The Shaggs Philosophy Of The World

The Shaggs: la stonatissima band di culto amata da Zappa e Cobain

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The Shaggs Philosophy Of The WorldA volte il confine tra colpo di genio e la cagata pazzesca è sottile, sottilissimo. E’ questo il caso delle sorelle Betty, Helen e Dot Wiggin, originarie del rurale Fremont. Un giorno il padre delle tre ragazze ricevette una profezia della madre nella quale predisse (tra le altre cose) che le sue figlie avrebbero formato un gruppo musicale di successo.

Accadde così che sul finire degli anni ’60, per cercare di aiutare queste inevitabili circostanze cosmiche il padre comprò loro chitarre e batteria e le buttò in cantina a provare tutto il giorno per mesi finché non ritenne che le canzoni che composero fossero assolutamente perfette.

Con il nome di The Shaggs venne quindi pubblicato l’album Philosophy Of The World, per conto della Third World Records, stampato in sole 1000 copie. Non ci troviamo di fronte a delle ragazze prodigio, parliamo bensì di un garage-rock basilare: batteria malferma e minimale, due chitarre incerte e una vocina traballante a tratti stridula.

E’ innegabile che a un primo impatto l’album colpisca per il suo completo disallineamento con la musica dell’epoca e per la rozzezza del power trio, ma il loro sound di fatto delinea il concetto di low-fi, tanto da valergli l’apprezzamento di quel geniaccio di Frank Zappa che le definisce iperbolicamente «migliori dei Beatles».

The Shaggs Philosophy Of The World
The Shaggs in concerto nel 1969

Il profetizzato successo inizialmente non arrivò, ma il padre continuò a inseguirlo inutilmente fino alla sua morte nel 1975 quando le tre sorelle sciolsero la band e decisero di dedicarsi ad altro. Contemporaneamente, grazie a musicisti e critici d’avanguardia, l’album cominciò ad assurgere a ruolo di culto per gli amanti della musica disallineata, cominciando ad essere ristampato agli inizi degli anni ’80. Le canzoni delle Shaggs fatte di accordi scheletrici, suonate con strumentazione quasi scordata e canticchiate come dissonanti filastrocche pop furono una sorta di illuminazione per gente come VaselinesSonic Youth, Yo La TengoJesus and Mary Chain e Nirvana (Kurt Cobain inserì l’album nella sua personale classifica dei 50 dischi preferiti), che trovarono nelle tre sorelle la colonna sonora della creatività pura e senza compromessi e il conforto della musica casalinga. Anche quei ritardatari cronici di Rolling Stone si accorsero della loro enorme influenza una trentina d’anni dopo inserendo nel 1996 l’album Philosophy Of The World tra i 100 dischi più influenti della musica alternativa.

Tutto bellissimo questo crogiolarsi nell’avanguardia delle Shaggs che però nelle intenzioni non avevano nulla di sperimentale né di rottura con la scena rock’n’roll di fine anni ’60. La forza di Philosophy Of The World è aver catturato il suono di chi tentava invano di riproporre gli stereotipi della musica popolare di allora, ma che a causa dell’assenza di nozioni musicali, invece di utilizzare rigidi accordi e comprovate strutture compositive, dovette per forza di cose inventarsi come suonare gli strumenti, creando così un suono nuovo, puro e originalissimo.

The Shaggs Philosophy Of The World
Kurt Cobain con la t-shirt delle Shaggs

Con l’esplosione della musica alternativa le Shaggs divennero improvvisamente uno dei nomi di riferimento costantemente citato dagli idoli di milioni di ragazzi, portando a compimento (o quasi) la bizzarra visione della nonna delle tre sorelle: se non un gruppo musicale di successo quantomeno di culto.

Tracklist:
01. You’re Somethin’ Special to Me
02. Paper Roses
03. Shagg’s Own Thing (musical version)
04. Painful Memories
05. Yesterday Once More
06. My Pal Foot Foot
07. I Love
08. Shagg’s Own Thing (vocal version)

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