo per un trauma subito da bambino.
    La cosa che piu’ mi dispiace, pero’, e’ che all’epoca la canzone fece parlare di se’
    soprattutto per lo scandalo in quei versi sulla maestra.
    Il vero scandalo invece e’ stato proprio il comportamento di quella maestra, che ha
    costretto un bambino piccolo a rivivere un dolore cosi’ grande, forzandolo a scrivere di suo padre, di cui non ricordava quasi nulla, pur avendo il bimbo espressamente comunicato alla maestra di essere orfano.
    Ora che ho riascoltato la canzone, mi e’ sembrata una delle piu’ tristi mai sentite.
    Perdere una persona molto cara a quell’eta’ ti segna tutta la vita.
    Complimenti a Tricarico per come ha espresso la sua rabbia nei confronti di quella
    maestra, per la quale provo una gran pena.

  3. Talmente cantautore fenomenale da finire la sua carriera con la canzoncina dello spot delle Tic-tac….cioè De Andrè, de Gregori e Guccini scansateve!

    1. Di recente ho scoperto che Tricarico ha fatto un concerto qualche mese fa in un pub della mia zona (ebbene si). Quando l’ho saputo, ho avuto un’illuminazione: lui e tutti i suoi simili (Fabrizio Moro, Cristicchi, Ermal Meta) fra qualche anno, faranno tutti quella fine.

      1. Anni fa c’era anche Bugo, altro sotto-artista pseudo ribelle finito nel nulla cosmico senza nemmeno diventare famoso. Senza contare Cristicchi, osannato come un nuovo de Andrè ma stonato e pure vagamente “ciellino”.

        1. Bugo fu osannato dalle tv musicali, all’epoca. Ma a sua difesa posso dire che ha provato a lanciare e produrre alcuni buoni artisti locali (di Cerano e Trecate).

        2. Cristicchi “ciellino”? Ma non è l’autore della canzone “Prete”, in cui sfoga un anticlericalismo viscerale?

    2. hai proprio citato tre fenomeni che se non fosse per il loro pendere a sinistra, raccogliendo tutti quei poveracci che, appena nomini la sinistrahhhhh!!! si inginocchiano, non li conoscerebbe nemmeno la madre
      rotfl

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