Nek Neroverdi inno sassuolo calcio
Francesco Magnanelli e Nek

Nek – Neroverdi (inno ufficiale U.S. Sassuolo Calcio) (2013)

Ultimo aggiornamento:

Nek Neroverdi inno sassuolo calcio

Siamo ormai prossimi alla saturazione: troppe sono le informazioni inutili acquisite per mezzo di bacheche a rapido scorrimento, causa di svariati crash neuronali. Per tale motivo mi attanaglia il sospetto che dedicare un articolo sul fatto che Nek abbia scritto e interpretato l’inno ufficiale dell’ U.S. Sassuolo Calcio (per gli amici Sassuolo) possa non essere d’aiuto a tamponare la deriva. Tuttavia mi piace pensare che ci possa essere una qualche utilità nascosta dietro la scoperta di questo brano: magari, chissà, in futuro sarà l’arma segreta per sventare l’attacco degli uomini granchio venuti da un pianeta lontano.

Sinceramente quando Nek e il calcio mi si manifestano insieme, aggrovigliati nel medesimo pensiero (la cosa accade sistematicamente durante il terzo plenilunio successivo a una glaciazione completa del globo terrestre), non riesco a fare altro che associare il cantante a quel tipo di persona che si vede per sbaglio ‘na partita ogni due anni, presumibilmente della nazionale italiana ai mondiali o agli europei, commentando a vanvera le specifiche fasi di gioco («perché non tira?», «deve correre più veloce!»).

Ebbene sì, sono consapevole, nel dire ciò, di cavalcare in groppa a un provvidenziale pregiudizio, valoroso destriero in analoghe ambientazioni, e va bene così: non penso abbia troppo senso arrovellare una mente sovraccarica con questioni riguardanti il rapporto di Nek col mondo del calcio (ma insomma, tifa Milan o Sassuolo?!). Il livello d’importanza di quello che penso io non è certo paragonabile alle conseguenze del battito d’ali di una farfalla che si trova dall’altra parte del pianeta.

Nek Neroverdi inno sassuolo calcio
Francesco Magnanelli e Nek

In generale c’è da ammettere che Nek non ha mai nuociuto al mondo: non è certo stato lui ad invadere la Georgia nel 2008, né a cancellare la Palestina dalle carte geografiche, né a ridurre in cenere la Libia per impedire a Gheddafi di creare una moneta panafricana. Non esiste motivo al mondo che ti spinga a odiarlo: se ti piace lo ascolti, sennò amen (radio in corsia del supermecato permettendo)!

È così importante essere tifoso sfegatato di una squadra alla quale dedichi un inno? Il tema è fra i più caldi in agenda. Francamente dubito di poter maturare una risposta convincente da donare ai posteri anche se sono propenso a credere che l’amore sia quasi sempre il fattore decisivo. Vedi l’esempio di “Grazie Roma” composta da Antonello Venditti per l’amata A.S. Roma.

Di conseguenza passiamo alla seconda e più pressante questione: può un inno somigliante al canto dell’UDEUR di Clemente Mastella far breccia nei cuori dei tifosi?

A impulso direi di no. Fatto sta che, nonostante Nek, il Sassuolo è una squadra che merita seriamente il massimo rispetto; perché dinanzi a una società che non è certo fra le più ricche partecipanti al torneo di serie A, disposta a valorizzare giovani talenti italiani che lottano col coltello fra i denti per la salvezza o per un posto in Europa League, dalle mie parti ci si toglie il cappello.

Giusto un piccolo appunto: pare che l’idea dell’inno sia partita proprio dal Sassuolo Calcio e che Nek si sia prestato con grande cortesia. Per questo motivo, che nessuno si permetta mai di dare dello “scostumato” al cantante sassolese che per l’occasione torna ad essere semplicemente Filippo Neviani, autore di Neroverdi (2013), composta proprio durante l’anno della promozione del Sassuolo nella massima serie.

Calcio d’inizio ed è subito chitarra elettrica effettata con tremolo e batteria che pesta sui tom: non può essere altro che rock…

Tornando seri, il brano non è difforme da come ce lo siamo immaginati a priori, nella fase pregiudiziale, quella che spesso tiene al riparo la nostra materia grigia dal rischio esplosione-da-ragionamento.

Questo brano, insomma, è un archetipo. È come se nella nostra memoria di specie Nek esistesse da sempre e suonasse da sempre una canzone tipo questa:

Sassuolo che gioca Sassuolo che dà, siamo nuova luce che non morirà
Il Sassuolo ci crede e nessuno potrà toglierci la grinta per puntare più in là
Nero sarà il cielo che vedrete voi dopo aver provato tutto contro di noi
Verde la speranza di restare su, perché se il gioco è duro noi colpiamo di più

Nek è come il verificarsi dell’incubo filogenetico dell’essere braccati, in cui si avverte limpida la sensazione di terrore ancestrale pur non essendo mai stati rincorsi da una bestia feroce. Fa parte della memoria di specie: lo conosci già, essendo offuscato in perenne attesa nel labirinto del tuo ego, spietato e sanguinario, pur non avendolo mai ascoltato.

Neroverdi, Neroverdi, i colori di chi non si arrende mai
Neroverdi siamo forti, siamo noi

Il senso del testo riguarda un concetto che come un abito a taglia unica potrebbe essere indossato da chiunque, se non fosse per i termini specifici “Sassuolo” e “neroverdi”, che tra l’altro è pure un gran bell’accostamento di colori.

Al di là di tutto, non posso far altro che chiudere con qualche legittimo dubbio, cosa che stride e non poco con l’iniziale approccio pregiudizievole: e se fosse stato quest’inno, oltre al gran lavoro del mister Eusebio Di Francesco, ad aver dato lo slancio necessario per mantenere la squadra a buoni livelli nel massimo campionato sin dal 2013? Chi può dire che Nek non abbia meriti a proposito del sesto posto conquistato con conseguente accesso in Europa League nella stagione 2015/2016? Chissà se Domenico Berardi ha mai rivolto la mente al verso “perché se il gioco è duro noi colpiamo di più”, durante il consueto atto di caccia alla porta avversaria condotto tipo la bestiola del sogno filogenetico.

Come dice Ozzy Osbourne, «We sail through endless skies»: al cospetto dell’infinito la risposta non può che perdersi nel glaciale buio eterno.

Neroverdi

Neroverdi, Neroverdi
I colori di chi non si arrende mai
Neroverdi
Siamo forti, siamo noi
Neroverdi, neroverdi
Una voce dal cuore che griderà
Sarà nostra la vittoria
Sassuolo che gioca
Sassuolo che dà
Siamo nuova luce che non morirà
Il Sassuolo ci crede e nessuno potrà toglierci la grinta
Per puntare più in là
Nero sarà il cielo che vedrete voi dopo aver provato
Tutto contro di noi
Verde la speranza di restare su
Perché se il gioco è duro
Noi colpiamo di più
Neroverdi neroverdi
I colori di chi non si arrende mai
Neroverdi siamo forti, siamo noi
Neroverdi neroverdi
Una voce dal cuore che griderà
Sarà nostra la vittoria
Se vi credete forti abbastanza
Vi dimostreremo chi è che comanda
Con noi qui davanti non passa nessuno
Noi siamo il Sassuolo il numero uno
Neroverdi neroverdi
I colori di chi non si arrende mai
Neroverdi, siamo forti siamo noi
Neroverdi neroverdi
Una voce dal cuore che griderà
Sarà la nostra la vittoria
Oh sì

SUPPORTACI

Ti piace Orrore a 33 giri? Abbiamo voluto essere sempre indipendenti e per questo non abbiamo pubblicità sul sito. Se vorrai puoi aiutarci a sostenere le spese di hosting con una piccola donazione su Ko-Fi o PayPal. Grazie!

SEGUICI QUI

SUPPORTACI

Orrore a 33 giri è sempre stato un progetto indipendente e per non avere padroni non abbiamo pubblicità sul sito. Per questo, se ti piace quello che leggi, ti chiediamo una mano, se vorrai, con una piccola donazione per sostenere le nostre spese di hosting. Potrai farla su Ko-Fi o PayPal.

GRAZIE MILLE