I “cartoni del sabato mattina”, così chiamati per via della loro collocazione nei palinsesti televisivi sulle maggiori reti americane, erano quelle serie animate ma non troppo a causa del basso budget di produzione: fondali ripetuti all’infinito, animazioni che si limitavano a movimenti di occhi e bocca, design dei personaggi riciclato e attenzione posta più a doppiaggio ed effetti sonori che a simulare il movimento. In sostanza l’intera opera di case di produzioni come Hanna-Barbera (I Flintstones, I Jetsons, l’orso Yoghi, I Fantastici Quattro, Wacky Races, Scooby-Doo, The Tom & Jerry Show e I Puffi) e Filmation (la serie animata di Star Trek, Tarzan, The Tom and Jerry Comedy Show, He-Man e i dominatori dell’universo, She-Ra, i Ghostbusters – quelli con lo scimmione, e BraveStarr). Nonostante i palesi limiti tecnici questi cartoni animati ebbero ugualmente un grandissimo successo tra gli anni ’60 e i primi anni ’90, successo che in alcuni casi prosegue tuttora. Tra i numerosi tributi non mancarono quelli strettamente musicali come la compilation Saturday Morning: Cartoons’ Greatest Hits che vide la luce nel 1995.
L’idea nacque da Ralph Sall, compositore, autore e produttore musicale statunitense, che con la sua società Bulletproof Entertainment aveva le mani in pasta un po’ ovunque tra film, fumetti e teatro. A Sall venne in mente di reclutare tutta una serie di musicisti raccolti sotto l’ombrello del “rock alternativo” e far loro eseguire le sigle o canzoni dei cartoon del sabato mattina che tanto avevano amato da ragazzini; oggi tutto questo può sembrare una cosa già vista, ma a metà anni ’90 la nostalgia del passato non era ancora abusata come ai giorni nostri.
I musicisti che interpretano le diciannove canzoni sono un insieme eterogeneo che riunisce mostri sacri del punk rock (Ramones), icone dell’indie rock (Liz Phair e Violent Femmes), alfieri della psichedelia e del rock acido (Butthole Surfers), pionieri dell’alternative metal (Helmet), nuovi virgulti del rock alternativo (Collective Soul) e schegge di ska-punk (Sublime). La varietà vale anche per le canzoni, che non riguardano solo cartoon anni ’60 e ’70 (Scooby-Doo, Underdog, Hong Kong Phooey…), ma anche altri più recenti (Ren & Stimpy), anime (Speed Racer, Gigantor) e serie dal vivo con pupazzi sconosciute al di fuori degli USA (H.R. Pufnstuf, Sigmund and the Sea Monsters, The Banana Splits… okay, quest’ultima è nota anche da noi).
Come prevedibile certi abbinamenti sono riusciti meglio di altri; mettere delle icone come i Ramones a cantare la sigla dell’Uomo Ragno anni ’60 (quella del «friendly neighborhood Spider-Man», poi inclusa come bonus track nell’edizione americana del loro ultimo album ¡Adios amigos!) serve chiaramente da richiamo, ma è pure vero che alcune delle cover più divertenti sono ad opera dei gruppi meno noti. Un esempio sono i misconosciuti Dig che trasformano la sigla di Fat Albert and the Cosby Kids (da noi Albertone… «Hey hey hey!») da un esempio di funk anni ’70 a un gustoso punk rock che in alcuni frangenti ricorda un po’ pure il tema di Ghostbusters. Abbiamo poi i Reverend Horton Heat, che solitamente viaggiano tra country e psychobilly, ma per il disco propongono un medley del serioso Johnny Quest con il buffo Stop That Pigeon! (avete presente lo Squadrone Avvoltoi? Dastardly e Muttley? Ecco.)
Alle donne vengono solitamente riservate le canzoni più “dolci”, e così è anche in questo caso, con Angie Hart dei Frente! che canta la svenevole ballata Open Up Your Heart And Let the Sun Shine In, tratta da un episodio dei Flintstones, o Liz Phair che si occupa di quel virus sonoro (nel senso che non ti esce più dalla testa) che è The Tra-La-La Song, sigla dei succitati Banana Splits. Una menzione anche per la classica I’m Popeye the Sailor Man rifatta in chiave punk rock dai Face to Face, scontata finché si vuole ma ottima quando si ha voglia di pogare e fare un po’ di casino.
Dati i molteplici ambiti in cui lavorava Ralph Sall e il crescente interesse per il marketing multimediale di quegli anni, ad accompagnare il disco ci furono anche un fumetto edito dalla Marvel e una VHS in cui venivano raccolti diversi spezzoni delle varie serie animate assieme a filmati degli artisti coinvolti nel progetto, il tutto presentato niente meno che da Drew Barrymore! Inutile dire che entrambi i prodotti non furono mai più ristampati e oggi sono introvabili pezzi da collezione.
Cartoons’ Greatest Hits rimane un interessante e curioso esperimento che potete tranquillamente mettere accanto alle compilation Kill Rock Stars (1991), No Alternative (1993), Geffen Rarities Vol. 1 (1994) e Generation X (1994), e che nonostante la moda del riciclo nostalgico non ha praticamente avuto seguiti in patria, mentre noi dobbiamo accontentarci degli Amici di Roland o di Cristina D’Avena e i suoi amici in TV.
Tracce:
01. Liz Phair With Material Issue – The Tra La La Song (One Banana, Two Banana)
02. Sponge – Go Speed Racer Go
03. Mary Lou Lord With Semisonic – Sugar Sugar
04. Matthew Sweet – Scooby-Doo, Where Are You?
05. Juliana Hatfield And Tanya Donelly – Josie And The Pussycats
06. Collective Soul – The Bugaloos
07. Butthole Surfers – Underdog
08. Helmet – Gigantor
09. Ramones – Spider-Man
10. Reverend Horton Heat – Jonny Quest / Stop That Pigeon
11. Frente! – Open Up Your Heart And Let The Sun Shine In
12. Violent Femmes – Eep Opp Ork Ah-Ah (Means I Love You)
13. Dig – Fat Albert Theme
14. Face To Face – I’m Popeye The Sailor Man
15. Tripping Daisy – Friends / Sigmund And The Seamonsters
16. Toadies – Goolie Get-Together
17. Sublime – Hong Kong Phooey
18. The Murmurs – H. R. Pufnstuf
19. Wax – Happy, Happy, Joy, Joy