Se pensiamo alle produzioni musicali degli anni ’70 spesso ci viene da esclamare “incredibile che fossero così sporcaccioni già all’epoca!”. Ebbene, quella dei doppi sensi è una tradizione musicale che ha radici molto più profonde di quanto si possa pensare.
Sin da quando la musica ha cominciato ad essere registrata su supporti fonografici è sempre esistita una certa percentuale di artisti che, seppur in minoranza, infarcivano le proprie canzoni di doppi sensi osceni, persino nella prima metà degli anni ’50, periodo che molti di noi ancora immaginano particolarmente pudico, interamente composto da famiglie sorridenti ed educate che si abbracciano ed in cui il più ribelle al massimo indossava i jeans: ignoriamo che tantissimi brani rock’n’roll anche piuttosto famosi nascondono dei doppi sensi sessuali (basti prendere “Whole Lotta Shakin’ Goin’ on” o “Great Balls of Fire” per citare alcune delle più famose).
A questo misconosciuto ma importante filone appartiene la canzone “Baby, Let Me Bang Your Box”, movimentato brano doo-wop inizialmente registrato dai The Toppers nel 1954. Ma la versione più famosa rimane una cover registrata poco più di dieci anni dopo da un gruppo nominato guardacaso The Bangers: il testo è rimasto invariato ma è stato impreziosito da un tocco che si spinge maggiormente verso il Rhythm & Blues e il Rock & Roll più scatenato.
I doppi sensi già facilmente intuibili dal titolo prendono forma in una piccola storiella usata come pretesto: Durante una festicciola un invitato chiede alla padrona di poter suonare il suo piano per ravvivare la situazione ormai troppo tranquilla, ed è qui che con un basilare uso della metafora il “lasciami sbattere il tuo cassone” assume una sfumatura leggermente diversa, venendo replicato più volte con sempre più decisione.
L’anno successivo uscì un’altra curiosa cover del brano, eseguita da Doug Clark and The Nuts. Ma ormai non c’era già molto più da dire e il brano divenne famoso per i suoi doppi sensi, talmente marcati e grossolani da trasformarlo in un pezzo cult-demenziale. Prova che spesso un concetto osceno risulta più divertente quando viene espresso tramite un doppio senso che quando viene esplicitato.
Baby, Let Me Bang Your Box
Well my baby had a party the other night
The party was gettin’ dead
I spied a piano in the corner
Looked at my baby and said
Baby let me bang your box, baby let me bang your box
Baby let me play your eighty-eight
I’m gonna bang ’til the whole house rocks
When I was young, they called me Piano Bill
When I was young, they called me Piano Bill
‘Cause I played so fine, I gave everybody a thrill
Baby let me bang your box
Baby let me bang your box
Baby let me bang your box
Baby let me bang your box
Baby let me play your eighty-eight
Gonna play ’til the whole house rocks
I’ve been bangin’ since I was a kid of four
I’ve been bangin’ since I was a kid of four
I’ve been bangin’ ’til I can’t bang no more
Baby let me bang your box
Baby let me bang your box
Baby let me bang your box
Baby let me bang your box
Baby let me play your eighty-eight
Gonna play ’til the whole house rocks
I’ve been playin’ piano, large and small
But you got the best piano of all
I played everyone in the neighbourhood
I never played one that sounds so good
I’ve got a shuffle, a back beat, a boogie woogie too
But when I play my jelly roll you won’t know what to do
Baby let me bang your box
Baby let me bang your box
Baby let me play your eighty-eight
Gonna play ’til the whole house rocks
Bang, bang, bang Mister Bill, bang, bang, bang Mister Bill
Bang, oh-oh, bang Mister Bill
Gee but you give me a thrill
(Bang, bang, bang Mister Bill)
Bang, oh-oh, bang Mister Bill
Gee but you give me a thrill
(Bang, bang, bang Mister Bill)
Oh-oh-oh-oh-oh, oh-oh, oh-oh-oh-oh”