Mr. T è un personaggio che avrebbe potuto avere successo solo negli Stati Uniti degli anni ’80 in piena epoca reaganiana fatta di culto del vero americano 100% made in USA e dei tradizionali valori civili come Dio, famiglia e guerra. Ispirato da solidi principi sociali, sicuro di sé, ruvido ma altruista e bonaccione, sempre pronto ad aiutare gli altri, possibilmente grosso, muscoloso e implacabile coi cattivi. A ciò aggiungiamo un look da afro-punk postmoderno (ispirato ai guerrieri mandingo per tributare le proprie origini africane) e chili e chili di catene d’oro al collo (dal valore di circa $300.000) da fare impallidire anche la più arcigna guardia giurata del controllo passeggeri di Malpensa.
Tutto questo era nel 1984 Laurence Tureaud, meglio noto come Mr. T, ex militare, ex buttafuori ed ex guardia del corpo dei VIP (da Muhammad Ali a Michael Jackson) diventato rapidamente un celebre cersonaggio televisivo e attore noto per i suoi ruoli sul grande e piccolo schermo (Rocky III e The A-Team). Senza dimenticare che da lì a breve sarebbe entrato nel mondo del wrestling professionistico come spalla del mitico Hulk Hogan in occasione della prima WrestleMania.
Mr. T divenne così una vera e propria icona pop soprattutto tra i ragazzi, specie quelli appartenenti alle “fasce deboli” della popolazione, le minoranze etniche e le popolazioni dei sobborghi. Forte di questo sostegno, nonché memore delle sue origini, Mr. T prestò sempre la sua opera in favore di cause sociali indirizzate ai giovani, tanto che vennero prodotti anche dei cereali con il suo nome e finì addirittura trasposto in un bizzarro cartone animato (Mister T) in cui, assieme a una selezione di atleti di ginnastica artistica, girava gli States in autobus andando a caccia di cattivoni, concludendo ogni episodio con un classico sipario di messaggio sociale, come andava in quegli anni.
Proprio con questa motivazione sociale pubblicò a inizio del 1984 l’EP Mr T’s Commandments nel quale a ritmo di rap divulgava messaggi e consigli pratici per i suoi giovani fan: oltre all’amore per il prossimo, spiegava di non parlare con gli sconosciuti, rispettare i genitori, fare i compiti e non usare droghe.
https://www.youtube.com/playlist?list=PLZIuE-cc37xJiAbgEFv_vnprKj9M5T2w4
Vista la popolarità sempre crescente del personaggio a fine 1984 vide la luce l’home video Be Somebody (Or Be Somebody’s Fool), un filmato motivazionale in cui lo stravagante interprete dispensava consigli sociali ai suddetti “bambini difficili”, invitandoli a comportarsi in maniera corretta, ad evitare atti illegittimi o irrispettosi, nonché ad astenersi dal consumo di droghe e alcolici. Il tutto logicamente interpretato in puro Mr. T-style, con innumerevoli riferimenti alla cultura urban di quei tempi, fatta di rap, freestyle e breakdance, nonché la collaborazione di personaggi noti come l’attrice-cantante Valerie Landsburg della serie televisiva Fame (da noi nota come Saranno famosi), i New Edition (popolare boy band ante litteram di cui faceva parte un giovanissimo Bobby Brown) oltre che il DJ e produttore pionere della cultura hip hop Afrika Islam e l’ancora sconosciuto Ice-T a supervisionare disperatamente il flow di Mr. T.
Accanto alla videocassetta fu prodotto anche un LP con gli 8 brani musicali interpretati nel film dai titoli eloquentemente motivazionali tra cui spiccano, oltre al cavallo di battaglia Be Somebody, Treat Your Mother Right, che invitata a pagare dovuto rispetto alla mamma, Try, un inno a non mollare mai nemmeno di fronte alle avversità cantato da Valerie Landsburg, e Peer Pressure, interpretata dai New Edition che invitava a non imitare i comportamenti sbagliati intrapresi dai compagni di classe e di giochi.
Il disco viene completato da due tracce strumentali (Stylin’ e Poppin’ and Breakin’) tratte dalle scene salienti dell’home video e fatte su misura per un po’ di old school breakdancing. Di fatto questi sono i brani migliori del disco e vedendo il curriculum dei musicisti coinvolti ne capiamo subito il motivo: alla chitarra e anche nelle vesti di produttore dell’album Greg Poree (Herbie Hancock, Stevie Wonder, Michael Jackson e Aretha Franklin), al basso Michael Henderson (Miles Davis, OutKast, Justin Timberlake e Mary J. Blige) e alle percussioni Munyungo (Herbie Hancock, Miles Davis, Stevie Wonder, Sting e praticamente tutti gli artisti decenti della Motown).
Visto con la lente di ingrandimento della storia, al progetto intero di Be Somebody (Or Be Somebody’s Fool) va data l’attenuante della buona volontà. Come già accaduto per altri progetti simili, tipo la campagna Just Say No di Nancy Reagan, con buona approssimazione possiamo affermare che, salvo sparuti casi individuali, tutto ciò non fece davvero la differenza tra le classi sociali cui il nerboruto attore e i suoi fantastici amici si rivolgevano. Ci risulta davvero difficile credere che qualche bambino abbia mai trasformato l’imbarazzo di una caduta accidentale nella gloria di una break dance da capogiro.
Al netto delle bizzarrie, dei contributi alla Hulk Hogan tipo «mangia le tue vitamine e sii sempre il numero uno» e di una fotografia squisitamente figlia dei tempi ci rimangono dei discreti beat funky-rap coevi (e del resto da Ice T non potevamo aspettarci altrimenti) e canzoncine che nulla aggiungono e nulla tolgono alla produzione musicale di quegli anni, se non forse un pizzico di nostalgia kitsch come solo i prodotti anni ’80 potevano avere nell’immaginario di noi bambini del tempo.
Tracklist:
A1. Be Somebody
A2. Treat Your Mother Right
A3. Stylin’
A4. Love Each Other (cantata da The Dimples)
B1. I Am Somebody
B2. Peer Pressure (cantata dai New Edition)
B3. Poppin And Breakin (feat. Afrika Islam)
B4. Try (cantata da Valerie Landsburg)