Sharks Notti Di Fuoco

Sharks – Notti di Fuoco (1989 – LP)

Ultimo aggiornamento:

Sharks Notti Di FuocoDel gruppo milanese degli Sharks abbiamo avuto il piacere di parlare in precedenza per i loro orrendi singoli “Il mio rock’n’roll” e “Tentazioni”, quindi era doveroso parlare anche del loro unico LP.

Formatisi nel lontano 1979 a Milano, nel corso dei primi anni ’80 gli Sharks si creano un buon seguito nella capitale lombarda con incendiari (a detta di chi c’era) show al Rolling Stone e al Magia Music Meeting.

La loro prima incisione è il bel brano “Duel” registrato per la mitica compilation “Musica Metropolitana” (1985) che raccoglieva il meglio dei musicisti che si esibivano proprio al Magia (tra gli altri artisti presenti citerei i Caimi & Kaimano Band e gli Elio e le Storie Tese) e dopo una serie di cambi di formazione la band assume l’assetto definitivo con Dario Fochi alla voce (detto anche il David Lee Roth italiano per la sue doti acrobatico-scenografiche) che poi proseguirà come solista, Fabrizio Palermo alle tastiere (successivamente session man nelle band di Enrico Ruggeri, Luigi Schiavone, Marco Masini e Anna Oxa, senza contare le collaborazioni con i Sinergia e gli Ufo Piemontesi), Mauro Palermo alla chitarra, Francesco Di Foggia al basso e Andrea Ge alla batteria (in seguito session man in collaborazioni con Massimo Riva, Sabrina Salerno e Simone) arrivando a partecipare nel 1987 al Band Explosion, concorso internazionale organizzato della Yamaha al prestigioso Budokan di Tokyo classificandosi al secondo posto e suonando davanti a 15.000 persone (da questa esperienza scriveranno la canzone “Banzai”).

Tutto sembra procedere per il meglio, al loro ritorno gli Sharks diventano endorser per la Yamaha e firmano un contratto discografico con la CGD; tuttavia hanno la malaugurata idea di farsi aiutare per le incisioni dell’album da Luigi Schiavone alla produzione ed Enrico Ruggeri alla supervisione dei testi; purtroppo la collaborazione si mostrerà fallimentare: se i testi sono a dir poco scadenti, stereotipati e banali (cinque i brani che portano la firma anche di Ruggeri: “Spogliati per me” (la “Take Your Dress Away” presentata al Budokan, “Signora Sola”, “Notte Di Fuoco”, “Il Mio Rock’n’roll” e “Dimmi Che Ci Stai”) la produzione è castrante, con chitarre poco potenti e quasi sempre in secondo piano rispetto alle tastiere, memorabili per i suoni assolutamente dozzinali.

L’album si barcamena tra un mediocre hard rock melodico e qualche svisata AOR, ma di interessante c’è ben poco e ciò che di buono rimane è affogato da grosse ingenuità, come ad esempio “Dimmi Che Ci Stai” (il brano migliore del lotto) ha un riff killer, ma le tastiere (chi diavolo ha scelto quei suoni?) suono fuori posto e il cantante cerca di raggiungere “vette” per lui impossibili (forse la definizione di “David Lee Roth italiano” gli ha dato alla testa).

Dopo la pubblicazione del fortunato quanto terribile singolo “Il Mio Rock’n’Roll”, di cui viene realizzato anche un videoclip involontariamente comico, la band partecipa a Sanremo Rock e all’immancabile Festivalbar arrivando a figurare come special guest nelle date italiane del tour dei Jethro Tull.

Nel 1989 gli Sharks partecipano a Sanremo con “Tentazioni” scritta assieme a Vasco Rossi, ma questa è un’altra storia

Il disco “Notti di Fuoco” è in realtà del 1988, tuttavia viene ristampato l’anno successivo con l’aggiunta in testa della canzone che ha partecipato a Sanremo.

Che lo si voglia accettare o meno, una cosa è certa: gli Sharks fanno parte della storia dell’hard rock italiano.

Tracklist:
01. Tentazioni
02. Banzai
03. Spogliati per me
04. Signora sola
05. Dimmi che ci stai
06. Il mio rock’n’roll
07. Che cosa ti fa
08. Questa donna
09. Vi muovete o no?
10. Notte di fuoco

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  1. ho letto in questo momento la storia di quaesta band,mi sento in dovere di rispondere a chi ha scritto un articolo del genere ,un emerito incompetente purtroppo dovrebbe essere allontanato dal recensire come in questo caso , in maniera distruttiva poco profesisonale e, aggiungerei cattiva, una band che secondo me e ‘ di tutto rispetto , in america ci sono state hair metal band molto peggiori e di piu’ grande successo , credimi tagliati le orecchie e buttale nel cestino …per me questa band ha , aveva un ottimo tiro, belli i fraseggi e i bridge , voce potente e quel sound nel complesso a meta’ fra il seventies delle majors band come i deep purple ,rainbow e un po’ west ham LA .alla motley , poison, firehouse …

  2. trovo la recensione e la maniera di descrivere la carriera di questo gruppo quanto meno vergognosa.Ottimi musicisti, brani molto piacevoli.Come sempre appena in italia si produce ( o produceva ) del rock un po sopra le righe ecco subito che lo si distrugge a priori .il loro errore fu iniziare a cantare in italiano e non piu' in inglese e non andarsene all estero dandosi nomi anglo americani….avrebbero avuto successo invece di non esere capiti nella terra di toto cutugno dei pooh e dei grandi cantautori politicizzati…

  3. Dimo, grazie del commento. Se ti fermi su questi lidi vedrai subito che noi amiamo soprattutto chi non ha avuto successo quindi non é questo il motivo di parlar “male” degli Sharks che nel loro atteggiarsi sono anche simpatici.

    Sui Queen io ho sempre pensato e tutt’ora penso che siano un gruppo assai sopravvalutato con qualche picco negli anni 70 e poi basta, mentre il cattivo gusto da scherzo goliardico degli inizi é diventato marchio di fabbrica.
    Quando poi qualcuno scrive che Freddie Mercury é meglio di Robert Plant e che la Regina é meglio del Dirigibile …bhé mi vengono i brividi.

  4. Ciao a tutti.
    Ho letto diversi commenti, alcuni azzeccati e alcuni a mio avviso un pò fuori luogo…
    Io comprai quest’album quando uscii in 33 giri e questo perchè notai subito le doti artistiche di questi ragazzi.
    La musica è melodica e ben strutturata, per intenderci il tipico “rock” degli anni 80 fatto all’italiana; si è vero che le tastiere dominano molto in questo genere musicale, ma non è una cosa così allucinante come qualcuno ha scritto… questo non è heavy-metal ma un rock melodico e quindi in questo contesto non è sbagliato dare molto spazio alle tastiere…
    Di testi ce ne sono di banali e ce ne sono di più ricercati: d’altronde non sono altro che la trasfigurazione in italiano dei tipici testi rock in lingua inglese (non so se qualcuno si è mai messo a tradurli), solo che se lo fa un gruppo famoso e di successo è perfetto mentre se lo fa una band italiana di scarso successo bisogna tirargli per forza m—a addosso…
    Per quanto riguarda la voce, è stata da sempre uno dei punti più forti della band, aggressiva dove serve e con una notevole estensione… quindi mi sembra fuori luogo il commento che ha fatto qualcuno del tipo “cerca di strafare troppo quando non ce la fa, ecc ecc…”, quando invece ha eseguito tutte le tonalità dalle basse alle alte in maniera esemplare…
    Gli assoli di chitarra magari non saranno il top del virtuosismo alla Malmsteen, ma sono fatti con la giusta fantasia e stile, e si integrano perfettamente con l’armonia dei pezzi… parecchi gruppi famosi hanno assoli non virtuosi ma che sono da sempre giudicati belli…
    In conclusione penso che questo gruppo non abbia avuto il successo che meritava, ma purtroppo a volte avere successo è un terno al lotto e non sempre va di pari passo con le capacità artistiche; quindi non trovo giusto gettare m—a addosso ad una band solo perché non ha avuto successo…
    Mi ricordo che ad esempio negli anni 80 ne dicevano di ogni sui Queen, a partire dal cantante per finire sulla loro musica giudicata commerciale, banale, ecc ecc…
    Ora che Mercury è morto sono diventati per tutti delle specie di divinità, e per tutte quelle persone che facevano fiumi di critiche ora sono diventati il massimo: un super-cantante, della musica stupenda, ecc ecc.
    Mah, a volte si dice la coerenza…

  5. si si per carità..ma stavo giusto pensando che, per quanto riguada i testi, saranno sicuramente stati al livello dei loro colleghi americani, solo che noi italiani non ce ne rendavamo conto.

  6. bhe’ effettivamente l’inglese “salva” un testo aberrante come quello di “the final countdown” (della canzone e dei quasi tutti i brani di qull’album, uno tra tutti “ninja”), ma anche musicalmente gli Sharks si lasciano disprezzare non poco

  7. Ero con il mio gruppo “JM Factory”. “Slow Song” mi aveva affascinato. Dissi a Dario “E’ bellissima, quasi quasi ne facciamo una cover…” e lui con sguardo minaccioso mi disse “Non provateci neppure” (come se noi non gli tibutassimo i diritti…).Sapeva di avere in mano un gioiellino, ma era anche troppo geloso e, purtoppo per lui, pieno di sè..
    La storia ha fatto il resto…

    1. Ehilà eccoci qui! Il motivo era che l’album non era ancora uscito e i pezzi non depositati. Se ancora hai voglia è tutto tuo 😉 Lo trovi su tutti i portali Spotify, iTunes etc. etc. – SHARKS Estate 1990 – Cinque ragazzi con tanta passione, energia e innegabile talento dopo l’esperienza Sanremese e i tour con Vasco, Deep Purple e Jethro Tull, registrano l’album “Slow Song”, finora rimasto inedito. Pensiamo che oggi sia giunto il momento di tirarlo fuori dal cassetto. Prodotto da Roberto Casini per Selvaggia Music, Enrico Rovelli produzione e management. Sharks: Dario Fochi voce, Mauro Palermo chitarre, Fabrizio Palermo tastiere, Francesco Di Foggia basso, Andrea Ge batteria
      – Audio preview online su iTunes https://music.apple.com/album/1576566047?app=itunes&ls=1
      – Video playlist su YouTube https://youtube.com/playlist
      – Official facebook https://www.facebook.com/SharksRockBand

  8. Alex

    grazie per le info… per la storia della band e dell’album “slow song” l’ho riservata al post dul 45 giri “Tentazioni”

    a presto.

  9. ciao Vikk

    premetto che la scaletta devo ancora controllarla, ma sembra giusta.

    cmq ho cercato un po’ di notizie e ho scoperto:

    “Nel 1990 gli SHARKS registrano un nuovo album “Slow Song” prodotto da Roberto Casini (ex batterista di Vasco e produttore di P.Turci), ma per problemi di accordi tra label e management il disco non verrà mai pubblicato. In quello stesso anno cominciano a nascere alcuni problemi all’ interno della band in seguito anche ad alcuni misteri legati alla sparizione di un master registrato assieme a Vasco Rossi e nel 1991 la band si scioglie.”

    fonte: http://www.strillostrano.com

    inoltre sul sito del loro ex batterista Andrea Ge puoi trovare qualcosa di interessante:

    https://www.andreage.net/media_it.asp

    per tornare a Notti di Fuoco, penso che l’edizione con Tentazioni possa essere una postuma edizione uscita per il mercato spagnolo (cfr oshoto)

    qui ho recuperato un’intervista al batterista:

    https://www.truemetal.it/modules.php?name=News&file=article&sid=22068

    qui un po’ di video:

    https://ufovid.abovetopsecret.com/tag_fochi.html

    spero di essere stato utile 🙂

    Alex da ge

  10. ciao Alex grazie per il tuo preziosissimo contributo… ti chiedo un’ultima cortesia: mi confermi la correttezza della tracklist?

    PS non sono sicuro che il disco sia mai stato stampato su CD

  11. Ciao Vikk, io possiedo sia il vinile di Notti di Fuoco che i 2 45 giri. Tentazioni nel vinile non compare. Potrebbe essere che all’epoca il disco uscì solo su vinile (e forse cassetta…) e al momento della stampa in cd qualcuno decise di aggiungere Tentazioni, forse per avere un singolo (sanremese) in più nell’album. Io mi ricordo il loro video da ragazzino un incrocio tra final countdown e jump, peccato tutte quelle tastiere… ma si sa in Italia la chitarra distorda sembra fare paura! 😉

    Alex da genova

  12. Pazzesco, ho ascoltato per sbaglio “signora sola” dal loro myspace e mi sono voluto procurare l’album.

    E’ tutto il giorno che lo ascolto…non riesco a capire ancora se mi fa impazzire o mi fa ridere…

    In ogni caso spettacolo!!

  13. Erano veramente pazzeschi! Li ho visti spessissimo e conosciuti. Mauro, Fabrizio e le Lipstick hanno anche partecipato alla serata d’addio del mio gruppo di allora, al Magia: la “JM Factory”
    Ottime persone. Dario “se la tirava” un pò di più, ma posso capirlo. Era IL personaggio.
    Come gruppo, non hanno retto l’idiozia del business di allora che, tra l’altro, ha anche segato sul nascere la band del mio amico Maurizio Caimi e molte altre tra cui i validissimi “A”.
    By the way all’epoca, TUTTI i dischi della CGD avevano una dinamica oscena: da Sergio Caputo a Musica Metropolitana.
    Erano anche i tempi dei miei vent’anni. Più di tanto,non riesco a parlarne male.

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