Maria Grazia Buccella - Il Ballo del Popò (1978 - 7")

Maria Grazia Buccella e il suo delirante Ballo del popò

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Maria Grazia Buccella - Il Ballo del Popò (1978 - 7")Dopo aver già assaggiato il mondo delle canzonette con un paio di dimenticabilissimi 45 giri sul finire degli anni ’60, Maria Grazia Buccella, all’epoca attrice con una lunga carriera alle spalle, ma più che altro nota per i suoi ruoli di sexy svampita all’italiana, decide alla “veneranda” età di 38 anni di riprovarci.

L’autunno degli anni ’70 era un brodo primordiale parecchio interessante: da un lato lo tsunami della discomusic, dall’altro un pullulare di cantautori che cercavano di innovare il linguaggio della canzone italiana un po’ a modo loro (Andrea Tich, Ivan Cattaneo, Faust’o, Andrea Liberovici, Rosanna Ruffini, Maria Sole…). A speziare questo magma sonoro ci si mise l’esplosione della televisione che offrì opportunità al mercato discografico di sfruttare la fama dei divi (ma soprattutto le dive) del piccolo e grande schermo per piazzare prodotti fonografici nelle case degli italiani.

Ecco quindi che comincia a diffondersi il morbo di «un disco non lo si nega a nessuno», a discapito del contenuto che passava in secondo piano.

https://www.youtube.com/watch?v=A0fdV3U-H9o

Il ballo del popò è un esempio lampante di questo nuovo genere di scempio-music: le belle forme di un’attrice in copertina con tanto di bel culone in primo piano, un sottofondo discomusic scritto alla bene e meglio per seguire la moda dell’epoca e un testo-non testo tra l’irritante e l’ammiccante, tanto che anche dopo ripetuti ascolti non si capisce se sia una sorta di inno al sesso anale o solamente una versione per adulti scemi de Il ballo del qua qua.

Aggiungiamoci anche che la (non) voce della nostra è piacevole come il suono delle unghie sulla lavagna e avremo il quadro completo di un opera per stomaci davvero forti.

“Col popò, po po po,  col ta ta, ta ta ta, po po po, ta ta ta, questo ballo nuovo lancerò con te, non andar, resta qua, muovi un po’ quel popò, ta ta ta, po po po, questo è il ballo nuovo del popò”. 

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