Più in alto degli inni calcistici cantati dai calciatori ci sono solo gli inni dei partiti cantati dai politici.
Stavolta ci fermiamo sul secondo gradino, con questa perla datata 1987, anno di grazia del Napoli Calcio trascinato da El Pibe de Oro alla conquista del primo indimenticabile scudetto.
Nella città canterina per eccellenza, quale migliore celebrazione di cotanto avvenimento se non proprio una canzone suonata a tutto volume tra i vicoli dei Quartieri Spagnoli e venduta in una mirabolante musicassetta tra le strade della città da immancabili venditori ambulanti?
Sorvolando sul fatto che sia Wanna Marchi (Wanna Marchi?!?) a presentare il disco con tanto di nome in primo piano sulla copertina, a farla da padrona ovviamente è lui, Diego Armando Maradona che al microfono si mostra meno peggio di molti altri suoi colleghi italiani.
Gli danno le strofe iniziali, è giusto, è il capitano, e il primo scudetto non si scorda mai.
Per non scordarlo proprio mai, gli autori fanno cantare al più forte calciatore di tutti i tempi questa introduzione:
Son venuto da lontano
qui è casa mia,
già ti conoscevo Napoli,
seconda mamma mia.
Grazie di chiamarmi figlio
adesso che ti sto vicino
grazie per tutto il bene che mi vuoi.
Nello spezzone del video originale che è giunto miracolosamente sino a noi (probabilmente per intercessione di San Gennaro) solo le facce degli interpreti valgono metà pezzo, senza contare l’oggettistica e gli effetti video di fine anni ’80, mischiati all’orgoglio partenopeo.
Ovviamente solo nella versione completa possiamo gustarci tutte le stonature dei compagni e il ritornello che sembra cantato da una curva di signore per bene. Ritornello che, anche se ascoltato mezza volta, te lo tieni dentro per settimane.
Degna di nota è la strofa paraculo verso i tifosi, cantata dal più stonato della squadra, che recita così al pubblico: «Anche se non vinci sempre, sei pronto a perdonare», frase presa forse da qualche libro di catechismo, ma che non ci poteva lasciare indifferenti.
Inutile dire come va a finire il brano, ovvero con gli stessi due suoni dell’amore, e tanto ritornello tutti in coro.
Alessandro Braga